Capitolo 3

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Stephanie trovò l'appartamento silenzioso al suo rientro, posò piano le chiavi e la borsa e si accigliò nel vedere la porta della sua camera spalancata.

In punta di piedi raggiunse il corridoio, per poi affacciarsi, trovandola vuota e il letto completamente intatto.
Si accigliò lievemente e puntò dritta verso la stanza del suo migliore amico, irrompendo e bloccandosi sulla soglia, nel trovare una scena inaspettata.

I due dormivano beatamente uno, tra le braccia dell'altro, stretti in un groviglio di gambe, completamente vestiti ma con un'espressione beata in volto.
Non riuscì a contenere un ampio sorriso e dopo aver dato un'altra rapida occhiata, si allontanò silenziosamente, socchiudendo la porta alle proprie spalle.

Un quarto d'ora dopo o giù di lì, Silver iniziò a svegliarsi, mugolando come un gatto alla ricerca di attenzioni. Non ricordava il cuscino di Stephanie così duro e caldo e non riusciva a capire in che razza di posizione si fosse addormentato.
Tentò di aprire piano gli occhi, infastidito dalla luce proveniente al di fuori e brontolò qualcosa, finendo col poggiare una mano su quello che, di certo, non era un morbido cuscino.

Spalancò gli occhi ignorando il fastidio e alzò la testa, venendo travolto da due gemme azzurre appena sveglie.

Capì subito di essere attaccato a Bryant con braccia e gambe, come un polipo e quest'ultimo ci impiegò trenta secondi a svegliarsi del tutto e far funzionare il cervello, rendendosi conto della situazione.

Il viso di Silver era decisamente troppo vicino al suo e d'impulso si allontanò bruscamente, facendo scattare l'altro in un angolo del letto.

"Perché sei nel mio letto?" gli domandò, mettendolo ancora più in disagio, come se non bastasse lo sguardo contrariato.

"Non lo so.. Mi stavi aiutando a studiare, forse ci siamo addormentati tra una cosa e l'altra.." mormorò, spostando gli occhi sui libri per metà sparsi sopra il materasso.

Bryant posò le mani sui fianchi e guardò il minore, arcuando un sopracciglio.
"Sono abbastanza certo di non essermi addormentato con te addosso"

Silver abbassò lo sguardo mortificato, Bryant aveva ragione, era stato lui ad avvicinarsi mentre dormiva, anche se inconsciamente.
"Scusa.. Ho l'abitudine di stringere ciò che mi capita quando dormo.. Spesso lo faccio con il cuscino" sussurrò, vergognandosi da morire.

Bryant fortunatamente o sfortunatamente, non aggiunse nulla e si allontanò verso il bagno, mentre Silver raccoglieva in fretta e furia i suoi libri, scappando fuori.

Lo travolse l'odore di pancake appena sfornati e il suo stomaco brontolò, obbligandolo a seguirne la scia, che lo condusse proprio in cucina, dove Stephanie armeggiava con piatti e spatole.

"Buongiorno dolcezza, dormito bene?" gli chiese con una punta di malizia che non sfuggì agli occhi argentati, i quali si posarono sulla colazione, che gli era stata posta sotto il naso.

Si ritrovò a porre la stessa domanda a sé stesso, aveva dormito bene?
Sì, forse come mai aveva dormito, si sentiva fresco, riposato e di buon umore.

Si morse il labbro inferiore pensieroso, non era che si stava prendendo una cotta colossale per quel ragazzo irraggiungibile?

Proprio il ragazzo irraggiungibile, entrò in cucina fresco di doccia, fece il giro del bancone e andò a salutare l'amica con un affettuoso bacio sulla guancia, unito a una scompigliata di capelli e di conseguenza uno schiaffetto sulla mano, da parte di lei.

"Vado, sono in fottuto ritardo. Forse è la volta buona che concludo l'affare" parlò, ignorando la presenza di Silver, divenuto un arredo della cucina, in quel momento.

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