Broken.

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Quando finii la chiamata, il telefono scivolò dalle mie mani e cadde a terra, aprendosi in più pezzi.

Sentii le gambe cedere e le ginocchia picchiare dolorosamente sul marmo del pavimento, solo che non vi badai minimamente.

Quel misero dolore alle gambe, era completamente oscurato della vorace che sentivo in mezzo al mio corpo . Era come se qualcuno avesse squarciato il mio petto, senza alcuna anestesia, e avesse lasciato la ferita aperta, dolorosamente aperta.

Avevo gli occhi puntati sulla vetrata trasparente che dava sulla piscina, ma non riuscivo a vedere niente; sentivo i polmoni bruciare, alla ricerca dell'aria che non riuscivo a respirare e gli occhi bruciare, per le lacrime che non riuscivo a versare.

Non mi accorsi della presenza di Harry, di quel ragazzo talmente bello da farti sentire male, dallo sguardo talmente preoccupato da spezzarti il cuore, finchè non prese a squotermi le spalle, sussurrando - o forse urlando -  il mio nome.

E in quel momento le sentii, sentii le lacrime rompere, distruggere, spezzare, le barriere che il mio corpo aveva creato. Le sentii rigare le mie guance e scendere sul collo, tracciando scie lucide.

E poi arrivò il dolore, portando con se ogni singola sensazione straziante che il corpo poteva provare. I polmoni bruciavano, le lacrime scendevano e la voragine nel petto si allargava, togliendoti qualsiasi forza nel corpo, risucchiandoti ogni sensazione di felicità, di vita.

Però rimanevo immobile, scossa solo dal pianto.

"Ti prego, parlami."

Sentivo la sua voce, ma era come se fossi dietro ad una porta, come se non fossi abbastanza vicina per sentirlo davvero. E lo vedevo. Ero completamente consapevole del fatto che fosse inginocchiato davanti a me, con le mani sul mio viso, che mi implorava di rispondere.

Ma era inutile, tutto quanto era inutile in quel momento.

[Harry]

"Brooklyn, ti prego."

Sentivo il cuore battere nelle orecchie e l'angoscia attanagliarmi il petto.
Averla vista scivolare a terra e poi restare immobile, immersa solamente nelle sue lacrime, senza dare nessun segno di vita.

Asciugai il suo viso con la mano e avvicinai il mio viso al suo, obbligandola a guardarmi negli occhi. Ma tutto ciò che vidi, furono solo due cristalli azzurri vacui, lontani da qualsiasi cosa la circondasse.

Sentii un vuoto nel petto, riempito solo da una paura folle.

"Brooklyn!" Mi ritrovai ad urlare, sperando di ricevere anche una minima risposta che non fossero lacrime.

Ma non ottenni niente.

Respirai a fondo e poi incastrai il mio braccio sotto alle sue ginocchia e l'altro sulle sue spalle.

La sollevai da terra e la portai su per le scale, spalancando poi la porta della nostra camera.
Mi sembrava di star portando in giro una bambina, addormentata profondamente sul divano, troppo stanca per andare a dormire sul letto.
Ma, invece, avevo tra le braccia una delle ragazze del mondo, in completo shock.

La distesi sul letto e provai, ancora una volta, ad incontrare i suoi occhi, fallendo ancora una volta.

Lasciai un piccolo bacio sulle sue labbra, bagnate dalle lacrime, e uscii dalla stanza.
Appoggiai la testa contro la porta in legno e respirai più volte, tentando di calmare la rabbia che sentivo dentro.

That video - Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora