Capitolo 5

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Stephanie girò e rigirò quella foto tra le dita, soppesando la decisione di strapparla o darle fuoco, in entrambi i casi, ne avrebbe ricavato piacere.

Accadeva questo quando il bel biondino di turno, con la faccia d'angelo, piombava nella vita di Bryant, ingannando tutti, rubandogli il cuore per poi farlo a pezzettini.

Questo era Lewis e mai in tutta la sua vita aveva visto soffrire Bryant in quel modo, tanto da obbligarlo a cambiare casa, per non soffocare nei suoi ricordi.

Con quale coraggio osava ancora farsi vivo? Perché non lo lasciava in pace?

Scosse la testa, bevendo un generoso sorso di caffè e puntò gli occhi azzurri oltre la finestra, dove il temporale bagnava la città con irruenza.
La notte precedente, le era servita per capire che il suo migliore amico era ancora fragile e ancora schiavo di un dolore troppo grande.

Voleva solo che arrivasse qualcuno nella sua vita, non una distrazione, ma colui che gli avrebbe veramente fatto capire cosa fosse l'amore. Un cucciolo dolce, un ragazzo semplice, qualcuno come..

"Buongiorno.."

Si voltò di scatto verso Silver, buttando in malo modo la foto su uno scaffale, si aprì in un sorriso che tramutò in una smorfia, nel notare l'espressione afflitta e le scure occhiaie sul suo volto.

"Ti hanno picchiato o soffri d'insonnia?" gli domandò, osservandolo con attenzione.

"Entrambi" mormorò contro il bordo della tazza e mentre beveva a gran sorsi, sentì dei passi alle sue spalle, inconfondibili come il profumo. Lo stesso che meno di ventiquattro ore prima aveva avuto addosso.

"Ehi ubriacone" lo salutò l'amica, tentando almeno in presenza di Silver di non accennare all'argomento scottante.

Il moro emise qualche grugnito e prese posto sulla prima sedia libera, quella accanto a Silver. Portò le dita a massaggiarsi le tempie e il più piccolo non poté fare a meno di voltarsi interamente verso di lui.

Lo stomaco formicolava così tanto da farlo sentire a disagio. Bryant era così bello e quanto voleva in quel momento essere considerato almeno un po'.

Stephanie osservò lo sguardo da cucciolo ferito di Silver finché quest'ultimo non lo distolse, tornando a dare attenzione alla propria tazza. Bryant aprì le palpebre e lanciò uno sguardo fugace nella sua direzione.

E anche se la matematica non era di certo la sua materia preferita, due più due, faceva sempre quattro e tra quei due era successo decisamente qualcosa!

Attese pazientemente che il minore finisse la sua colazione e salutasse, per poi sgambettare verso la porta e uscire almeno mezz'ora prima del solito.

A quel punto, nulla la impedì dal suo intento, ovvero psicanalizzare lo zuccone che l'aveva scelta come sua migliore amica, a suo rischio e pericolo.

"Non mi va di correre dietro a nessuno, specialmente un ragazzino" parafrasò, imitando la voce di Bryant, in riferimento a ciò che gli aveva detto con convinzione, giorni prima.

Quest'ultimo grugnì, sapendo che quel momento sarebbe arrivato e che lei lo avrebbe sfottuto a vita.

Dopo un battibecco durato dieci minuti, come sempre, Stephanie armata di mestolo aveva avuto la meglio e Bryant le aveva raccontato tutto per filo e per segno, cominciando dall'incidente al bar.

Alla fine del monologo, con una calma invidiabile, la bionda aveva fatto il giro del banco e tirato uno scalpellotto tale da fargli inclinare la testa in avanti.

"Cazzo Steph!" sbottò, portandosi una mano sul punto colpito, voltandosi a guardarla con gli occhi spalancati.

"Mi spieghi quale razza di cretino molla un cucciolo dolce, completamente perso per lui, per andare a ubriacarsi a causa di una puttana? No, perché giuro che non ci arrivo!" sbottò infuriata, incrociando le braccia, giusto per evitare di picchiare nuovamente il suo migliore amico.

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