eleven

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Luke

Ci sono cose, a volte, che sfuggono al nostro volere: circostanze in cui ci ritroviamo senza volerlo.
In quel periodo avevo imparato a conoscere bene quella sensazione, mi era capitato tante volte di fare cose che erano sfuggite alla mia ragione, alla parte razionale del mio cervello.

Nelle ultime settimane questa sembrava essersi spenta, ero diventato una macchina fatta d'istinti e di qualcosa che c'entrava con le emozioni ma mai con l'autocontrollo.

Michael riusciva ad innescare qualcosa dentro di me, come un cortocircuito che rendeva impossibile controllare gli impulsi più repressi in me.

Andandomene in quel modo e senza una spiegazione dalla stanza, ieri, avevo fatto male pure a me stesso. Ma era stato un impulso, uno che però era dettato da qualcosa di razionale. E che mi aveva fatto male, perché era stato sbagliato, più di tutte le cose stupide e impulsive fatte in passato.

Camminavo veloce nel corridoio, alla ricerca dell'aula di Letteratura e di Ashton, che non vedevo da settimane.
Probabilmente aveva intuito che fosse accaduto qualcosa tra me e Michael, quindi si era tenuto lontano.

Lo trovai proprio davanti l'aula, con un cappuccino tra le mani e una tracolla nera che gli avevamo regalato io e Michael uno o due anni prima.

Lo salutai, lui in risposta mi sorrise e mi abbracciò. Mi erano mancati i suoi abbracci.

Respirai a fatica, d'un tratto i miei polmoni non riuscivano più a pompare ossigeno.

Avrei voluto parlare di tante cose con Ashton, dirgli che mi era mancato e che l'avevo visto in giro con Calum mano nella mano, chidergli come se la passava; ma in quel momento avevo bisogno di pensare a me.

"Sono andato a letto con Michael."

Nessuna espressione sul suo volto, passò la lingua sulle labbra secche per il freddo, e "Dimmi qualcosa che non so, Lukey"

Sgranai gli occhi. Doveva essere stato per forza Michael, o Ashton aveva il potere di leggere nella mente; il che non sarebbe neanche stato così strano per uno come lui.

"Te l'ha detto lui?" la domanda mi sorse spontanea, un po' mi faceva paura conoscere la risposta.

"Non esattamente"

Avrei volentieri preso il mio amico a schiaffi, ma il professore che entrava in classe lo salvò.

Fortunato, ma la conversazione non sarebbe finita lì.

Entrai e mi sedetti tra gli ultimi banchi accanto ad Ashton, mi guardai intorno, Michael era assente. Un classico, ultimamente.
Sarebbero state due ore particolarmente lunghe.

Uscito da Inglese -senza alcuna traccia di Michael per ben sette ore di lezioni, mi diressi alla mensa. Non ci andavo spesso, ma avrei trovato Ashton lì.
Io e lui avevamo un gran rapporto, spesso non avevamo neanche bisogno di parlare per capirci e, il più delle volte, riusciva a capire qualunque cosa accadesse solo dai miei comportamenti. Un po' era inquietante, ma si trattava di Ashton, quindi era ok.

Lo trovai seduto in una lunga tavolata di almeno dodici persone, tutte che conoscevamo di vista o con cui qualche volta eravamo usciti. Calum era accanto a lui, gli carezzava i capelli e glieli scompigliava.

Sextape | MukeWhere stories live. Discover now