eight

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Evitare Luke era probabilmente la cosa più complicata e dolorosa che avessi mai fatto in vita mia.

Incrociare il suo sguardo nel corridoio e fingere che fosse quello di un qualunque studente, fingere che non volessi incrociarli i suoi occhi
mentre ogni parte di me mi pregava per un secondo, uno solo, di perdermi ancora in lui.

Questo era doloroso, doloroso da fare schifo.

Ma ciò che faceva più male era che io non riuscivo a dimenticarmi di nulla, e ogni cosa dentro me era in contrasto con la mia ragione. In contrasto con la parte razionale che diceva fosse giusto così, che mi stava bene.

Ma non mi stava bene per niente, non stavo bene per niente.

"Mikey non uccidermi, ok?" la voce di Ashton mi ricordò della sua presenza, mi guardava quasi implorante in attesa di una risposta su qualcosa che non avevo ascoltato.

"Ok, sì. Va bene" diedi più risposte per essere sicuro di averne data almeno una corretta.

Mi guardò come se non si stesse aspettando delle parole positive, corrucciando un po' lo sguardo.
Ma poi allargò le labbra in un sorriso e quasi venne anche a me, da sorridere.
Mi alzò un pollice -mi chiesi se fossero umane le sue dita, per quanto lunghe- e "Ok, datti una ripulita e vediamoci al pub" mi disse ancora tutto sorridente.

Tutta quella allegria cominciava ad irritarmi.

Lo liquidai con un saluto e me ne tornai in stanza.

Presi il mio blocco di post-it colorati strappandone uno scrivendoci sopra.

Due settimane e tre giorni.

Rilessi ad alta voce ciò che avevo scritto, due settimane e tre giorni che evitavo Luke.
Due settimane e tre giorni che non
lo sfioravo, che non sentivo la sua voce e la sua pelle a contatto con la mia.

Mi sembrò di essere impazzito, contare i giorni come fosse un traguardo quando invece era un continuo andare a ritroso contro me stesso.

Da quando io e Luke non ci vedevamo più e Ashton aveva cominciato a stare sempre con quel Calum io mi ero ritrovato solo.
E quando stavo solo trovavo compagnia nell'alcol.

O meglio, da quando stavo solo-senza-Luke. Quindi, da due settimane e tre giorni l'alcol era diventato il mio nuovo migliore amico.

Mi stropicciai gli occhi e sospirai, non dormivo mai e la stanchezza si faceva sempre più insistente con i giorni.
Guardandomi allo specchio mi sembrò di essere invecchiato di almeno 10 anni, così sciacquai vigorosamente la mia faccia, che però rimase con il suo solito colorito pallido da fare paura.

Sospirai per l'ennesima volta, neanche perdendo tempo a sistemare i capelli sbiaditi e scombinati.
Non volevo essere bello per nessuno, non volevo neanche provarci.

***

Appena entrato in quel locale le parole ad altissimo volume di Eminem mi fecero quasi girare la testa.
Mi guardai intorno alla ricerca di Ashton, ma al suo posto chi mi si presentò davanti fu Calum.
Calum.
Che cazzo ci faceva quello ?

Pensai fosse un caso, quindi lasciai perdere e cercando di non irritarmi continuai a cercare vanamente quella dannata testa riccia.

"Hey, Michael"

non sta parlando con me, vero?

"Michael, mi fa piacere che tu abbia accettato di uscire con noi stasera" quella voce caldissima, quasi irritante, non poteva che appartenere a Calum Hood.

Sextape | MukeWhere stories live. Discover now