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Lodovica Casali

Questa mattina il mio turno inizierà più tardi. Nonostante ció, mi sveglio di buon ora, forse perchè la beatitudine di cui stavo godendo durante il mio riposo era eccessivamente disturbata da dei ronzii estenuanti.
Irrazionalmente, penso a quanto mi manca.
Razionalmente, penso a quanto mi ha fatto male.
Le mie giornate sono strettamente legate a questi stati d'animo e sono costantemente condizionate da questi. Talvolta prevale la parte ragionevole di me, mentre altre volte il mio cuore troppo fragile riesce - fin troppo facilmente - a scavalcare la ragione ed ad arrivare in cima.

Applico l'eye-liner, cercando di fare una linea relativamente diritta, e metto un po' di blush soltanto dopo aver terminato gli occhi con il mascara; non amo passare troppo tempo a truccarmi, perchè non sono così brava a farlo e spesso quando tento di impegnarmi fallisco miseramente.
Benchè mi sia truccata, non ho voglia di vestirmi, così rimango in pigiama e decido di iniziare a scrivere.

Spesso inizio a riportare su foglio quel che penso, quel che scorre per la mia mente: frasi di canzoni, tento di documentare le immagini che ho in testa, ció che penso. Non lo faccio da molto tempo peró, più o meno da quando sono qui. Adoro di questo sfogo, oltre al fatto che i miei pensieri contorti prendono forma, il fatto che noto la mia calligrafia. Da come scrivo, riesco a capire come sto realmente, anche se in realtà quello già lo so.
Solitamente se scrivo schiacciato, e poco curato, con una penna a caso, mi sento triste, annoiata e stanca, senza la voglia di scrivere davvero, ma con il desiderio di rendere, se così possiamo dire, "tangibili" i miei pensieri. Invece, se le mie lettere vengono scritte larghe, grandi e cicciotte, significa che avevo voglia di espimere i miei pensieri, e spesso in questi casi, anche solo il mio sguardo emane  tranquillità.
D'un tratto la mia mano mi fa scrivere una parola: sfiorarsi.

La sveglia impostata la sera prima, per paura di non riuscire a svegliarmi, mi fa quasi sobbalzare. La spengo, posando la biro blu che stavo utilizzando. Prendo il cellulare tra le mani e senza accorgermene, mi ritrovo davanti agli occhi l'unica foto rimasta di me e Antoine. La parte irrazionale di me ha sorpassato la mia rivale e si è impossessata anche dei miei movimenti.
Putroppo per me, sono troppo dipendente da i miei pensieri su di lui.
Fisso l'immagine e forse è qui che capisco. Sfiorasi.
Noi due, fin dall'inizio, ci siamo sfiorati. Siamo arrivati a sfiorarci così tante volte, ma non siamo mai riusciti ad arrivare ad una conclusione definitiva, motivo per il quale ora siamo separati.
Forse è stata tutta una bugia quello sfiorasi, oppure tutta una grandissima verità.
Noi ci siamo sfiorarti con gli sguardi, un milione di volte.
Con i polpastrelli delle dita.
Con i respiri.
Con le labbra.
Con le spalle.
Con le braccia.
Con ogni fibra del nostro corpo.
Con i sorrisi.
Con le mani.
Con i sogni e i desideri.
Con i profumi
Ci siamo sfiorarti così tanto con i nostri baci che peró non abbiamo trovato un punto fermo. Ci sfioravamo perchè era bello e portava felicità. Ed è stata questa forse la nostra rovina. O meglio, la mia.

Mi ero fidata dei nostri momenti, invece ora non è rimasto nulla.

Tutto quello sfiorasi, senza peró dire se lui era realmente soltanto mio, aveva portato ad un cedimento.
I miei pensieri sono incasinati; se solo avessi stabilito subito ció che lui è per me ed io sono per lui, magari ora non sarei qui non il cuore spezzato: forse Antoine si sarebbe reso conto che per me non era un gioco, che io ci tengo sul serio e che provo davvero un sentimento.

Un sentimento davvero forte.

Invece io ho lasciato correre ed ho vissuto, purtroppo, con troppa spensieratezza la nostra avvenuta.
Ci siamo sfiorati troppo, senza peró toccarci mai.
Questo ha portato al mio star male e la realizzazione del fatto che per lui ero un passatempo, un anti-stress.
Eppure il sentimento che provo c'è ancora ed è bello forte, troppo forte.

SFIORARSI || Antoine GriezmannWhere stories live. Discover now