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"Matto. Affetto da un alto grado di indipendenza intellettuale; non conforme ai modelli di pensiero, parola e azione, che la maggioranza ricava dallo studio di sé stessa. In poche parole, diverso dagli altri"

-Ambrose Bierce

È strano, non trovate?

Come al buio ogni cosa sembri uguale all'altra.

Ogni forma, ogni ombra... tutto può esser visto per ciò che non è. E Forse è anche per questo che le persone ne hanno così paura; Nell'oscurità non c'è certezza. Ci sono solo dubbi... ombre, Cose che sembrano altre cose, che si mimetizzano nei colori plumbei; forse per far paura. forse proprio per paura di esser visti.

A volte, Perfino l'ombra di una sedia può sembraci molesta; Perfino il lieve ondeggiare delle foglie degli alberi, ed il frusciare stesso delle  coperte del letto sotto il nostro peso... nel buio, anche la cosa più stupida del mondo può apparirci come il peggiore dei mostri... 

Eppure tutto questo accade solo perché noi glielo permettiamo; solo perché diamo alla paura il permesso di controllarci.
Si, perché infondo una sedia è pur sempre una sedia. E gli alberi sono pur sempre alberi... e La nostra è solo un inconscia autosuggestione; un meccanismo di difesa imperfetto che ci fa temere perfino le ombre; proprio le ombre,  che son tutto fuorché pericolose.

Louis amava il buio.

Forse perché in esso riusciva a non vedersi. Forse, perché in esso i difetti che tanto odiava del mondo venivano oscurati. Non sapeva definire questa sua predilezione per lo scuro, se non come un'irrazionale aspirazione alla cecità. Quando aveva provato a spiegare la sua teoria allo psicologo, lui aveva corrucciato le sopracciglia e: "perché mai un ragazzo giovane come te desidererebbe possedere un handicap cosi orribile?" aveva chiesto, rigirandosi quella  sua stramaledetta penna a sfera fra le dita.

E Louis non sapeva davvero come rispondere a quella domanda; perché l'unica risposta sensata che gli veniva in mente era: "Pace"

Pace, Perché infondo lui voleva solo questo. Attendeva con insolito appetito l'inesorabile momento in cui tutto sarebbe diventato nero anche per lui. Il momento in cui tutto sarebbe scomparso e lui avrebbe smesso di sentire male. Forse la sua così insensata bramosia era dovuta al fatto che ogni cosa al mondo riusciva a ferirlo. Ogni oggetto, ogni parola, ogni forma...

Forse, Louis voleva diventare cieco Per non vedere come le cose apparissero alla luce del sole; Per smettere di crogiolarsi nel proprio dolore e rinchiudersi in silenzio nel mondo delle ombre che aveva appositamente creato per se, per proteggersi da una vita che continuava a fargli del male. ormai, era quello  il suo unico luogo di salvezza; il suo ultimo porto sicuro dove poter approdare senza paura...

E le ombre, beh...

Le ombre erano diventate sue amiche; gli facevano compagnia sempre, in ogni momento: Quando piangeva, loro erano sempre lì. a cullarlo in silenzio, senza fare domande... e quando tornava da scuola, distrutto, loro lo stavano aspettando; Pronte per raccogliere tutti i suoi pezzi e tenerseli stretti. Senza lasciarli andare.

Mai.

Le voci delle ombre apparirono solo dopo qualche mese; come un mormorio di sottofondo che diventava sempre più forte, sempre più forte, sempre più forte... Gli parlavano di notte, quando nessuno poteva interromperli, e gli raccontavano storie; favole per lo più. Le loro novelle gli conciliavano il sonno e le loro voci lo facevano sentire meno solo.

'Non ti lasceremo, non ti lasceremo'

sussurravano piano alle sue orecchie ogni qualvolta i suoi occhi diventavano pesanti e la sua mente si abbandonava al sonno. E avevano mantenuto la promessa, sempre. Perché non l'avevano mai lasciato... loro non l'avevano mai perso.

The Only Exception //IN REVISIONE//Where stories live. Discover now