13th Blue Day

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Buona lettura ( • ̀ω•́ )

- Meglio?-
Aveva guardato le mie labbra solo un instante ma era bastato per farmi fare lo stesso con le sue. Era da un bel po' che le osservavo: a scuola, a casa e in ospedale... Erano di un rosa lieve e chiarissimo, piene, non troppo grandi... Gonfie il giusto.
... Chissà se erano morbide.

Smisi di sgranare gli occhi e feci un piccolo accenno del capo facendo saettare le pupille su di lui. Mi stava guardando... Lo faceva sempre, era diventata una constatazione confortante avere il suo sguardo su di me, come se volesse proteggermi o assicurarsi ch'io fossi a portata di vista.

Ci guardammo ancora un poco, occhi negli occhi ma fu lui ad interrompere il contatto appena dopo, lasciandomi dopo aver accennato un sorriso che mi fece contorcere le budella. Portò il viso al cielo e con aria serena guardò la notte. Chissà a cosa pensava, cosa lo aveva fatto sorridere.
Sebastial... Sebastial era così bello, lo stavo appurando pian piano. Dio, quel sorriso mi aveva steso, bianco come una stella e altrettanto luminoso. Mi sentivo scomodo.

Mi spostai un attimo, le assi di legno del tavolo non erano certo il materasso più comodo, e mi resi veramente conto solo in quell'istante di quanto fossimo vicini. Praticamente attaccati.

- Sei scomodo?- chiese lanciandomi un'occhiata di sbieco con ancora il sorriso sulle labbra. Incredibile come avesse dato voce ai miei pensieri
- N-no mi stavo solo sistemando, mi fa un po' male la schiena, sono stato troppo tempo sdraiato su queste assi-
- Aspetta ti aiuto così non ti scopri-
Si alzò a sedere mostrando la sua schiena alla luna e tenne fermo con le braccia la coperta attorno al mio corpo. Mi inchiodò con lo sguardo e questa posizione non aiutava affatto: ero ingabbiato, come se mi avesse buttato lui su questo tavolo e... E lui stesse per

- C'è qualcosa che non va?-
- N-no scusa, m-mi ero solo incantato- mi sistemai il più velocemente possibile, lo preferivo accanto a me che sopra di me
- Incantato?-
... Avevo davvero detto incantato? Ma cosa mi era venuto in mente? Stupido, stupido, stupido perché diavolo ho detto incantato? Cercai una scusa plausibile ma le uniche cose che vedevo erano Sebastial e il cielo... Aspetta! potevo dire che mi ero incantato a guardare il cielo. Aprii la bocca per parlare ma venni distolto da una lunga scia bianca che iniziò a solcare il cielo formando un arco luminoso.
Come ipnotizzato sussurrai semplicemente
- Una stella-

Con ancora le braccia ai fianchi del mio busto si girò ad osservare le stelle, in particolare la stella che attraversava il cielo in quel breve viaggio ch'io avrei ricordato per sempre. Quella scia bianca come i capelli di Sebastial che brillavano in contrasto con la notte nera, quell'arco perfetto come le sue ciglia che si spostava insieme alla sua testa attratto come un magnete... Mi sarebbe piaciuto essere quella stella.

- Esprimi un desiderio-
Sobbalzai leggermente
- C-cosa?-
- Un desiderio, veloce- mi incitò lui fissandola ancora
- Vorrei passare più tempo con te... E tutti voi- finii con lo scomparire della stella. Sebastial si girò finalmente verso di me abbassando la testa, non si era ancora mosso di un millimetro ed ora era vicino, di nuovo. I capelli gli caddero sugli occhi a contornargli il viso diafano, gli occhi che riflettevano trasversalmente le luci astrali.

- Non dovevi dirlo, altrimenti non si avvera- sussurrò con la voce più dolce che avessi mai sentito; non parlo di quella dolcezza che le madri rivolgono ai figli per dargli la buonanotte, era una dolcezza particolare che mi scaldava il cuore.

- Non lo sapevo... Sarà per la prossima volta- risposi semplicemente cercando di frenare la mano che voleva correre a portargli quelle ciocche ribelli dietro l'orecchio.
Inclinò in una frazione di istante la testa corrucciando le sopracciglia
- C'è qualcosa che non va?-
- I tuoi capelli, non riesco a guardarti-
Sembrò sorpreso della risposta ma sorrise. Con un gesto veloce si portò indietro, lungo la linea del naso, i fili argentei luminosi con la luce lunare.
- Mi piace guardarti- disse poi sdraiandosi di nuovo al mio fianco con l'attenzione rivolta al cielo.
C-cosa gli piaceva?

- P-perché?-
Si girò a guardarmi incrociando i miei occhi desiderosi di risposte, aprì la bocca

- Teo, Sebastial, andiamo?-
Era Mìshel. Era uscito dall'auto per chiamarci, gli altri stavano iniziando ad andare via accendendo i motori e gli unici pazzi ancora fuori al gelo eravamo noi due. Il bianco si alzò sul gomito volgendo la testa verso di lui:
- Sì-

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Il viaggio di ritorno fu silenzioso a parte i commenti affascinati di Edwen e Mìshel che sembravano avere ancora il cielo riflesso negli occhi. Mi accompagnarono sulla strada prima del ponticello di legno di fronte casa mia, non avevo praticamente parlato lungo tutto il tragitto, né guardato Sebastial. Mi era dispiaciuto essere stato interrotto mentre parlavo con lui e ora che la serata era finita non potevo più parlagli se non domani a scuola. Non avremo mai discusso di questo argomento a scuola, del perché gli piacesse guardarmi, sarebbero stati solo discorsi scolastici futili che si possono fare con chiunque... Ma io volevo parlare con lui d'altro.

Salutai i miei due vecchi amici e Sebastial aprendo poi lo sportello e uscendo dall'auto. Mi girai per incamminarmi, mi sarei lavato i denti, preparato lo zaino per domani, cambiato in pigiama e poi andato a letto, magari rivivendo un po' di ricordi di questa notte quando però sentii un altro sportello aprirsi e chiudersi

- Buona nottata in macchina ragazzi, ci si vede-
Mi girai stranito a vedere Sebastial appena sceso dall'auto... Perché era sceso? Come a sentire la mia domanda si girò puntando i suoi occhi quasi bianchi nei miei.

- Torno a casa a piedi, non volevo scomodarli troppo-
Annuii infreddolito spingendo le mani giù nelle tasche del giaccone con i ricci che esplodevano per l'umidità
- Spero... che questa serata ti sia piaciuta-
Sorrisi abbassando gli occhi sistemandomi velocemente gli occhiali sul naso
- Vorrei non finisse più, sono stato benissimo e le stelle erano stupende-
- Già, le stelle-
alzai lo sguardo su di lui e vidi che mi sorrideva con gli occhi socchiusi, poi sembrò riprendersi come da uno stato di trance

- Beh... Allora... A domani- disse per la prima volta impacciato come se non sapesse come salutarmi, era irrequieto sui piedi come se volesse spingersi in avanti ma si trattenesse. Alla fine alzò timidamente una mano e la ricacciò subito indietro nella tasca
- A-a domani- salutai anch'io con la mano vedendolo girarsi con un piccolo sorriso ed incamminarsi verso casa.

Sorrisi leggermente, questa serata era stata bellissima anche se davvero troppo corta e avevo potuto passare del tempo con Sebastial tutto solo. Mi era mancato da morire, stavo così bene con lui e quel momento di imbarazzo lo avevo visto con curiosità più che dispiacere. Entrai in casa salutando piano come solitamente facevo anche se non vi era nessuno, accompagnai la porta mentre la chiudevo e toglievo il cappotto rabbrividendo un pochino. Mamma ed Ipazia stavano dormendo, era troppo tardi per entrambe perciò salii le scale senza far rumore e mi chiusi in camera.
Mi buttai sul letto dopo essermi cambiato e sistemato per il domani a scuola. Ero stremato ma sarei rimasto in piedi tutta la notte a parlare se ci fosse stato qualcuno... Qualcuno? Perché mentire a me stesso, sapevo benissimo con chi volevo stare.
Chissà cosa ci trovava di bello nel guardarmi... Forse non l'avrei mai più saputo dopo questa notte. Chiusi gli occhi smettendo di guardare il bianco del soffitto, mi rilassava ma allo stesso tempo mi faceva pensare ai suoi capelli.
Mi ricordavo ancora la sua voce così strana, sotto le scale di casa, che chiamava il mio nome

- Teodoro-

"Che sciocco che sono, ora mi metto ad immaginare pure la sua voce."

- Teo- Mi sarebbe piaciuto che mi chiamasse così, nessuno mi chiamava così, tutti mi chiamavano Tedo, mi infastidiva, era bambinesco.

- Teo, apri la finestra-
Questo però non me l'ero immaginato! Mi alzai di scatto attaccandomi al vetro della finestra. Quel punto di luce nella notte, tutto infreddolito sul ramo di fronte la mia camera che sorrideva e mi alzava la mano che poco prima mi aveva dato la buonanotte.

- Sebastial- 

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Easy EnoughWhere stories live. Discover now