6th Blue Day

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Buona lettura ( • ̀ω•́ )

- Quindi... Cosa hai imparato di me?-
Sebastial, dopo avermi incantato con quei cristalli mi aveva spiegato da dove venissero i tappeti, dove avesse preso tutte quelle sabbie colorate che aveva sulle mensole, dove prendesse i vestiti, perché effettivamente nella stanza non c'erano né armadi né cassettiere: lui mi aveva semplicemente spiegato che erano incastonate nel muro e come a volte fosse difficile prendervi i vestiti.
Mi aveva spiegato come si ricordasse la posizione di ogni singolo oggetto nella stanza e di come ognuno di questi lo facesse sentire 'bene'.
- Beh... Potrei provare a dire che sei una persona solitaria, vuoi i tuoi spazi, non importa come, ti piace stare nel tuo posto, al sicuro, e credo che tu voglia nasconderti dagli altri... In qualche modo.-
Sebastial mi stette semplicemente ad ascoltare, guardandomi anzi fissandomi con quelle gemme blu che non lasciavano mai andare le mie scure
- S-sei una persona ordinata, precisa, curata, non ti piace far vedere tutto di te, almeno non subito, anche se credo che tutto quello che hai dentro, come anche tutto quello che è in questa camera dovrebbe uscire fuori... Perché è bellissimo; magari non piacerà a tutti ma prima o poi qualcuno lo potrebbe trovare unico come realmente è-
Ci fu qualche secondo di silenzio dove incapace di sostenere il suo sguardo mi concentrai sulle mie mani che si erano strette disordinatamente sulle mie gambe
- C-ci ho preso?- inspirò piano
- Completamente- quella parola, era stata pronunciata con una voce che non gli avevo mai sentito, calma, scandita, incredula e così calda che mi vennero i brividi lungo nuca.

- S-seb-
- Tu invece? Che tipo sei?... Posso indovinarlo?-
Ingoiai a vuoto e semplicemente lo guardai. Avevo la gola secca e non ne capivo nemmeno il motivo. Iniziò a parlare

- Sei un tipo solitario, vuoi i tuoi spazi, non importa come- le sue labbra si muovevano lente componendo parole perfette, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso ed il mio respiro stava iniziando ad appesantirsi.
Perché? C'era forse qualche odore che mi dava fastidio, che mi impediva di inspirare correttamente?

- Vuoi stare nel tuo posto, al sicuro, e credo che tu voglia nasconderti agli altri... In qualche modo.- sorrise
Che mi stessi sentendo male? E poi perché stava ripetendo quello che avevo detto io?

- Sei una persona curata, non dici mai quello che pensi realmente, passa tutto sotto una censura automatica-
Come faceva a sapere tanto di me in così poco tempo? Non mi stavo sentendo bene, il cuore aveva iniziato a battermi forte; che avessi p-paura di lui? Ma io non ne avevo, faceva caldo, dovevo calmarmi

- Ma io credo che se tu lasciassi andare quello che hai dentro e dicessi quello che veramente stai pensando qualcuno potrebbe incantarsi nelle tue parole e non uscirne più via, anzi... Non uscirne più vivo-
Cosa significava? E sopratutto a chi si stava riferendo? Perché parlava in quel modo così caldo. Non sapevo più che fare, il petto continuava ad alzarsi velocemente e non sembrava smettere.

- Cosa ne pensi?- aprii la bocca, improvvisamente asciutta, e lo guardai di nuovo dopo aver distolto brevemente lo sguardo
- B-beh s-siamo simili-
- Esattamente.- avevo di nuovo la stessa sensazione, come se mi avesse appena catturato, come una macchina che punta i fari su un cervo in mezzo alla strada, di notte, al freddo; ed impaurito il cervo non potesse fare altro che aspettare la sua morte guardandola negli occhi.
Eravamo di nuovo in silenzio, ad osservarci, la mia aria che si faceva sempre più rarefatta e la sua sempre più pura costringendomi a respirarla, ad inebriarmi delle sue parole non dette e dei suoi occhi che invece parlavano più di ogni altra cosa ma che in quel momento non ero riuscito a capire.
Sebastial schiuse le labbra e con la stessa voce ma molto più piano sussurrò:

- Voglio farti vedere un'altra cosa-
Annuii in silenzio cercando di tranquillizzarmi e lo vidi avvicinarsi nuovamente alla finestra. Si girò un istante e poi iniziò ad abbassare la tapparella, facendo attenzione che i cristalli non si scheggiassero. Quando fu completamente abbassata e la stanza totalmente al buio, chiuse le ante della finestra ma non riuscii a capire se fosse rimasto fermo o si fosse avvicinato, la mia vista non era delle migliori se si parlava di vedere a più di un palmo di distanza dai miei occhi, con l'aggiunta del buio, poi, potevo solo contare sulle miei orecchie

Easy EnoughWhere stories live. Discover now