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Scatoloni.
Scatoloni ovunque.
Sono settimane che ci siamo trasferite a San Francisco e ancora non siamo riuscite a sistemare questi benedetti scatoloni.
Ah! Quella che sta sclerando sono io.
Salve!
Mi chiamo Madison e ho ventidue anni e quella che sta cercando di far funzionare la Tv a suon di pugni e Samantha.
Io e Samantha ci siamo conosciute al primo anno di liceo.
All'inizio lei era la classica ragazza snob e riccona della scuola.
Però a me non mi importava se fosse ricca o povera, bella o brutta. Non conta questo se vuoi davvero bene a una persona. Io gli voglio bene perchè è una pazza scatenata. Una ragazza fantastica e unica.
Anche se non è molto...
«Porca troia ti vuoi accendere?!»
Ecco. Non è molto paziente.
Se gli tira altri pugni finirà per rompere la Tv.
«Samantha ferma! Non lanciargli la ciabatta!» scoppio a ridere e lei infuriata gli lancia una pantofola e la tv si accende.
«Siiii!! Che ti dicevo? Te l'avevo detto che si sarebbe accesa!» salta di gioia Samantha e io non riesco a smettere di ridere.
Ecco perchè la adoro.
È una pazza.
Vado in cucina per preparare la cena.
Ovviamente il frigo è vuoto.
«Non c'è niente da mangiare. Dovevi fare la spesa.» dico a Samantha mentre svuota uno scatolone sul divano pieno zeppo di scarpe.
«Io? Sei tu quella che doveva fare la spesa questo pomeriggio!» dice e in tanto si prova un paio di tacchi.
Va verso lo specchio appoggiato alla parete e ammira le sue fantastiche jimmy choo.
«Andiamo a mangiare fuori!» dice ammirando ancora le sue costosissime scarpe.
«Vado a cambiarmi!» dice correndo in camera sua.
Non ho neanche il tempo di rispondere.
Ma ormai è troppo tardi.
Vado in camera mia e apro l'armadio.
«Ho cinquecento mila vestiti e non so cosa mettermi.»
Prendo un vestito abbastanza elegante. Ha le maniche lunghe in pizzo e la scollatura a cuore anchessa in pizzo ed è lungo un po' più sopra del ginocchio.
Raccolgo i capelli in uno chignon e lo fermo con delle forcine.
Prendo i tacchi liu jo e li indosso.
Prendo l'eyeliner e traccio una linea perfetta sull'occhio.
Metto un po' si rossetto, del profumo e sono pronta.
Quando esco dalla camera, Samantha è ancora davanti all'armadio a scegliere un vestito.
«Natale 2056!» dico e lei sussulta.
Scoppia ridere e decide finalmente cosa indossare.
Un abito tutto nero di liu jo, i tacchi quelli che aveva già ai piedi, la sua collana di guess preferita e poi un po di trucco ed è perfetta.
Sembra una modella.
Prendo le chiavi della macchina che sono sopra al bancone in cucina, chiudo casa e usciamo.
Entriamo in ascensore e mentre entriamo la porta dell'ascensore viene bloccata da una scarpa.
Le porte dell'ascensore si riaprono e accanto a noi appare un uomo.
Samantha sembrava ipnotizzata da lui ma lui non la stava nemmeno guardando.
L'uome era in un completo nero elegante. I suoi capelli erano neri leggermente lunghi e per quanto cercassi di smettere di fissarlo, non riuscivo a non fissare i suoi favoloso e limpidi occhi grigi.
«Buonasera.» l'uomo ha una voce roca.
I suoi lineamenti erano ben marcati e il suo aspetto era impeccabile.
«Ciao! Piacere io sono Samantha.» dice e gli tende la mano.
Lui non si scompone.
Girò solo lo sguardo e guarda Samantha facendo un cenno con il capo.
«Piacere mio.» dice lui.
Alza lo sguardo su di me.
I suoi occhi fissano la mia bocca.
Mi mordo il labbro imbarazzata e guardo guardo la sua bocca vedo che e socchiusa.
«M-madison» dico e giro lo sguardo per non guardarlo.
«Piacere.» dice.
Il trillo dell'ascensore ci porta alla realtà.
«Buona serata.» dice ed esce dall'ascendore senza degnarci di uno sguardo.
«È super sexy» dice Samantha fissando le sue spalle mentre l'uomo esce dall'edificio.
«Andiamo.»
Samantha sospira e alza gli occhi al cielo e poi mi segue fuori dall'edificio.

You are my slaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora