14th Blue Day

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Buona lettura ( • ̀ω•́ )

- Sebastial? Cosa ci fai lì sul ramo?-
"Ma non era andato a casa sua? E poi
perché sarebbe dovuto venire da me?"
- Non lo so, ma se devo essere sincero non volevo che questa serata terminasse, volevo... Stare ancora un po' con te- 
Lo guardai per qualche istante poi distolsi lo sguardo e arrossii lievemente nascondendo un sorriso. Cercai di ricompormi anche se la voce non uscì completamente ferma

- Beh scendi dall'albero che ti apro dal portone-
- Ma no, salto come l'altra volta-
- Scendi, non voglio avere sulla coscienza il tuo cadavere- sorrise e si apprestò a scendere.
Chiusi la finestra e scesi giù in fretta cercando di fare meno rumore possibile. Aprii il portone con l'adrenalina di chi sta facendo qualcosa che va contro le regole e me lo trovai di fronte con le mani nelle tasche e gli occhi in attesa.

- Vieni, entra-
Fece un sorriso timido ma caldo ed entrò in casa sussurrando un: "permesso" a testa china.
Gli appoggiai una mano sul braccio invitandolo a salire
- Fai piano, mia madre e mia sorella dormono. Io chiudo il portone-
Lo guardai salire le scale dopo aver annuito e mi girai a battere le mandate con le chiavi con un brivido di gioia che mi percorse la schiena.
Salii le scale ed entrai in camera trovandolo al centro della stanza
- Vuoi andare su?-
Si girò puntandomi quegli occhi ghiaccio da brivido che mi fecero tremare il cuore
- Sì-
- Allora andiamo-
Abbassai la botola del bagno e lo feci salire. Amavo il fatto che dicesse cosa voleva senza scrupoli, lo accettavi o no, Sebastial diceva ciò che pensava nel modo più elegante e sincero mai sentito alle mie orecchie. Poggiai il piede sulla scaletta non appena il bianco terminò i pioli e salito nella soffitta accesi la luce e richiusi la botola
- Perché chiudi?- chiese guardandomi con un pizzico di perplessità negli occhi curiosi
- Non voglio fare troppo rumore, non vorrei proprio che mia madre si svegliasse e ti trovasse qui in con me-
Annuì in silenzio con ancora le mani nelle tasche della giacca e le spalle contratte.

- Beh... Che facciamo?-
- Continuiamo a guardare le stelle? Da casa mia non si vedono, c'è troppa luce che viene dal lampione di fronte la camera.-
Ci riflettei un po' ma sembrava proprio una buona idea
- Allora dovremmo aprire il divano-
- Si può aprire?- sembrava parecchio sorpreso
- Si, è un divano letto, ha fatto strano anche a me- risposi sorridendo. Mi avvicinai al bracciolo sinistro e chiesi a Sebastial di darmi una mano con l'altro: prima di tutto dovevamo avvicinarlo all'abbaino poi l'avremmo aperto abbassando lo schienale e togliendo i braccioli, certo non era il massimo del comfort ma per stare insieme andava più che bene.

- Non male come appostamento, di certo è nettamente meglio di quello scomodo tavolo da campeggio- sospirò soddisfatto Sebastial al termine delle manovre.
- L'atmosfera però è completamente diversa, si perde tutta la magia della notte, il freddo.-
- Beh per quello non c'è problema, fa freddino qui sopra- sorrise stringendosi nuovamente nella giacca. Lo guardai ancora un po'; stavamo davvero per stenderci su un divano letto dentro una soffitta a guardare le stelle dietro un abbaino?
La risposta era: sì, e sarebbe stata anche una notte memorabile.

- Dai sdraiati, io spengo la luce.- si tolse la giacca tenendosela stretta tra le mani e si mise a pancia in su sul divano. Spensi velocemente l'interruttore e mi sistemai al suo fianco. Il cielo si vedeva sorprendentemente bene e le stelle brillavano abbastanza da poter essere ammirate.

Sebastial distese la sua giacca su di noi rispondendo alla mia espressione confusa con un semplice ma efficace sorriso. Era infinitamente volte meglio della coperta, il suo odore mi entrava direttamente nelle narici e mi confondeva come poteva fare solo un allucinogeno.
A dirla tutta, non riuscivo a vedere le stelle, il riflesso della luna sull'abbaino me lo impediva... Ma non erano loro che stavo guardando, ero più concentrato ad ammirare Sebastial attraverso il vetro, ignaro dei miei occhi su di lui.

Il silenzio era piacevole, era sempre stato piacevole con lui da quando l'avevo conosciuto. Sebastial non sembrava essersi accorto delle mie attenzioni e invece osservava affascinato il brillare delle stelle. Era stupendo guardarlo tutto concentrato, aveva un che di affascinante... In realtà era sempre affascinante, qualsiasi cosa facesse, in qualsiasi momento. Il suo respiro era calmo, sentivo il suo petto alzarsi a ritmo regolare al mio fianco e stavo iniziando a scaldarmi a partire dalle guance e le mani.

Spostò lo sguardo e colse in flagrante i miei occhi su di lui. Imbarazzato distolsi subito lo sguardo e lo vidi girare la testa verso di me.
- Riesci a vedere bene?-
Ingoiai a vuoto con il cuore in gola e mi girai per rispondere
- E-effettivamente non molto-
- Allora... Avvicinati-
Lo disse con un tono tranquillissimo, come se mi avesse chiesto qua l'era il mio colore preferito, ed io invece stavo esplodendo, il mio cuore lo stava facendo, sembravo una dannatissima undicenne in fase ormonale!

Ingoiai nuovamente la saliva in eccesso e mi avvicinai a lui mantenendo il contatto visivo. Eravamo vicini, forse un po' troppo, non mancava molto prima che potessi toccare la punta del suo naso con la mia. Oggi non si era truccato, lo preferivo quando non lo faceva, amavo la sua unicità, quel bianco luminoso che mi affascinava ma era stupendo anche con le ciglia nere, poi di certo non potevo imporre le mie preferenze su di lui. Mi guardava, continuava a farlo; ed io non potevo fare altro che ricambiare, inebriato dei suoi occhi, del suo profumo, dell'atmosfera, di lui.
Il cuore correva come un cavallo impazzito, la lingua spingeva la saliva giù in gola sempre più frequentemente, lo sguardo sempre più perso nel suo. La voglia di baciarlo che premeva contro il petto. La voglia di baciare quelle labbra nivee che volevo mi appartenessero. 

E fece di nuovo quella cosa che mi aveva fatto impazzire: abbassò in un istante lo sguardo sulle mie labbra facendo un cenno impercettibile con il mento per poi puntare negli occhi, passando da una pupilla all'altra, come se volesse leggermi.
Un lancio del guanto, una sfida al mio autocontrollo.

Separai le labbra e con quanta più calma potessi sussurrare in quel momento lo fissai come lui stava facendo
- Perché ti piacciono i miei occhi?-
Corrucciò le sopracciglia, non se lo aspettava, e poi dopo qualche istante accennò un sorriso tirando un angolo della bocca e spostando brevemente lo sguardo altrove.

- Perché...-
Mi era mancata la sua voce
- Mi osservi. Non mi guardi semplicemente. È come se ogni volta che punti lo sguardo su di me mi studiassi. È come se volessi entrare nella mia testa. Mi guardi con un certo... Interesse-
Alzai un sopracciglio colpevole incapace di nascondere un ghigno

- Beh, non tutti sono albini-
Bugia

- Hai ragione, ma non è questo quello che intendevo- concluse volgendo lo sguardo al cielo.
Perfetto, avevo appena detto addio ad una serata da sogno, complimenti Teodoro.

- Mi dis-
- E poi...- si girò di nuovo, facendomi tornare quel vuoto allo stomaco ogni volta che i nostri occhi si incrociavano

- Mi piace anche il loro colore-

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Lo so, lo so, inutile che me lo dite: mi odiate. Sia perché faccio passare ere glaciali per ogni capitolo, sia perché questo aggiornamento è corto, sia perché vi ho lasciato in sospeso con questa fine del capitolo.
Chiedere scusa non servirebbe, ne sono consapevole ma credetemi che sto cercando di fare il possibile per aggiornare presto. Non vi nego che ho avuto un blocco e per vari motivi non ho nemmeno potuto scrivere un po' per via del poco tempo. Ma ehi cari lettori, l'estate sta arrivando (questa cosa mi ricorda "Winter is coming" ma fatta male) e avrò moooooooolto più tempo libero perciò non preoccupatevi, il meglio deve arrivare e non tarderà a farlo
(*`ω')
Perciò al più presto e...

Buona lettura ( • ̀ω•́ )

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