26.

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Samantha ed Edward arrivano alle 20:30.
Estela ha preparato la cena e c'è un profumo buonissimo.
«Ciao!» corre ad abbracciarmi Samantha appena entra nell'appartamento.
Mi salta praticamente in braccio, abbracciandomi forte.
Saluto Edward, e Jack mi guarda male e io alzo gli occhi al cielo.
Ci accomodiamo a tavola, estela serve la cena e noi iniziamo a mangiare.
«Allora...» la madre di Jack inizia a parlare, e io ho quasi paura per quello che chieterá. «come vi siete conosciuti?» mi chiede Amelia.
Io guardo Jack, e vedo che sta per iniziare a parlare.
«In ascensore. Ero nel suo palazzo, ero andato a trovare Tyler, che abita nel suo stesso edificio, e uscendo in ascensore, l'ho incontrata.» dice, addentando un altro boccone.
«E io ero cotta di lui.» dice Samantha scherzosamente, anche se era la veritá.
Jack la guarda sorpresa e Edward la guarda male.
«Mamma...» la chiama Jack
«Dimmi» replica la madre, bevendo un sorso di vino bianco.
Vedo Jack guardarmi, prendere un bel respiro e poi «Io e Madison ci sposiamo» la informa Jack
La madre inizia a tossire, posando il bicchiere.
«M-madison...sei...» guardo Jack, e lei capisce.
«Oddio tesoro sono cosi felice per te!» si alza e viene ad abbracciarmi.
«Mamma basta, non soffocarla.» dice Jack, cercando di spostare la madra da me che non mi lascia andare.
Torna a sedersi, dopo che Jack l'ha staccata da me.
La cena procede senza intoppi e, quando inizia a essere tardi, Samantha e Edward, ci ringraziano e vanno via.
Amelia resta ancora. Parliamo di che nome avrá il bambino, o la bambina.
Jack la rimprovera, vedendo che inizio ad essere stanca.
«Resta qui per questa notte.» dico.
Jack mi guarda di storto e alza gli occhi al cielo. Immagino avesse altri progetti per noi questa notte.
Ma dovrá rimandare.
La madre accetta la mia proposta.
L'accompagno al piano di sopra, nella stanza dove, quando ero sottomessa, dormivo io, che è come una camera per ospiti.
«Buonanotte.» dico, uscendo dalla camera.
«Buonanotte tesoro, dormi bene.» dice, chiudo la porta e raggiungo il piano di sotto.
Jack sembra nervoso, cammina avanti e indietro per l'immensa vetrata nel salone.
«Tutto bene?» chiedo
Si gira a guardarmi, mi avvicino a lui.
Mi prende per i fianchi e mi bacia.
«Andiamo a letto.» dico, il suo guardo cambia, da nervoso a malizioso.
«Come desideri, piccola.» risponde, accarezzandomi il sedere.
«Jack! Non in quel senso. Non possiamo, c'è tua madre.» dico, cercando di allontanarmi dalla sua presa.
«E allora? Sai quante ragazze ho portato a casa quando abitavo ancora con i miei.» dice con nonchalance
Mi stacco dalla sua presa, e mi allontano.
«Che ho detto?» dice e inizioa sentire i passi dietro di me
«E cosi hai avuto tante ragazze. Be'...io ne ho avuti solo tre.» dico fermandomi vicino alle scale.
«Eric, Paul e Dylan. Con Eric ci sono stata solo tre mesi, poi si è trasferito con la sua famiglia a Parigi e ci siamo lasciati. Paul era il mio compagno un mio compagno di classe, eravamo in coppia insieme in laboratorio. Be'...indovina dov'è stata la mia prima volta.» dico, scendendo dal primo scalino, mi avvicino al pianoforte.
Suono due o tre tasti, guardo Jack.
La sua espressione è con la rabbia alle stelle, ma non mi importa.
Se lui parla senza problemi delle sue storie, posso farlo anch'io.
«La professoressa ci lascia nel laboratori da soli per finire un lavoro, ci lascia le chiavi della classe e quando finimmo...be'...eravamo soli..cosi Paul ha chiuso a chiave la classe. Non ero convinta al 100% di volerlo fare, ma l'atmosfera era abbastanza...intensa in quel momento.» mi siedo sul divano, accavallando le gambe
Jack resta in piedi, a camminare davanti a me
«A essere sincera, mi ha fatto male quando...» Jack si volta di scatto, come un cane alla quale hai pestato la coda.
«Ti ha fatto male???» dice, quasi urlando
Annuisco, lui si avvicina di più a me.
Si siede, e io continuo la mia "storia".
«Oltre ad avermi fatta male, non è stato proprio dolce, si è stato bello...ma quando poi lo abbiamo fatto, non è stato poi cosi bello.» spiego poi che con il terzo ragazzo, Dylan, era un mio collega, che lavorava con me in un bar, e avevo diciotto anni.
«Be'...vuoi che ti racconti le mie di esperienze adesso?» chiede, guardandomi divertito
Io alzo gli occhi al cielo. «Se proprio devi...» dico, sperando capisca che non voglio lo faccia.
«Allora...» invece no, non l'ha capito.
«Solo al liceo ho avuto 15 ragazze. Storie senza importanza, di un mese o due.» dice tranquillamente
«La mia prima volta, è stata con Olivia Morrison, la ragazza più figa della scuola, la capo cherleeder. Avevo quindici anni e lei diciassette, è stato molto...» mi alzo, vado verso la grande vetrata e resto li, davanti a guardare fuori.
«Quante sottomesse hai avuto?» domando. Ho quasi paura di saperlo.
«Ne ho avute dieci.» dice.
«Va bene.» dico semplicemente, anche se molto arrabbiata, ovviamente.
Ma voglio vendicarmi.
Ora tocca a me.
«Sai...quando l'ho fat to con Dylan...» dico girandomi
«L'hai fatto anche con lui??!» urla e si alza di scatto.
Annuisco e continuo.
«Mi ha baciata ovunque, mi ha toccata ovunque...e poi...» faccii qualche passo e mi risiedo sul divano
«Abbiamo fatto l'amore ed è stato bellissimo. È stata la volta più bella della mia vita.» dico, guardandolo a mo di sfida
Mi afferra per le gambe, facendomi scivolare più giù sul divano.
«Allora...» dice, tenendomi aperte le gambe
Mi sfila i pantaloni della tuta e tocca la mia intimitá, molto molto lentamente.
«Ti ha toccata cosi?» mi chiede in un sussurro
Faccio di no con la testa.
Gemo e inarco la schiena, andando incontro alla sua mano.
Scosta le mutandine e mi penetra con due dita, con una magnifica lentezza che mi fa impazzire.
Muove le dita lentamente, dentro e fuori da me. Gemo, e lui mi tappa la bocca con due dita in bocca.
Io le succhio, e quel gesto lo fa eccitare ancora di più.
La sua erezione sembra stia per scoppiare e uscire fuori dai pantaloni.
Muove le tuta più velocemente e accarezza il clitoride con il pollice.
Mi tremano le gambe e capisco di essere vivina al limite.
Guardo Jack e lui fa no con la testa.
Stringo le cosce, ma lui me le riapre e si ferma, senza farmi venire.
Il cuore è a mille.
Jack si abbassa i pantaloni, insieme ai boxer, e poco dopo, affonta tutto dentro di me molto lentamente.
Inizia a muoversi dentro e fuori, dentro e fuori sempre più velocemente.
«J-jack...» dico, lui mi ignora e continua il suo movimento
«T-ti...ti prego...» dico sfinita.
Non riesco più a tratrenermi.
Annuisce e io esplodo, e lui con me, in un orgasmo fortissino e liberatorio.
Ancora dentro di me, mi bacia la fronte e le labbra.
«È ancora quella la scopata più bella della tua vita?» chiede, con il respiro affannoso
Faccio di no con la testa e lo bacio.
Si riveste e io anche.
Andiamo in camera e lo facciamo di nuovo, per la secinda volta, questa volta è ancora più bella della volta precedente.

You are my slaveDonde viven las historias. Descúbrelo ahora