CAPITOLO QUATTRO

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La sveglia suona ed è una cosa fantastica svegliarsi la mattina con la propria canzone preferita.

Faccio la doccia,mi lavo i denti,mi trucco e mi metto i vestiti che ho comprato ieri,per completare il look mi infilo delle vans nere.

Mio padre mi saluta ma io non rispondo.

So che può sembrare da stronzi ma io non riesco a perdonarlo,in questi dodici anni lui mi mancava,io ho sofferto troppo per dimenticare tutto così.
No, non sento di riuscire a perdonarlo al momento, riesco solo a pensare al fatto che quando mamma e Dylan sono morti, lui sarebbe potuto essere lì a confortarmi come un padre che si rispetti. Invece è qui e non ha mai nemmeno accennato i loro nomi.

Troppe emozioni intense e dolorose ribollono dentro di me. Io non voglio sentire più dolore, per questo cerco di mantenetemi sempre impegnata, cerco di pensare ad altro.

E, pensando ad altro, è ora di andare.

Accendo la moto e parto verso la scuola.

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Attraverso il corridoio,sorrido a un paio di ragazze che ho conosciuto a educazione fisica e prendo i libri dall'armadietto.

Appena mi giro, purtroppo, vado a sbattere alla fidanzatina di Cameron,la rossa stupida.
Sinceramente non ho voglia di litigare appena sveglia, lei mi squadra da capo a piedi e poi apre quella bocca da gallina....oh no!

'Ho sentito che tu e Cameron ieri vi siete visti'
Sto per dirle che era semplicemente perché aveva bisogno del libro di filosofia ma lei non mi lascia parlare

'Senti Nervosetta non ti azzardare a provarci con lui,è mio, e tanto lui non ti caga'

Allora ascoltami bene vacca ormonata non rompere il cazzo o ti faccio a pezzi e brucio i resti.

'Uno.Ci siamo visti solo perché mi doveva chiedere il libro,Due.Non sono andata a cercarlo io è lui che è venuto da me,Tre.Usa quell'unico neurone che ti ritrovi per darmi un nomignolo un po' più originale di quello che usa già il tuo ragazzo.'

Detto questo sbatto l'armadietto e mi dirigo nell'aula di italiano.

Arrivo in classe in perfetto orario e noto con piacere che Nash frequenta il mio stesso corso.

'Ciao Nash,posso sedermi?'

'Certo Amber,accomodati e fa come se fossi a casa tua!' Scherza e riesce subito a tirarmi su di morale.

Passiamo la lezione a parlare.

Nash è davvero divertente, mi ricorda molto un amico che avevo in Italia. Forse è per questo che mi sento così in confidenza con lui, anche quando il nostro discorso tocca tematiche meno "leggere".

'Io ho perso mio padre quando avevo tredici anni,è stata dura,mi preoccupavo tantissimo per mia sorella che soffriva molto più di me perché loro due erano molto legati,così questa esperienza ci ha uniti più che mai.'

Quasi mi commuovo nel sentire le dolci parole di Nash,lui e Amanda mi ricordano molto me e Dylan.

'Quando ero piccola avevo una enorme passione per i minions. Un giorno Dylan mi ha portato al Luna Park e io ho visto esposto in uno di quei giochi dove devi colpire i bersagli un enorme minion di peluche,lo ho stressato così tanto che alla fine lo ho convinto a farmi provare. Ovviamente non ho vinto, ma il signore del gioco me lo ha regalato ugualmente. Quando gli ho chiesto perché lui mi ha risposto che gli stavo simpatica.
Tornata a casa ho sentito Dylan ridere con la mamma e ho scoperto che aveva pagato l'uomo sotto al bancone perché avessi quel peluche.
Mi sento in colpa perché non lo ho mai ringraziato abbastanza per tutto ciò che ha fatto per me.'

SHE IS MY ONLY CUTE BAD GIRL~Cameron DallasWhere stories live. Discover now