Lo schema di Giacomo

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La macchina era ancora lì.

Una Skoda Fabia grigia del 2006 parcheggiata da giorni e giorni davanti agli ingressi di biblioteca e mediateca. Forse qualcuno l'aveva già segnalata ai vigili, ma era dentro le strisce bianche e non dava fastidio a nessuno. Certo, ora avrebbero diffuso la targa per capire che fine avesse fatto, e la sua omissione nel dare quell'informazione non avrebbe aiutato. Daniele non sapeva con quale altra macchina Giacomo si fosse mosso in quelle due settimane e non gli importava. Sapeva cosa c'era nel bagagliaio di questa, il punto era aprirlo. Nei film la facevano facile, arrivava uno con un cacciavite, ravanava un po' e magicamente il bagagliaio si apriva. Per quel che sapeva la macchina aveva la chiusura centralizzata, non vedeva lampeggiare nulla all'interno ma non era sintomo che non avesse l'allarme. Del resto non aveva tutta questa scelta. Scese al parcheggio alle tre e mezza di notte, lasciò la sua auto aperta, la chiave infilata, pronto a scappare a gambe levate pregando che non ci fossero telecamere in giro a riprenderlo. Si era portato dietro dei cacciavite e anche alcune vecchie chiavi, pensando di tentarle tutte. Per un attimo aveva sperato che magari Giacomo, così bizzarro, potesse averla lasciata aperta, ma no. Ci mise un po', quasi tre quarti d'ora in cui non passò praticamente nessuno, ma lo stesso a ogni minimo rumore sobbalzava e si acquattava a terra. Finalmente la serratura scattò, niente allarme. La roba nel bagagliaio gli sembrò di meno rispetto alla sola volta in cui Giacomo gliel'aveva mostrata, ma erano comunque almeno tre faldoni pieni di fotocopie e appunti. Daniele trasportò tutto alla propria auto e fece per tornare a casa. Poi ci ripensò. Non era certo che non lo sorvegliassero, erano passati dentro dicendogli che poteva darsi che tornassero con un mandato di perquisizione. Forse era solo una minaccia a vuoto per ribadirgli di starsene buono e al posto suo, ma forse no. A casa di suo padre non poteva lasciare quei documenti, già c'era la macchina di Vincenzo che gli aveva fatto portar via il giorno in cui lui e Mariangela avevano trovato Giacomo morto. Suo padre non aveva fatto domande, aveva letto i giornali come tutti, erano stati giorni di bufera pesante. Al lavoro tutti si erano dimostrati solidali, Gianni gli aveva chiesto scusa per avergli dato dello stronzo quando si era assentato senza avvisare, gli offrirono perfino qualche giorno di ferie pagate. Daniele aveva preferito mettere su una bella facciata di normalità, perché un comportamento strano sarebbe stato ricondotto subito alla macchina che aveva intenzione di forzare. Lui e Mariangela avevano mentito sin da subito su piccoli dettagli, avevano detto il minimo indispensabile tacendo molte cose. Non l'aveva più sentita da allora, l'ultima immagine era lei che si infilava in quella Micra azzurrina, i capelli spettinati, la faccia invecchiata. La Liguria era troppo lontana per portare i documenti a lei, e comunque se tenevano d'occhio lui lì di sicuro facevano altrettanto lassù. All'azienda no, non voleva portare guai, Gianni lo escludeva e non c'era una donna con cui fosse stato abbastanza di recente e con la quale avesse mantenuto rapporti sufficientemente buoni. In quel momento preciso Daniele realizzò di essere solo. Non aveva un posto, non aveva una persona. Allora, senza soffermarcisi troppo sopra, prese la via per la città. Sarebbe andato alla stazione, al deposito bagagli.

*

Aveva chiuso tutto in un armadietto per il modico prezzo di 5 euro al giorno. Aveva rapidamente verificato che per ogni persona individuata da Giacomo c'era una busta in acetato contenente articoli di giornale e qualche stampata da internet, numeri, indirizzi, compreso il suo. Non era difficile trovare qualcuno, se ti ci applicavi con metodo e avevi un po' di tempo libero. La sola cosa che aveva intenzione di portare con sé era una specie di schema cifrato scritto a mano, incasinatissimo. Pensò che se la polizia lo trovava sopra c'erano le impronte di Giacomo, così se lo fece fotocopiare in una tabaccheria e mise l'originale insieme a tutto il resto. A casa aveva iniziato a studiarselo, decodificando le voci più semplici e segnandosi a parte tutte le altre che avrebbe dovuto verificare alla stazione. Lo schema diceva:

Non ti faccio nienteWhere stories live. Discover now