Banchetto

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Ore 17.45

Il cielo di un bel giallo rosato, qualche gabbiano pigro che lo attraversava senza un colpo d'ali, una coppia di anziani a passeggio in riva al mare, intabarrati e dalla camminata incerta. Serena appoggiava un angolo della fronte al vetro della finestra, già stanca per la serata che stava per venire.

«Da vecchia voglio essere anche io così.»

«Se ci arriviamo.» le buttò lì Andrea, un mazzetto di ricevute in mano e il registro aperto davanti, sul bancone.

«Quelli di Tripadvisor hanno cancellato il commento?» gli chiese.

«Non ancora.»

«Avevano detto che l'avrebbero fatto in giornata.»

«E' ancora lì.»

Alice le arrivò con un salto davanti ai piedi.

«Mamma, andiamo?»

Serena ebbe un moto di stizza. Lo sapeva che non potevano andare prima dell'inizio del servizio, lo sapeva, era così tutti i santissimi giorni, ma no, lei doveva provarci, doveva fare la spiritosa. Si tenne una rispostaccia, ma non riuscì a sorriderle.

«No, dobbiamo aspettare le sette e mezza.»

«Ma io ho finito i compiti. Posso uscire?»

«No.»

«Dai, solo sulla veranda.»

«No.»

«Perché sempre no? Dai, papà, posso?»

«E' inutile che chiedi a tuo padre, se io ti dico di no è no.»

La bambina si ritirò in sala con il broncio.

«Non toccare niente!» le urlò dietro la madre.

«Perché sei così nervosa?» le chiese Andrea in tono pacato.

«Ma non lo so. Per la cena. Per quegli stronzi di Tripadvisor. Per tutto il resto, non lo so.»

Non le piaceva stare così, non le piaceva ESSERE così. Lei era sempre stata una persona allegra. E dio, sì, benediceva ogni giorno quel rapimento, l'attenzione dei suoi genitori finalmente focalizzata di nuovo su di lei, gli anni seguenti quel 1987 erano stati bellissimi. Era stato allora che aveva deciso che avrebbe portato avanti lei il ristorante, suo padre se la portava dietro dai fornitori, aveva imparato a conoscere benissimo il pesce, a pulirlo, meno a cucinarlo ma non faceva niente. A 16 anni aveva iniziato a servire ai tavoli e ora era tutto in mano a lei e ad Andrea. Se quell'uomo non l'avesse presa con sé probabilmente avrebbe finito con l'odiare tutto, i suoi genitori, il ristorante che li fagocitava, il pesce, il mare, Chioggia, tutto. E oggi sarebbe stata chissà dove, con chissà chi, a fare chissà cosa. Invece la sua vita le piaceva da pazzi, era proprio una donna soddisfatta. O almeno era andata così fino alla fine dell'estate, quando erano iniziate le recensioni cattive sul ristorante. Senza ragione, perché il loro pesce era fresco, il locale pulito, il cuoco bravo, eppure su vari siti di recensioni dei clienti era stato detto che il loro pesce era avariato e la cucina sporca. Era arrivato l'ufficio d'igiene, a sorpresa, avevano controllato tutto e non c'era stato nulla da dire, tante scuse e arrivederci. Ma i commenti non erano diminuiti e dopo un po' di tempo gli incaricati erano tornati per una segnalazione anonima, molto insistente. Allora l'ispezione era stata più approfondita, Serena si era arrabbiata, erano volate parole grosse, ma quelli facevano solo il loro lavoro e alla fine aveva offerto a tutti il caffè, si era scusata e la cosa era finita in nulla. Non capiva chi potesse essere . Un ristorante concorrente? Impossibile, lei andava d'accordo con tutti e i suoi avevano stabilito rapporti ottimi nella zona. Andrea non era nemmeno del posto, si era trasferito dopo il matrimonio, non era proprietario, anche se lei gli aveva offerto una quota di minoranza. Dunque chi, perché? Poi era arrivata la telefonata di quella strana donna, e lei l'aveva presa sul ridere, all'inizio aveva creduto che fosse la sua amica Milena che le faceva uno scherzo cretino. E poi era arrivata quella botta dei bambini uccisi. I suoi ne erano rimasti molto turbati, avevano rivissuto la paura di allora, soprattutto sua madre. Serena faceva fatica a entrare in una certa ottica, non era una sospettosa, le pareva tutto assurdo, ai limiti del romanzesco. Poi la polizia era venuta a parlarle e la paura era arrivata tutta insieme. Sapeva di essere diventata soffocante con Alice, ma meglio soffocare una bambina viva che dare libertà a una bambina morta. Andrea aveva appoggiato la sua linea, lui era già ansioso di suo, così c'erano stati diversi giri di vite e l'esistenza era diventata più faticosa per tutti.

Non ti faccio nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora