7.

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Sono le cinque de pomeriggio.
Ho dormito parecchio.
Il telefono ha solo due messaggi di Samantha.
"Vado a cena con Edward. Ci vediamo domani."
"La pasta è nel micronde."
Gentile da parte sua cucinare per me.
Nessun messaggio o chiamata di Jack.
Mi alzo da letto e vado in soggiorno.
Mi viene un colpo quando vedo Jack seduto sul divano con il telefono in mano.
«Cristo!» Jack si gira di scatto e mi fissa.
«Che ci fai qui? Dovevamo vederci lunedì.» dico, andando in cucina per bere un sorso d'acqua.
«Volevo farti una sorpresa.» dice e sorride, mettendo in tasca il telefono.
Annuisco.
Resto li appoggiata al muro distanza di sicurezza da lui.
«Ti va di venire a cena con me per parlare del contratto?» chiede e io non sono sicura di volerlo davvero.
Non ho ancora letto il contratto e al pensiero di doverlo fare mi sale il panico.
«Possiamo cenare qui. Ordino una pizza o cibo cinese?» dico e prendo il telefono.
Sbuffa e si siede sul divano.
«Prendo una margherita.» dice, accendendo la tv con il telecomando.
Chiamo la pizzeria, ordino una margherita e prosciutto e funghi.
«Arriva tra mezzora.» dico a Jack che continua a cambiare canale.
Di colpo spegne la tv, lasciando il televomando sul divano.
Si alza di scatto e viene verso di me.
Mi afferra i fianchi facendomi camminare indietro finchè non sono con la schiena alla parete.
«Mi sei mancata oggi.» sussurra e sento il suo alito che sa di menta.
«...a-anche tu.» dico.
La voce trema.
Il panico sale.
Da quando sono entrata in quella stanza infernale, non riesco a guardare Jack con gli stessi occhi di prima.
Sono spaventata e preoccupata.
Non so mai quale sarà la sua mossa.
Non so mai cosa farà.
Mi accarezza la guancia e io sussulto.
Il suo sguardo si fa cupo.
Mi guarda attentamente e smette il accarezzarmi.
«Hai paura di me?» chiede.
Io distolgo lo sguardo da lui.
È cosi evidente che mi spaventa?
Abbasso lo sguardo.
Annuisco.
Mi fa alzare lo sguardo ma fa qualche passo indietro.
«Non averne. Non devi.» dice.
Io annuisco e in quel momento mi passa una cosa per la testa.
Ma non riesco a tenere a freno la lingua e quel pensiero viene detto.
«S-si...padrone.» abbasso di nuovo lo sguardo.
"Accidenti!"
Perchè l'ho detto?
Sento i suoi occhi su di me.
«Come mi hai chiamato?» dice in modo rude.
Mi mordo il labbro e lo sento sospirare.
«Non farlo!» urla.
Sussulto a quell'urlo.
Ho la pelle d'oca e sono terrorizzata.
«M-mi scusi...p-padrone.» dice
Viene verso di me.
Mi alza per l'ennesima volta lo sguardo.
Lo guardo negli occhi.
Sorride e io mi rilasso.
«Hai accettato?» chiede, sempre con il sorriso sulle labbra.
«Cosa?» chiedo e lui alza gli occhi al cielo.
Mi trattengo dal ridere per evitare che la serata finisca male.
«Ad essere la mia sottomessa.» dice.
Non so cosa rispondere.
«Non lo so ancora. Ci sto pensando. Devo ancora leggere il contratto e...» mi zittisce con un bacio, mi morde e succhia delicatamente il labbro inferiore.
Gemo in quel bacio passionale.
Gli accarezzo i capelli e il bacio si fa sempre più intenso.
Si stacca da me e ha l'affanno.
Io sono pervasa da mille emozioni tutte insieme.
Mi accarezza le braccia e a quel suo tocco mi vengono i brividi.
Avvicina l'indice e il dito meno della mano destra alla mia bocca.
«Apri.» sussurra e io faccio come dice.
«Succhia.» eseguo e i suoi occhi scintillano a quell'immagine.
Sfila le dita dalla mia bocca e piano piano...molto lentamente le fa scendere, sul mio corpo eccitato all'inverosimile.
Infila la mano nelle mie mutandine e inizia a fare dei lenti e strazianti cerchi sul clitoride.
Gemo. Le gambe tremano e il cuore è a mille.
Aumenta il ritmo e io devo tenermi a lui per non finire a terra stravolta.
Entra con il dito medio dentro di me.
Lo vuole velocemente, dentro e fuori.
Chiudo gli occhi, gustando quella sensazione meravigliosa di piacere che mi sta danto.
«Apri gli occhi. Guarda cosa ti sto facendo.» dici, sussurrando al mio orecchio.
Apro gli occhi e lui sorride.
Continua a donarmi piacere e a farmi star bene.
Ansimo, sapendo già che sto per arrivare al culmine del piacere.
«Non venire.» dice, sfilando le dita da me.
Le mie gambe sembrano fatte di gelatina, non riesco a restare in piedi.
Lui torna all'opera da dove aveva lasciato.
Aumenta il ritmo e io mi tengo alla sua giacca di un colore blu notte per non cadere.
«J-jack...» gemo
Lui aumenta ancora una volta il ritmo e non si ferma.
«Sto...» ansimo e lui sfila ancora una volta le dita.
«Oh no che non lo fai. Non venire. Resisti. Se senti di non farcela di la parola.» dice, mentre mi tiene i fianchi.
La parola?
«Che parola?» chiedo e lui si irrigidisce.
«Non hai letto il contratto nemmeno un po'?» dice e sembra arrabbiato.
Faccio di no con la testa e lui sospira.
«La safeword. L'hai letta in parte a casa mia. Se c'è qualcosa che non va o non lo sopporti più di o Bianco, ovvero quando sei vicina al limite di sopportazione, oppure Rosso, quando vuoi che mi fermi immediatamente e io non esiterò a farlo. Tutto chiaro piccola?» dice e mi accarezza la guancia.
Annuisco.
«Brava bambina.» dice e torna al suo lavoro.
Continua e si ferma per altre due volte.
Muove le dita veloci nella mia intimità bagnata al massimo e quando sento di arrivare al culmine, capisco che non riesco a resistere ancora.
«B-bianco...» ansimo e Jack annuisce.
Muove le dita veloce, sempre più veloce dentro e fuori da me.
«Vieni.» dice, sussurrando al mio orecchio.
Raggiungo l'orgasmo e mi lascio scivolare sul pavimento.
«Brava bambiana.» dice Jack, baciandomi la fronte mentre io cerco di riprendere il controllo del mio respiro.
Suonano alla porta.
Mi ero addirittura dimenticata che doveva arrivare la pizza.

You are my slaveWhere stories live. Discover now