Capitolo 15: Don't leave my side.

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Alexander fissò Asher prepararsi un tea, dopo avergli sorriso. Era per caso in imbarazzo? Ghignò. Si divertiva come un bambino, lo doveva ammettere.
"È così che saluti il tuo ragazzo?"
Ash sobbalzò, voltandosi, il volto completamente rosso.
Decisamente in imbarazzo.
"Preparo un cartellone, con su scritto frasi così dolci che potrebbero farti venire il diabete?" Rispose, a tono.
"Mi accontento di un "Buongiorno, amore mio"."
Ash ritornò ad occuparsi della sua bevanda, senza degnarlo di una risposta.
Lo provocava in un modo così eccitante... Tuttavia non riusciva a darsi pace. Aveva quel magone, all'altezza del cuore, che non ne voleva sapere di andare via. E come avrebbe potuto?
Doveva dirglielo.
Sì alzò, avvicinandosi e cingendogli la vita da dietro.
"Allora facciamo così, lo dico io. Buongiorno, amore."
Lo sentì trattenere il respiro, lasciando perdere qualsiasi cosa stesse facendo. Si mostrava un leone, ma Alexander sapeva che in realtà era solo un gattino che mostrava le unghie.
"Prendi l'insulina." Rispose, dopo qualche secondo. Alexander sorrise ampiamente.
Vedendo che Alexander non aveva alcuna voglia di lasciarlo andare, si rigirò nell'abbraccio.
Si alzò in punta di piedi, poi gli lasciò un bacio a fior di labbra.
"Buongiorno anche a te."
Un gattino, per l'appunto.
Fu Alexander ad approfondire il bacio, mordendogli il labbro inferiore prima di lasciarlo andare.
"Ascolta, stamattina, mentre dormivi, il tuo telefono ha iniziato a suonare." Mentì - il telefono era il proprio. Lo vide annuire, aspettando che continuasse.
"Ho lasciato perdere una volta, ma quando ha ripreso a squillare, ho risposto." Fece una pausa. "Era tuo fratello."
Lo vide diventare bianco come un fantasma.
"Cosa voleva? E chi gli hai detto che sei?"
"Sa della nostra relazione, e prima di iniziare a farti prendere dal panico, era assolutamente tranquillo."
Ash rimase sconvolto.
"Davvero?"
"Mh."
"È stato Cameron, sicuro. Non sa tenersi qualcosa per sé, quello sbruffone."
"Vuole parlare con entrambi. Giusto per mettere le cose in chiaro."
"Cameron?"
"Tuo fratello, idiota."
"Oh. Intendi... oggi?"
Alexander annuì.
"Quindi, mi porti ad incontrare tuo fratello o niente?"
Asher distolse lo sguardo, visibilmente a disagio.
"Se l'ha chiesto lui... Okay."
Non gli piaceva mentire, per nulla. Specialmente a qualcuno come Asher.
Ma non aveva altra scelta.

Posò il telefono nella tasca del giubbotto, prima di salire nell'auto di Alexander. Era così bello, sembrava il sole. Riscaldante, luminoso, accecante.
"Quindi davvero non sembrava arrabbiato?"
Alexander distolse lo sguardo dalla strada giusto un momento, sorridendogli. Poi annuì.
"Paura?"
Sì.
No.
"Non lo so. Insomma, non abbiamo mai parlato di tutto questo. Probabilmente non ne avrebbe saputo niente, se non fosse stato per Cameron."
"Ti ha tolto un peso. È stato gentile, da parte sua. È suo amico, quindi magari ha saputo quali parole scegliere... insomma, ha fatto un favore ad entrambi."
Annuì, prima di accendere la radio.
Aveva comunque un brutto presentimento.
Un quarto d'ora dopo si ritrovarono seduti sul divano del fratello, che invece si era accomodato sulla poltrona, mentre Birdie stava vicino al ripiano della cucina.
Aveva sorriso loro debolmente, il che non era assolutamente da lei. Che forse le dessero fastidio le persone come lui?
Suo fratello sembrava distrutto, come se non avesse chiuso occhio per tutta la notte.
"Quindi... state insieme?"
"Sì."
Cole annuì, passandosi una mano tra i capelli. Poi portò lo sguardo su di Alexander.
"Hai intenzioni serie o è solo per passare tempo?"
"Se fosse per il secondo motivo, al momento non sarei neanche qui." Rispose lui, prontamente.
"Allora... sono felice per voi. Però sappiate, io ho la responsabilità di mio fratello, quindi se vedo qualcosa che non va, non ci metto niente a chiuderlo in camera e buttare la chiave."
Alexander annuì. Asher, il cuore accelerato, fece lo stesso.
Che momento assurdamente imbarazzante...
Quindi... aveva avuto il suo consenso? In modo così semplice?
Cole aprì la bocca, sul punto di dire qualcosa, poi la richiuse, come se non sapesse le parole da utilizzare.
Cos'altro c'era da dire?
Asher vide Birdie avvicinarsi al fidanzato, mettendogli una mano sulla spalla.
Iniziò ad insospettirsi, la sensazione che qualcosa di brutto gli sarebbe stata detta da un momento all'altro, lo assalì.
Non aveva detto che per lui andava bene?
"Asher, io... ne approfitto, mentre c'è anche Alexander. Stanotte ho ricevuto una chiamata..." Prese un profondo respiro. "Era papà."
Terminò così il suo discorso, fissandolo attentamente.
Probabilmente fu in quel momento che il suo cervello smise di funzionare.
Un cortocircuito, poi il blackout.
"E-e cosa voleva?"
Cole non rispose, ma i suoi occhi divennero chiaramente più lucidi.
No, stava solo pensando al peggio, esagerando.
"Cole, cosa voleva papà?" Chiese, duramente. La vista gli si appannò.
"Mamma non c'è più."

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