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3 giorni dopo ...

Finalmente ero uscito da quell'orribile Ospedale e Taehyung mi stava riaccompagnando a casa.
Per tutta la strada ci tenemmo per mano come due bambini quando alla gita devono stare in fila.
Lo guardai un secondo notando un livido vicino alla mascella che sicuramente aveva cercato di nascondere con il cappuccio della felpa.
« Hyung ... » dissi fermandomi e bloccando Tae.
« Dimmi piccolo » rispose lui voltando il viso e sorridendo.
« Cosa ti è successo? Hai un livido ... » sussurrai posando il pollice su quel segno violaceo e accarezzandolo.
Vidi Taehyung fare una smorfia di dolore e capii che glielo avevano fatto da poco.
« Piccolo ... non è niente okay? Tu stai tranquillo non devi agitarti » disse posando un bacio sulle mie labbra e guardandomi dritto negli occhi.
« Come posso non agitarmi? Qualcuno ti ha picchiato ... almeno dimmi perché .. » risposi mentre sentivo i miei occhi diventare lucidi.
Credevo perfettamente di sapere la causa di quel livido, bastava solo che Taehyung confermasse il mio pensiero.
Il mio ragazzo abbassò lo sguardo cosa che non aveva mai fatto.
« Sai com'è ... i ragazzini a scuola si divertono a prenderti in giro, sopratutto se sanno che sei diverso...ma tranquillo piccolo gli ho ridotti abbastanza male così da non darci fastidio » disse Tae sorridendo e annuendo convinto delle sue parole.
Sentivo le lacrime che volevano uscire ma cercai di trattenerle anche se tutto questo mi distruggeva.
Era colpa mia, se lo picchiavano o se lo prendevano in giro per la sua omosessualità.
Se gli fosse successo qualcosa di ancora più grave non me lo sarei mai perdonato.
« È colpa mia ... se non stessi con me ti lascerebbero in pace » sussurrai iniziando a camminare e stringendomi le braccia con le mani.
« Ehi piccolo no vieni qui » disse Tae afferrandomi il polso e facendomi voltare verso di lui.
« Mi dispiace tanto ... » sussurrai di nuovo sentendo una lacrima rigarmi il viso.
A volte ero troppo sensibile lo sapevo da solo, ma essere responsabili del male che affligge gli altri non poteva rendermi felice.
« Ascoltami piccolo, non è colpa tua. Io ti amo e mi farei menare altre mille volte perché non m'importerebbe minimamente. Loro possono far soffrire il mio corpo ma il mio cuore non smetterà mai di battere per te » rispose Tae prendendomi il viso tra le mani.
Io lo guardai sentendomi sia in imbarazzo che felice per le parole che aveva appena detto.
Infondo ci teneva tanto e ormai lo avevo capito ma un po' di paura c'era comunque.
« Hyung ... ti amo » dissi alzandomi sulle punte e baciandolo.
Subito lui ricambiò il mio bacio stringendo le braccia attorno ai miei fianchi, quasi da farmi alzare del tutto da terra.
« Piccolo non devi piangere, io starò bene finché tu sarai al mio fianco » sussurrò Tae sulle mie labbra.
« E io mi sentirò al sicuro fino a quando tu mi terrai stretto tra le tue braccia » risposi sorridendo come un abete e accarezzando i suoi capelli con le dita.
« Il mio bellissimo puffetto » disse dando un piccolo morso sul mio naso così da farmi ridere.
« Senti un po' ... visto che non posso andare a scuola per qualche giorno dato che mi hanno appena dimesso dall'Ospedale e mia mamma non c'è ... che ne dici di stare da me? Ovviamente ti lascerò andare a scuola la mattina se vuoi » dissi sorridendo e sperando che accettasse la mia proposta.
« Ma certo che starò da te piccolo e la scuola può anche aspettare perché tu sei più importante » rispose Tae prendendomi in braccio come se fossi una principessa.
« Yaaa Hyung mettimi giù! » gridai scoppiando a ridere.
« Nono il mio piccolo deve conservare le forze » rispose lui ridendo a sua volta e avviandosi verso la via dove abitavo.
« Ah si? E per cosa? » chiesi con un tono leggermente malizioso.
« Se te lo dico non c'è divertimento » disse Tae facendo una espressione al quanto pervertita.
« Ma guardalo! Mi farai impazzire prima o poi » risposi scuotendo la testa.
« Allora ancora non hai visto niente piccolo » sussurrò Tae al mio orecchio e facendomi rabbrividire.
Sapevo che questi sarebbero stati i tre giorni più belli della mia vita ma allo stesso tempo anche i più imbarazzanti di tutti.

Dear diary || VkookWhere stories live. Discover now