Prologo

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Due paia di occhi azzurri si incrociarono attraverso lo specchio del bagno.
Si osservarono a lungo, entrambi con lo spazzolino in bocca, sfregando energicamente, essendo, come al solito, in gran ritardo.

Bryant fu il primo ad abbassarsi, per sputare i residui di dentifricio e tornare a guardare Steph.
"Ingoiato troppo sperma ieri notte?" canzonò l'amica, facendo riferimento all'intensità con cui si stava occupando del lavaggio dei denti.

"La tua finezza è degna della regina Elisabetta" affermò lei, dopo essersi sciacquata bene la bocca.
"Poi queste battute sono passate di moda ormai" aggiunse con fare annoiato mentre l'amico apriva l'anta adiacente allo specchio, ritrovandosi con gli occhi sgranati.

"Cazzo Steph! Dove cazzo è la mia roba?" sbottò, ricevendo in risposta un'alzata di spalle.

"Sul cassettino lì in fondo, che pretendi, hai deciso tu di vivere insieme" gli ricordò, tirando fuori tutto l'occorrente per il trucco giornaliero e in men che non si dica, il lavabo divenne il ripiano di un make up artist.

"E meno male che mi piace il cazzo, sennò avrei dovuto sposarmi una portatrice di vagina e chi cazzo sopravviveva!" sbottò, afferrando una della decina di creme presenti sullo scomparto.

"Intanto sono io che ti preparo da mangiare, pulisco, lavo, stiro e assecondo ogni tuo capriccio, quindi sta zitto e accontentati del cassetto che ti ho generosamente concesso" disse, non staccando gli occhi dallo specchio, continuando nella sua preparazione.

"Ti preparo psicologicamente per tuo futuro marito. Così sarai bella e pronta per stirare camicie e cucinare!" scherzò, beccandosi un meritato calcio negli stinchi.

"Oh scusa tesoro, ti volevo preparare psicologicamente alle mazzate che ti darà il tuo futuro ragazzo, per battute infelici come questa!" ribatté, sorridendo compiaciuta nel vedere l'altro saltellare, imprecando per il dolore.
"Parlare con te è impossibile, a volte" aggiunse con un sospiro sconsolato.

"A beh, scusa tanto se non mi intendo di.." abbassò lo sguardo all'etichetta della crema.
"Di crema idratante all'avena e cera d'api?.."

"È fantastica quella! Dovresti provarla, ti rende la pelle liscia e morbida" esclamò con entusiasmo, davanti a un allibito Bryant.
"Oh che rottura di palle! Non potevi essere il tipo di gay che ama i lustrini e le creme?"

"Nemmeno con le tue amiche parli di lustrini e creme" roteò gli occhi al cielo, rimettendo la crema al suo posto, per prendere il rasoio e eliminare la barba di un paio di giorni.

"Non è colpa mia se loro vogliono parlare solo del sesso che fanno con i fidanzati. Guarda che non è piacevole nemmeno per me" borbottò, passando a sistemare i capelli biondi.

"Perché sei zitella"

Ed ecco guadagnato il secondo calcio negli stinchi.

"Porca puttana! Ma hai il ciclo?!" sbottò, portandosi una mano a massaggiare la zona dolorante.

"Tu mi fai venire il ciclo!"



**



Stephanie, armata di buste della spesa giganti sulle braccia, uscì dall'ascensore, sul proprio pianerottolo, venendo attirata da alcune urla poco lontane.

Abitavano in quel palazzo da poco più che due settimane e non conoscevano gli altri abitanti, non era certo carino spiare le conversazioni altrui ma la curiosità è femmina e mentre posava una busta a terra, fece finta di cercare le chiavi nella borsa, drizzando le orecchie..

"La prego signore, le ho già spiegato la mia situazione non ho mai tardato un pagamento. Mi hanno derubato!" esclamò la voce di un giovane, sul punto di piangere.

"Ti sbagli ragazzino, non mi paghi da mesi! E ora ti devo sfrattare! Ti voglio fuori di qui entro stasera o chiamo la polizia"

Stephanie riconobbe quella voce, appartenente al proprietario del palazzo, un uomo avido di soldi e stronzo come pochi.

Sentì chiaramente le porte dell'ascensore aprirsi e chiudersi alle sue spalle, poi un singhiozzo, seguito da un pianto.
Mollò spesa e borsa e si avvicinò lentamente al corridoio secondario, trovando un ragazzo minuto, seduto a terra con le mani sul viso e le ginocchia al petto.

Il povero cuore di Stephanie non resse, si accasciò alla sua altezza, attirandone l'attenzione e due occhi arrossati e grigi.. No, argentati si posarono su di lei.

"Ti va un the caldo?"



**


Bryant spalancò la porta e la richiuse alle spalle con la grazia di un ippopotamo saltellante, fischiettò, facendo girare le chiavi attorno all'indice e percorse l'ingresso, sfociando nel salotto.

Lasciò le chiavi sul tavolino e si spogliò della giacca di pelle nera, passandosi una mano tra i capelli dello stesso colore.
Si voltò con il braccio teso per poggiare la giacca sul bracciolo del divano ma rimase lì dov'era, nel notare un coso che lo guardava intensamente, addentando un pezzo di quella che somigliava tanto alla sua pizza... Anzi no! Quella era decisamente la sua pizza.

Sentì la voce di Stephanie canticchiare dalla cucina e a passi spediti, puntò verso di lei.
"Perché c'è un coso che mangia la mia pizza, sul mio divano?"

La bionda alzò gli occhi azzurri in quelli dell'amico, corrugando la fronte.
"Quel coso è un cucciolo adorabile, divenuto mio amico e noi lo aiuteremo!" esclamò con un sorriso che non preannunciava nulla di buono.

"Noi lo aiuteremo a fare cosa?" domandò, sempre più spaventato dall'ingenuità di Stephanie. Non che quel coso minuscolo potesse ucciderli ma non si poteva mai sapere.

"È rimasto senza casa, lo ospitiamo finché non trova una sistemazione" affermò come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Cosa?! Stai scherzando, vero? Non sai nemmeno chi cazzo sia!" urlò fuori di sé, senza paura che il coso lo sentisse, magari capiva da solo e se ne andava.

"Non urlare con me, idiota! So che è un ragazzo dolcissimo che ha bisogno di aiuto, che cazzo ti cambia se sta qui qualche giorno?! Ora va di là e sii gentile o vengo a ficcarti questo nel culo e non sarò molto gentile!" sbraitò, agitando in aria un mestolo.

Bryant si ammutolì, Stephanie sapeva usare qualsiasi oggetto come arma letale e non era mai un bene farla arrabbiare a tal punto.
Sospirò sconfitto, ritornando indietro verso il salotto, trovando il coso alle prese con la pizza.

Andò a sedersi accanto a lui, stravaccando le gambe fin troppo lunghe e allungò una mano verso il cartone di pizza, recuperandone un pezzo.

Il ragazzo osservò quel movimento, per poi incrociare i suoi occhi azzurri, bello era bello, ma anche molto scortese.

"Cazzo guardi? È la mia pizza" borbottò Bryant, a bocca piena, riflettendosi nelle pupille contornate da iridi color argento.
Il ragazzo allungò il cartone verso il tavolino, sentendosi in colpa per aver mangiato la cena dello sconosciuto, fece per scusarsi ma Bryant lo precedette con una domanda.
"Non sembri un teppista, perché ti hanno sfrattato?"

Il coso si morse il labbro inferiore, sentendo le lacrime minacciare di salire nuovamente.
"Il mio ragazzo.. Il mio ex ragazzo mi ha rubato i soldi ed è fuggito via.. Non posso chiedere ai miei genitori di aiutarmi, hanno altri quattro figli e mi darebbero la colpa di tutto, dato che mi avevano consigliato più volte di lasciarlo"

Bryant mando giù il boccone e diede un altro morso alla fetta, continuando a guardare il coso.
"C'è sempre un teppista di mezzo"

Quella affermazione fece sorridere inconsapevolmente il ragazzo, che finalmente tornò a posare gli occhi nei suoi.
"Come ti chiami?"

"Bryant, tu?"

"Silver"

SilverWhere stories live. Discover now