3rd White Day

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Buona lettura ( • ̀ω•́ )

Ieri, alla fine, Sebastial era riuscito a sgattaiolare via dalla finestra per tornare a casa e cenare; non abitava tanto lontano, giusto due incroci prima di me, verso la Piccadilly street. Mi aveva fatto ridere come senza esitazione, si era avvicinato al telaio, aveva messo il piede sul davanzale ed era scivolato giù dall'albero come una scimmia; anche perché dalla porta non poteva certo uscire. Ora che tutto era in ordine avevo trovato i vestiti più facilmente ed ero uscito di casa in un lampo; entusiasta della giornata che stava iniziando.
Camminare mi piace, è una delle tre cose che amo di più fare, dopo il leggere e... La terza non ve la dico perché non mi va, e no non è quello che state pensando (perché lo so che lo avete pensato)
Per fortuna che oggi era una giornata calda, Marzo non mi era mai stato particolarmente simpatico: tutti quei cambi di temperatura improvvisi lo spostavano nell'ultimo posto nella mia classifica dei mesi; oggi però si stava comportando bene ed era piacevole passeggiare sotto gli alberi carichi di gemme.
C'erano altre persone che camminavano nella mia direzione ma tutte sembravano possedute una furiosa fretta che le spingeva a marciare come soldatini di plastica. Non c'era distinzione tra studenti, lavoratori o donne e uomini: sembravano tutto uguali. Ho sempre fatto caso al modo in cui si comportano le persone e crescendo ho capito che si tende sempre ad assomigliare a qualcun'altro e questa cosa si diffonde come un virus. Da quando me ne sono reso conto ho acquisito più fiducia in me stesso e mi sono preso cura dei miei difetti, dei miei tempi, dei mia i spazi e desideri. Non dico che ora sono perfetto e felice ma sono più sicuro di essere riconoscibile dagli altri come una persona unica.

Completamente assorto nei miei pensieri non mi ero accorto di essere quasi arrivato a scuola e non mi ero anche accorto che qualcuno stava camminando esattamente dietro a me. La cosa mi inquietava abbastanza.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e dei passi raggiungermi

- Buongiorno!-
- B-buongiorno-
Alzai lo sguardo e constatai con non poteva essere altro che Sebastial, il ragazzo che mi inquietava più di ogni altra cosa e mi imbarazzava con la sua confidenza... So di averlo detto tante volte, ma ancora mi spaventava. Cercherò di trattenermi anche su questo fatto.

- Allora è vero che abitiamo vicini, non ti avevo preso in parola ieri sera-
- Già- volevo aggiungere altro ma ero rimasto imbambolato a fissare le sue sopracciglia nere: erano proprio ben fatte, non si vedeva nemmeno una traccia del loro bianco naturale; a dire il vero mi faceva un po' strano a vederle scure dopo tutto il pomeriggio trascorso insieme senza trucco.
- Sei uno di poche parole eh?-
- No è che... Beh forse si-
Mise un braccio attorno alle mie spalle e sorrise nel suo modo strano e inquietante
- Ti farò parlare stanne certo-
Non mi era piaciuto il modo in cui lo aveva detto né il gesto, concedetemelo, 'troppo confidenziale'... E se stesse facendo il simpatico solo per sfruttarmi o per rubarmi dei soldi o picchiarmi?
Allontanai leggermente il mio corpo dal suo ed evitai di incrociare il suo sguardo
- D-devo avere paura?-
Sebastial si staccò osservandomi un attimo e poi tolse subito il braccio
- Ehi scherzavo-
Sembrava sincero ma non ne ero sicuro al cento per cento; non riuscivo proprio a capirlo era imprevedibile, o forse dovevo ancora conoscerlo, come del resto tutti gli altri; era passato solo un giorno dall'inizio della scuola, come pretendevo di inquadrarlo subito?

- Scusami non volevo metterti a disagio... È che sei così silenzioso che pensavo di riuscirti a smuovere in qualche modo ma magari hai solo bisogno di tempo. In ogni caso mi hai fatto una buona impressione e mi sei simpatico, ci tenevo a dirtelo e a farti sentire bene in una città nuova che ancora conosci... Oh quello é Leo! Aspetta che vado a salutarlo-
Di fronte alle scale che portano all'ingresso dell'istituto c'era Leo, che chattava al telefono. Stava tranquillamente in piedi appoggiato contro la corteccia di un albero, all'ombra e teneva gli occhiali da sole infilati nella maglietta. Non so se fossero lì perché effettivamente li avesse usati o erano solo da accessorio, ad ogni modo ci stavo bene.
Sebastial abbracciò velocemente Leo e guardò insieme a lui il suo telefono per qualche secondo rimanendo con la mano appoggiata sulla sua spalla.
A vederli così vicini sembravano buoni amici ed era anche ovvio, si conoscevano dal primo anno, ma considerando il carattere di Sebastial non avrei saputo dirlo. Scoppiano a ridere entrambi e le loro risate si mescolarono in modo da essere contagiose così mi ritrovai a sorridere anche io. Formavano uno strano duo: Sebastial tutto bianco con vestiti chiari e 'Antipatico1' tutto in nero con vestiti scuri, come se fossero degli opposti.

Easy EnoughWhere stories live. Discover now