seven

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Mi ricordo che le prime volte in cui bevvi ci andai giù pesante; durante i dopo sbornia mi ripetevo "Mai più, non berrò mai più" e poi vomitavo.

E invece alla fine avevo continuato a bere al punto che per stare davvero male dopo essermi ubriacato dovevo aver bevuto roba davvero forte e in quantità davvero grande.

Mi sembrò che stesse andando come con l'alcol, in quella storia con Luke.
Era già la seconda volta che accadeva, la seconda volta che nel momento in cui ne pagavo le conseguenze pensavo "Mai più, non lo farò mai più." e poi però l'avevo rifatto.

Interruppi i miei pensieri quando mi salii un altro conato che mi fece piegare la testa sul water.

Mi asciugai sul polso, con mani e viso ormai troppo consumati per tutte le volte in cui in quell'arco di tempo li avevo lavati, in attesa di un qualche sollievo che non era arrivato.

Mi sedetti di nuovo a terra, con le spalle e la schiena a toccare le mattonelle fredde.

Io quella sera non avevo bevuto molto, roba forte sì, ma non molto.
Quindi il mio malessere non era dovuto a questo.

Avevo vomitato così tanto in quelle ore che ogni volta pensavo non avessi più niente nello stomaco e ovunque nel corpo, che fossi rimasto ormai completamente vuoto.

E io lo sapevo che non era per la sbornia.
Lo sapeva anche Luke, che per le prime due o tre volte era rimasto lì a reggermi i capelli e la testa, ma poi aveva capito e se n'era andato senza dire una parola.

Se c'era una cosa che mi faceva stare così male, quella era l'ansia.

E quella volta, il perché lo sapevo molto bene.
Lo sapevamo entrambi.

E non ero l'unico: dalla parete non troppo spessa che divideva il bagno e la stanza di Luke, riuscivo a sentirlo girarsi sul materasso e un accendersi e spegnersi continuo di una luce, probabilmente quella accanto il suo letto.

Mi venne voglia di alzarmi, debole per com'ero, e di andare da lui per stringermelo addosso.

Sorrisi, ricordandomi di quando in lacrime dissi a Luke di stringermi a sè, chè sarei stato meglio.

Lui, che sapeva quanto solitamente odiassi il contatto fisico, mi aveva abbracciato piano, cauto; come se da un momento all'altro avessi potuto staccarmi.

Ricordo però che non lo feci, perché io quel tipo di contatto lo odiavo con chiunque non fosse Luke.

Avevo il vizio di permettergli tutto.
Perché lui era Luke.

Poi divenne un'abitudine, lo faceva sempre, come a dirmi "Starai meglio, qualunque cosa sia successa."

Mi venne da vomitare.
E vomitai.

Stanco

* *

Sentii qualcosa vibrarmi tra le mani, aprii gli occhi scoprendo fosse il mio cellulare.

"Sconosciuto" era chi mi stava chiamando a chissà quale ora del mattino, feci per rispondere, ma non ebbi il tempo che già la chiamata era chiusa.

Il mio cellulare segnava le 5:11, mi sentii indolenzito da fare schifo. Mica per il doposbornia, ma perché me ne ero stato per tutto quel tempo seduto sul pavimento di quel bagno di merda.

Mi alzai piano, sentii la mia schiena fare male e le gambe addormentate.

Ero sicuro di aver stampate addosso tutte le mattonelle grige e bianche delle pareti.
Rinunciai a sciacquarmi il viso per paura di svegliare Luke
Luke.
Sospirai forte, improvvisamente mi veniva da piangere, aprii piano la porta.

Sextape | MukeWhere stories live. Discover now