Capitolo 7

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Dopo altre coccole, Silver aveva iniziato a starnutire più e più volte finché il maggiore, posandogli le labbra sulla fronte, si era accorto della febbre.

Aveva borbottato parole incomprensibili prima di sbuffare e riposare un po' come gli aveva suggerito Bryant, il quale era dovuto scappare al locale un'ora dopo.

Ma sapendolo malato, era riuscito a stargli lontano solo due ore, dopodiché aveva abbandonato letteralmente il suo locale e era corso a casa, trovandolo come l'aveva lasciato, dormiente, con le coperte tirate fin sopra il naso e il ciuffo castano di capelli arruffato contro il proprio cuscino.

Per un attimo si era soffermato a guardare la metà del viso scoperta, le ciglia scure erano così lunghe da sfiorare morbidamente gli zigomi. Desiderò che il ragazzino aprisse gli occhi, mostrando la pupilla sempre un po' dilatata quando lo guardava e le iridi d'argento che ben si sposavano con il suo nome.

Il nome che aveva sussurrato durante l'amplesso più dolce e intenso che avesse mai avuto il piacere di provare.

Riusciva a donargli quella sensazione di tranquillità che mai nessuno gli aveva fatto provare, era trasparente e di una dolcezza che colpiva al cuore.

Silenziosamente si avvicinò, spogliandosi della giacca e delle scarpe per poi scostare un lembo del piumino e infilarsi sotto di esso.

Sentì Silver mugolare e spostarsi fino a ritrovarselo sdraiato sul proprio petto.
"Sei tornato presto" mormorò, aprendo piano gli occhi e puntandoli sul viso del maggiore.

"Ero in pensiero per te" rispose con una semplicità disarmante, sorprendendo persino sé stesso. Perché più passavano i minuti e più sembravano fidanzati da anni?

"Come ti senti?" domandò, cercando di accantonare quei pensieri.
Portò il palmo della mano contro la fronte di Silver e quest'ultimo, mugolò per la sensazione di fresco sulla pelle.

"Come uno con la febbre" accennò un sorriso che Bryant coprì con le proprie labbra, trasformando il contatto in un bacio lungo e intenso.

La mano libera scese dal suo fianco ad una coscia nuda, senza rendersene conto iniziò ad accarezzarla, risalendo ad una natica coperta dagli slip e alzando di conseguenza il bordo della felpa.

"È la mia felpa questa" mormorò contro le sue labbra, senza staccarsene sul serio.

Silver accennò un timido sorriso, nascondendo poi il viso nell'incavo del suo collo, strusciando la punta del naso, come un gattino.
"Era calda e comoda, avevo freddo" borbottò, mugolando nel sentire anche l'altra mano di Bryant scendere ad arpionare il sedere.

"Bryant.." sussurrò, mordendosi il labbro inferiore, conscio che se avesse continuato a toccarlo in quel modo, sarebbe morto.

"Ho ancora voglia di te" sospirò il maggiore, affondando il naso tra i morbidi capelli, sentendolo tremare per un attimo tra le sue braccia.
"Ma stai male, quindi rimandiamo" aggiunse, ottenendo lo sguardo di Silver, che senza saperlo, si era imbronciato.

Bryant scoppiò a ridere di gusto, rotolando sul materasso, facendolo finire sotto di sé, come poche ore prima.

Non si trattenne dal baciarlo ancora e ancora, accarezzandolo un po' ovunque, soffermandosi sui fianchi, ormai divenuta una vera e propria ossessione.

"Bray.." mormorò, col respiro corto e il corpo in fiamme, non più a causa della febbre.

Bryant, nel sentire quel nomignolo, si staccò bruscamente da lui, riservandogli un'occhiata truce, aggiunta ad un'espressione cupa.
"Non chiamarmi così" sibilò, prima di alzarsi velocemente e sparire fuori dalla stanza, lasciandolo solo, col cuore in gola.

SilverWhere stories live. Discover now