Un'altra alba

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Non faceva come i poliziotti americani, non si era portato del caffè o altro da bere, eccezion fatta per una bottiglietta di acqua naturale. Finché aspettava davanti alla stazione si era servito del bar all'angolo, orario dei treni alla mano, tutte le volte che aveva avuto una finestra di inattività di almeno quindici minuti. Ma adesso si trattava di fare la notte, come ai vecchi tempi, e sarebbe semplicemente rimasto sveglio, se proprio fosse stato necessario avrebbe vuotato la bottiglietta e poi l'avrebbe riempita di nuovo. Nessuno era uscito dal motel, aveva visto entrare una donna nera, altissima, insieme a un cliente, ma anche loro erano rimasti rintanati al caldo. Lui non aveva acceso il riscaldamento, sapeva di non avere più l'età per fare il duro e puro e si era ben intabarrato, però restava a fari e motore spento, lucido, concentrato. Non aveva un piano definibile come tale, Giuseppe Cardinali, la sua intenzione era semplice: li avrebbe aspettati, li avrebbe seguiti, avrebbe capito cosa avevano in mente e poi avrebbe deciso il da farsi. Non si era fatto un'idea precisa di quei due (che inizialmente credeva sarebbero stati tre), dalle carte non emergeva nulla, forse la Valenti era quella dal passato più difficile, gli altri due erano persone comuni con vite comuni, nulla da segnalare. La Cozzani si era affrancata da quella compagnia così pericolosa, e buon per lei, aveva fatto bene. Gli altri due gli erano parsi nervosi, ed era ragionevole, si sapevano ricercati dalle forze dell'ordine, non era una cosa che distendeva i nervi. Forse dall'albergo avevano chiamato Michela Baldoni e sperava che lei si fosse attenuta alle sue istruzioni. Non avrebbe avvisato nessuno, per ora. Sua moglie sapeva che si stava invischiando di nuovo con cose che aveva promesso di lasciarsi alle spalle e aveva scrollato la testa stizzita quando quella mattina le aveva detto che forse non sarebbe rientrato fino al giorno dopo. Nemmeno la consolazione di immaginarlo con un'altra, era un uomo troppo integro. Quella che stessero per venire a Perugia era una sua ipotesi, come pure non era certo che avrebbero usato il treno e non un'auto, eppure era ragionevolmente ottimista sul fatto che potesse andare così. Per questo aveva avvisato Michela, per questo aveva trascorso la giornata a fissare l'ingresso della stazione, per questo ora si trovava lì. Se avesse dovuto trascorrere tutta la notte in bianco e il mattino dopo i due fossero partiti li avrebbe seguiti ancora, ma esclusivamente in frangenti di grande difficoltà avrebbe chiamato Ricci. Non era che non si fidasse, ma la pista che seguivano quelli di Torino gli sembrava solida ma senza logica. Il che non significava che quei due non fossero diventati pericolosi, magari alimentati da una fantasia alla Bonnie & Clyde. Ci stava rimuginando sopra quando il cellulare gli vibrò nel taschino. Dovette sbottonarsi quattro volte per raggiungerlo.

«Sì.»

«Guarda che sta per chiamarti Ricci.» la voce di sua moglie, offesa, era tagliente come una lama. «Ho detto che eri fuori con il cane.»

«Noi non abbiamo un cane.»

«Ho detto che ha la prostata. Poi sbrigatela tu.» e aveva riappeso.

Cardinali sorrise pensando che tra tante cose che gli erano andate male nella carriera una nella vita gli era andata benissimo.

Il telefono vibrò subito dopo.

*

La gazzella del carabinieri di Sant'Olcese era arrivata il più presto possibile. La casa era illuminata, anche se nessuno rispondeva al campanello. Avevano avvisato la caserma che a sua volta aveva allertato Rovigo e quindi Torino. I rinforzi erano venuti diretti da Genova insieme al mandato. Nessuno era entrato o uscito, nel frattempo, in compenso dalla porta era scivolato fuori un rivolo di acqua. La serratura era stata forzata dopo ampia comunicazione attraverso il megafono dell'imminente irruzione. Fuori c'era metà paese ad assistere, l'altra metà si stava vestendo o era per strada. In casa c'era un odore terribile, metallico, di bruciato. Trovarono una pentola vuota sul fuoco, il poco sale rimasto a incrostare il fondo. L'acqua veniva dal piano di sopra ed era fredda, perché dopo un po' il vecchio boiler non ce l'aveva più fatta. Il viso di Mariangela era quasi irriconoscibile, l'avevano picchiata selvaggiamente sia a mani nude che con un oggetto, c'erano pezzi di plastica nera per terra. Il corpo si stava già raffreddando, ma non poteva essere morta molto più di un'ora prima. Trovarono una finestra aperta a pianterreno e partirono da lì. L'intera casa venne delimitata, la via chiusa sopra e sotto, la gente tenuta lontana. Da Torino una voce di donna sbraitò di non toccare niente, aspettare la scientifica, che tutto andava imbustato e loro stavano arrivando, due ore e sarebbero state lì. La sola cosa che sembrò evidente a tutti, anche se non era presente personale medico, era che Mariangela era stata uccisa ma non violentata.

Non ti faccio nienteOù les histoires vivent. Découvrez maintenant