Cap 41

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Stiles si rivestì in silenzio, tentando di non svegliare Derek, e uscì dalla camera senza fare rumore.
L' aveva fatto veramente? Dio, che vergogna!
Aveva lottato tanto per rimanere vergine e alla fine basta un bacio pieno di promesse e sentimenti per farlo capitolare!
-Stiles!- come c' era finito nel regno delle sfighe?
-Stiles, aspetta!- Derek tentò di prenderlo per un braccio, ma lui si scansò. Camminò a passo svelto e in poco tempo si trovò in uno dei giardini della scuola, dove alcuni studenti stavano facendo dei picnic e altri stavano studiando.
-Non voglio ascoltarti, Derek. Sparisci!- sbottò il più piccolo, le lacrime ad offuscargli la vista. C' era cascato in pieno.
Stupido, Stiles, stupido!
-Se solo tu mi ascoltassi...-
-Se solo tu mi lasciassi in pace...!-
-Stiles!-
-Che c'è?!- urlò allo stremo. Il tempo che si voltò che sentì i gridolini eccitati delle proprie compagne di scuola. E lui rischiava di imitarle!
Derek era in ginocchio, con una scatolina rossa aperta nelle mani che gli mostrava un anello di fidanzamento.
-Mi vuoi sposare?-

Morty si asciugò i capelli bagnati con un asciugamano bianco e guardò il proprio ragazzo, che aveva il cellulare stretto tra le mani e se ne stava seduto sul loro letto matrimoniale.
-Amore, stai bene?- domandò accigliato, dato che Niall stava tremando ed era scosso dai singhiozzi.
Il biondino si alzò e lo guardò con gli occhi e il viso rosso. Le guance erano rigate da grossi lacrimoni. Però erano di... gioia.
-Era l' ospedale. Mia cugina Cassidy si è svegliata dal coma!- sorrise a trentadue denti, prima di saltare addosso al proprio ragazzo.
Morty lo baciò contento e facendogli sentire quanto fosse felice per lui con abbracci e coccole. -È meraviglioso, tesoro. Che ne dici di andare a festeggiare con i nostri amici, stasera?- Niall annuì e dopo che entrambi si furono sistemati, uscirono dalla loro stanza.
Si tennero per mano e quando finirono di scendere le scale, si scontrarono con Demi Lovato. Una ragazza che faceva alcuni corsi di sottomissione assieme a Niall e ai suoi amici.
-Ehi, Demi. Come va?- le sorrise Morty, accarezzandola su un braccio. Demi sorrise nervosa, spostandosi una ciocca scura e corta dietro l' orecchio. -Bene, grazie. Scusatemi, ma adesso devo andare.- li congedò frettolosamente. Passò di fianco a Niall e Morty notò che i due non si guardavano neppure.
-Tu e Demi avete litigato?-
-No. Va tutto bene. Andiamo?- chiese, lo sguardo basso e sfuggente.
Morty lo prese dolcemente, ma con decisione, fra le braccia e lo guardò negli occhi. -Lo sai che puoi dirmi tutto. Se ti ha fatto arrabbiare o viceversa, posso chiederle...-
-No, Morty, no. Non farlo. Non è importante.- tentò di sottrarsi dalla sua presa, ma il moro era decisamente più forte di lui. -Dimmelo.- lo invitò a parlare con tono dolce.
Niall non riusciva a resistere a quei suoi occhi scuri, che sembravano cambiare colore alla luce del sole, e alla fine sospirò.
-Ok, senti, la verità è che io e Demi non ci siamo mai parlati da quando siamo finiti nella stessa scuola e nella stessa città. Perciò è impossibile che io abbia litigato con lei. Dammi retta, è tutto a posto.- cercò di calmarlo l' irlandese, non riuscendo però a capire che il suo ragazzo era troppo sveglio per lui.
-Vi conoscevate già, non è vero? C' entra qualcosa Cassidy?-
-No, Cassidy non c' entra niente...-
-Ah! Allora ammetti che vi conoscevate.- sorrise furbo, schioccando le dita.
Niall alzò gli occhi al cielo, fece per voltarsi ma fu bloccato di nuovo.
-Puoi dirmelo, amore. Che rapporto c'è fra te e Demi?- domandò con gentilezza e accarezzandogli piano la schiena.
Niall deglutì in modo forte, gli occhi stavano tornando ad inumidirsi e strattonò il braccio dalla presa di Morty. -Non mi sento pronto per parlarne.- disse a bassa voce, dandogli le spalle e andandosene da solo.

Louis sbadigliò e si stiracchiò le braccia, prima di accorgersi che l' altro lato del letto era vuoto.
Era il suo compleanno. Ed Harry lo aveva lasciato solo di prima mattina.
Perfetto.
Si alzò pigramente e solo quando si mise i vestiti e le scarpe che si accorse di un volantino sul comodino vicino al suo lato del letto.
"Se un bel compleanno vuoi passare,
le mie istruzioni dovrai usare.
Ascoltami, tesoro. Segui il tuo cuore.
Cerca bene dove facciamo l' amore".
Louis corrugò la fronte, per poi scuotere la testa.
Era serio?
Louis cercò bene sul letto un qualche altro indizio da parte di Harry, finché sotto di esso non vi trovò una scatola abbastanza grande. La aprì e rimase a bocca aperta.
Una maglietta da calcio con dietro scritto Stylinson, 17.
Louis sorrise e alzò gli occhi al cielo. Ma era pazzo?!
Sotto la maglietta, un altro volantino.
"Corri tanto per cadere,
non sapevo prima di allora il mio volere.
Fino ad ora ci siamo amati,
vai nel luogo dove ci siamo incontrati".
Le scale.
Louis corse fuori dalla loro stanza e non appena arrivò alla fine delle scale, un piccolo pacchetto regalo era lì con sopra un biglietto: "For Louis. Always in my heart, Harry".
Louis scartò la carta e boccheggiò nel vedere una collana d' oro con angioletto. Nella veste dell' angelo c' era inciso il suo nome.
Fallen Angel. Angelo Caduto.
Sbatté le palpebre più volte per non piangere e la indossò.
Di nuovo un volantino in mezzo alla carta stracciata.
"In mezzo ai sogni hai vissuto,
di vivere veramente non hai potuto.
Ti tolgo il dolore, ti butto via l' ansia.
Vieni in giardino per riavere l' infanzia".
Ok, questa volta non aveva capito proprio niente.
Però si limitò ad andare nel giardino principale e lì vi trovò Harry.
Ciò che non si aspettò, fu di vedere due adulti vicino a lui. Un uomo e una donna, entrambi con i capelli scuri e con vestiti da lavoro in ufficio. La donna aveva degli incredibili occhi azzurri. Sembravano simili ai... suoi.
-Harry, che succede?- chiese, non capendo la situazione.
I due adulti lo guardarono con espressione scioccata, incredula, quasi felice, e avevano gli occhi umidi.
-Ricordateli, Louis.- sorrise Harry, facendo un passo indietro e lasciando il proprio ragazzo di fronte ai due estranei.
Louis li fissò per qualche secondo, piegando la testa e intuendo che gli fossero familiari.
La donna camminò lentamente verso di lui, evitando di spaventarlo, e lo accarezzò su una guancia.
Louis sgranò gli occhi e la sua mente si riempì di ricordi. Quel tocco così delicato, morbido, caldo...
-William?- sussurrò speranzosa la donna, il labbro tremolante e il corpo pieno di brividi di adrenalina.
Era senza dubbio lui. Quegli occhi che lei aveva visto quando era nato li avrebbe riconosciuti fra mille.
Era il suo bambino.
Louis sbiancò e passò con delicatezza le dita sulla mano di lei. -Mamma?- la sua voce era incerta, ma grondante di speranza.
L' uomo si avvicinò loro e Louis lo guardò da capo a piedi. -Papà?- pregò fra sé e sé di non sbagliarsi.
Harry aveva veramente...?
-William!- disse il signore, stringendo Louis in un abbraccio forte, subito seguito dalla moglie.
Non c' era dolore più grande di perdere i propri figli e non sapere se fossero o no ancora vivi dopo tanti anni. Ma ora lui era lì. E appena Molly si sarebbe riprese dall' operazione, lo sarebbe stata anche lei.
Louis strinse con forza i propri genitori e pianse lacrime di gioia. Tanti anni di bugie, un giorno pieno di allegria.
-Harry, ma come...?- domandò al proprio ragazzo, quando finirono di abbracciarsi.
-Mio padre è il capo della polizia. Ho chiesto un favore a lui e ai suoi. Ma adesso vieni. La festa è appena iniziata.- sorrise, prendendo per mano Louis.
Una volta arrivati al giardino più grande e spazioso, Louis sorrise appena venne stretto da tutti i propri amici in caldi abbracci e partì la musica.
Il ragazzo di Demi, Joe Jonas, insieme ad alcuni amici, diede gli auguri a Louis, prima di iniziare a cantare e suonare insieme a loro una loro canzone: Cake by the Ocean.
Le persone ballavano, si scatenavano e urlavano, festeggiando Louis con abbracci e baci sulla guance.
Dopo pochi minuti di baraonda, Louis si strinse ad Harry. -Sei fantastico.- urlò per farsi sentire oltre la musica.
-Tu lo sei.- mostrò le proprie fossette al liscio e gli mostrò un anello d' argento. -Posso considerarti ancora mio marito?- domandò, pregando per un sì.
Louis rise e lasciò che gli mettesse l' anello al dito. -Lo sono sempre stato.- ammise, prima di prendere il suo viso fra le mani e baciarlo con dolcezza.
Era un giorno di festa, di felicità.
Ma, prima o poi, anche la felicità finisce.

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-Kitta <3

Hunting - La cacciaWhere stories live. Discover now