1st Blue Day

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Buona lettura ( • ̀ω•́ ) 

Tornare a casa fu più stancante dell'andare a scuola, sopratutto perché sapevo mi aspettasse l'interrogatorio di mia madre.
Attraversai il tunnel di alberi ed entrai in casa salutando piano.
Ipazia mi corse in contro abbracciandomi le gambe ed io la sollevai facendole fare una piccola piroetta. Sono sempre stato buono con lei, anche perché la trovo irresistibile, e l'ho sempre trattata come una principessa. Ci tengo ad avere un buon legame con lei specialmente ora che i nostri genitori si sono separati, e spero anche che rimanga così dolce da grande.

- Com'è andata?- le chiesi rimettendola a terra
- Benissimo! Ho fatto subito amicizia con Katy perché mi ha detto che il mio nome è bello-
- E infatti lo è, hai già mangiato?-
- No, ti aspettavamo-

Ipazia è sempre stata guardata male per il suo nome, come del resto anche io, e non voglio assolutamente che pensi sia brutto o da cambiare. Il nome è qualcosa che ci viene regalato dai nostri genitori, sarebbe ingiusto sostituirlo.

- Allora, com'è andata la tua prima giornata?-
- Mamma un attimo! Non mi sono nemmeno tolto la giacca- poggiai lo zaino sul primo gradino delle scale e appesi il giubbotto all'attaccapanni.
- Cosa si mangia?- domandò Ip per compensare il vuoto della mia risposta, o forse semplicemente perché aveva fame

- Fish and chips! E ora parla 'Ometto' sei sotto inquisizione-
- Va bene- presi un respiro, mi sedetti ed iniziai
- La mia classe è in fondo a destra-
- Com'è? Bella?-
- Mamma non interrompere- la ammonì Ipazia
- È grande perché siamo in venti circa, mi hanno fatto sedere affianco alla ragazza più brava della classe, dietro ho un albino, di fronte un ragazzo che sembra simpatico e a destra uno che devo ancora conoscere-
- Era assente?-
- No è che... Devo semplicemente conoscerlo meglio, mi sembra un po' antipatico ma non posso dirlo a prima vista-
- Gli insegnanti? Come sono?-
Addentai una patatina perché stavo morendo di fame e continuai
- Il professore di chimica mi sembra simpatico e quello di italiano sembra un imperatore però spiega molto bene. Poi il professore dell'ultima ora non c'era quindi abbiamo avuto supplenza-
- Ancora con queste supplenze? Non ce la facevo più nell'altra scuola e ora me le ritrovo anche qui!-
- Mamma ho fame posso mangiare?-
- Si scusate, buon appetito-

Le patatine di mia madre sono una delle cose più strepitose della terra. Non è una cuoca eccellente ma le sue patatine sono da urlo. Dopo pranzo salii in camera e decisi subito di testare la comodità della mia 'soffitta' che poi soffitta non era, si poteva benissimo definire come un 'mini-studio/sala-di-isolamento'. Entrai in camera e ricordai che non avevo ancora sistemato gli scatoloni; poco importava, lo avrei fatto dopo, al posto dei compiti che tanto non avevo. Entrai in bagno e salii le scalette della botola.
Secondo me era il parquet, era lui l'elemento che rendeva tutto speciale, rendeva l'ambiente caldo e accogliente, insomma avete capito che amo questa stanza, tenterò di contenermi nel descrivere ogni volta la sua magnificenza.
La libreria era ancora vuota quindi non potevo leggere anche perché i libri erano negli scatoloni. Mi sdraiai sul divano cercando il telefono ma lo avevo dimenticato in camera; non mi andava minimamente di scendere le scale quindi decisi semplicemente di riposarmi godendomi la sua freschezza.

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Quel divano ha poteri nalrcolettici. Mi svegliai quasi di soprassalto non capendo dove mi trovavo e mi massaggiai l'orecchio destro visto che gli occhiali mi si erano schiacciati in faccia lasciandomi probabilmente un segno rosso. Mi girai intorno per vedere se c'era un orologio appeso che non avevo notato ma non lo trovai.
* Devo mettere degli orologi*
Decisi di scendere anche se la luce che proveniva dall'abbaino mi invogliava a raggomitolarmi con una coperta sul tappeto alle spalle del divano. Purtroppo la mia coperta preferita era nelle scatole. Ok forse era meglio se iniziavo a svuotarle quelle dannatissime scatole. Uscii dal bagno dopo aver richiuso la botola e mi aggiustai gli occhiali sul naso, deciso a darmi da fare.
Presi lo scatolone più vicino che avevo e iniziai a spostarlo verso la finestra: lì ci avrei messo i contenitori con i vestiti

Easy EnoughWhere stories live. Discover now