Capitolo 6

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Il tragitto dalla macchina alla stanza di Bryant era un ricordo confuso, ora che le mani vagavano sui corpi, esplorandosi e liberandosi a vicenda degli indumenti di troppo.

Bryant aveva in testa solo il sapore dolce di quelle labbra, il battito impazzito del ragazzino contro il suo petto e il corpo minuto, fatto per essere scoperto e amato.

Silver non razionalizzava più nessun pensiero o azione, sopraffatto dal formicolio allo stomaco, forte come mai lo aveva sentito.

Rimasti in intimo, Bryant chiuse la porta con piede e spinse il più piccolo verso il letto, senza mai staccare le labbra dalle sue.

Era così fragile che per un attimo gli tremarono le mani, quasi avesse paura di romperlo. Quei fianchi stretti, dalla pelle candida e liscia lo stavano facendo impazzire, non voleva togliere le dita da lì e Silver non voleva privarsi del suo tocco.

"Bryant.." mormorò il più piccolo contro le sue labbra, stringendo le dita tra i suoi capelli, pregandolo silenziosamente di fare qualcosa, qualsiasi cosa per saziare almeno in parte la voglia che aveva di lui.

Non poteva immaginare che l'altro fosse ipnotizzato da ogni dettaglio del suo corpo, da cui non riusciva a staccare gli occhi e le mani.

"Sei stupendo" sussurrò in piena ammirazione. Probabilmente era l'unica volta in cui pronunciava quelle parole con sincerità e non per accertarsi la scopata di turno.

Silver, per poco non ebbe l'impulso di coprirsi, sentendosi troppo esposto davanti a quegli occhi che sembravano voler oltrepassare la pelle e le ossa, arrivando dritto alla sua anima..
Un sospiro uscì dalle labbra rosse, non appena sentì quelle di Bryant poggiarsi al centro della sua gola, obbligandolo a socchiudere gli occhi e affondare la testa sul cuscino, intriso del suo odore.

Bryant seguì il percorso che avevano fatto poco prima le sue dita, vezzeggiando la pelle liscia, trovandola estremamente sensibile ad ogni bacio o morso, nelle orecchie il suono dolce dei gemiti di Silver. Si soffermò più del dovuto su un fianco mentre le sue mani afferravano l'elastico dei boxer per abbassarlo lentamente.

Con un altro ragazzo, a quell'ora, sarebbe stato diverso, non avrebbe avuto nessuna premura o delicatezza, non avrebbe messo il suo piacere al primo posto e non avrebbe mai aspettato tutto quel tempo per concludere con il brutale atto fisico.

Ma Silver era diverso, lo vedeva nei suoi occhi, glielo comunicava il suo corpo e la dolcezza con la quale parlava o semplicemente si perdeva nei suoi pensieri.

Voleva essere amato, ne sentiva il bisogno e a causa di questo, nella vita si era accontentato delle briciole, fidandosi di casi umani che lo avevano fatto soffrire.

Non era giusto e sapeva che non doveva trovarsi lì con lui in quel momento, lui che era troppo ferito e forse ancora innamorato di un altro.

Ma gli occhi d'argento lo guardavano come se non volesse essere in nessun altro posto se non tra le sue braccia e aveva ceduto, ancor prima di combattere.

Si alzò, tenendosi sulle ginocchia e portò con sé la stoffa, facendola scivolare sulle gambe magre fino ai piedi che Silver mosse teneramente, aiutandolo a toglierli del tutto, con le guance in fiamme.

La sua testa girava così tanto, come il resto della stanza, teneva lo sguardo puntato a Bryant, così bello e così suo. Sì, lo sentiva suo, nonostante non gli appartenesse, nonostante quella potesse essere la prima e l'ultima volta, ma non gli importava, in quel momento lo sentiva suo e niente gli avrebbe mai fatto cambiare idea.

"Sei sicuro?" gli domandò Bryant, guardandolo, tornando da lui per baciarlo ancora e togliergli dalla fronte i capelli che un po' coprivano gli occhi di quel colore che stava diventando il suo preferito.

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