Capitolo 16

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"Mikko, non puoi fare qualcosa?"
"No Marinette, deve essere lei a svegliarsi, io non posso fare niente."
"Allora cosa facciamo? Stiamo qui con le mani in mano?"
"Se vogliamo aiutarla, dobbiamo sconfiggere Lila."
"Ma come facciamo? Metà dei Miraculous non sono assegnati! In quattro non abbiamo speranza!"
Alya, Foxxi e Tikki alternavano lo sguardo tra Marinette, Mikko e Chloè -quest'ultima sdraiata sul letto- come se stessero osservando un'interessantissima partita di tennis, senza fiatare.
Alya era quella con lo sguardo più spento, mentre i suoi pensieri erano concentrati su tutt'altro: Lila. L'akuma era un essere malvagio, non poteva lasciare Lila illesa, dopo tutto quel tempo.
La mora si riscosse solo dopo aver sentito le ultime parole dell'amica, e si guardò intorno smarrita: la porta di legno chiaro, che portava al corridoio dell'ospedale, spiccava tra le mura bianche della stanza; la finestra era l'unica fonte di luce, e il sole spendeva luminoso, nonostante fossero le cinque del pomeriggio. Da quella stanza si distingueva il Municipio, dove probabilmente il Sindaco stava pensando alla figlia, senza avere la forza di venire a trovarla, non dopo averla vista già una volta in quello stato.
Dall'altra parte dell'ospedale, non visibile da quella prospettiva, si ergeva Villa Agreste, nella quale Adrien e Alex si consolavano a vicenda, mentre Plagg e Wayzz si trovavano sicuramente insieme a Madeline per decidere cosa fare con Flaffy, Nooro e Mikko.
Era una situazione pessima, probabilmente i tre Miraculous sarebbero andati a qualcun'altro, ma per il momento dovevano pensare a Chloè.
Alya guardò la bionda e successivamente la corvina, e le appoggiò una mano sulla spalla, in segno di conforto.
"Ce la faremo. Tutti insieme."

Nicole guardava incerta il ciondolo di Kai, mentre nella sua stanza regnava un silenzio di tomba.
Indossava ancora la tuta da ginnastica grigia che aveva usato per andare a correre, con la fronte imperlata di sudore e il fiato grosso.
Gli occhi erano spenti, ma erano concentrati solo sul gioiello.
Pensava e ripensava a quello che stava per fare, senza esserne del tutto convinta.
Aveva ideato un piano perfetto per aiutare Lila, che lei volesse essere aiutata o meno, ma il suo desiderio poteva anche rivelarsi inutile se avesse fatto un passo falso.
Le servivano tutti i Miraculous perché la sua idea funzionasse, ma se tutti i Miraculous non avevano un portatore, non avrebbe mai potuto prenderli.
Aveva anche pensato di dare il ciondolo a Lila, una volta espresso il suo desiderio iniziale, ma aveva scoperto che doveva essere lei a trovarlo, e Nicole non poteva farglielo avere in nessun modo.
Se voleva riuscire nel suo intento, doveva concentrare tutti i portatori a Parigi, e doveva cominciare dalla persona più facile da rintracciare: la figlia del Sindaco, nonché l'attuale portatrice del Miraculous dell'ape.
Doveva guarirla, e ci sarebbe riuscita.
Aveva deciso, ma preoccupata per Lila, andò a vedere se era tutto a posto.
Non lo era.
Sbirciò da dietro la porta della stanza della sorella, per trovarla in ginocchio con il respiro affannato, che si teneva una mano sul cuore.
Quella vista le straziò il cuore, ma la rese ancora più determinata ad attuare il suo piano.
Avrebbe rinunciato al ragazzo di cui si era innamorata, ma avrebbe salvato sua sorella.

Alya e Marinette erano nella stanza della corvina, passando un po' di tempo solo loro due, come non facevano da tempo.
Nonostante la situazione e tutto quello che era successo, trovavano ancora la forza di sorridere, e trasmettevano allegria al gruppo, sperando nel risveglio di Chloè.
Era passato un mese, ma le due ragazze continuavano a conservare una speranza, perché erano sicure che prima o poi si sarebbe svegliata.
La parte che non le confortava era il prima o poi.
Quanto ci avrebbe messo ancora Chloè? Perché non si svegliava?
Il tempo passato sembrava un'eternità, ma le ragazze e i ragazzi si distraevano appena potevano: c'era chi leggeva, chi giocava ai videogiochi e chi studiava.
Giá, studiare. I cinque portatori -compresa Chloè-, dovevano anche fare i conti con l'ultimo anno al liceo, e, a fine gennaio, con le iscrizioni alle varie università.
"Allora, che università pensi di fare?"
"Mi pare ovvio, indirizzo giornalistico. Tu invece? Scommetto un'università di moda."
"Esatto. Posso chiederti una cosa?"
"Certo, di che si tratta?"
"Di Lila. Mi è venuta in mente una cosa che molto probabilmente non avrà senso, però è un dubbio che mi assale da un po': è possibile che l'akuma non abbia alcun effetto su Lila?"
"Marinette, non ne ho idea. Per queste cose dovremmo chiedere a Tikki, Foxxi, o ancora meglio, a Nooro. Di sicuro non può essere innocua, e Lila riscontrerá qualche, se non molti ostacoli, se così possiamo chiamarli. Perché mi fai questa domanda?"
"Per chiedere..."

Era notte, la stanza di Chloè era immersa nel buio, l'unico spiraglio di luce derivava dalla luna, che si poteva intravedere dalla finestra.
Vicino alla porta, due occhi cercavano di adattarsi al buio -anche se con difficoltà- mentre pian piano si avvicinavano al letto.
Solo quando la figura riuscì a toccare il materasso, spostò di lato la mano fino alla lampada sul comodino, accendendola e creando un po' di luce.
Nicole guardò il ciondolo di Kai tra le sue mani, consapevole di quello che stava per fare.
Si portò il ciondolo al cuore, chiuse gli occhi e espresse il suo desiderio.
"Vorrei che Chloè si svegliasse, e che tutti i portatori si radunino al più presto a Parigi."
Il ciondolo si illuminò di una luce verde, che appena dopo un secondo avvolse Chloè completamente.
La bionda apriva piano gli occhi, ma Nicole non poteva farsi vedere, allora andò alla finestra -non prima di aver spento la luce- e salto giù.
Bip.
Bip bip.
I dottori entrarono precipitosamente nella stanza.
La luce si accese.
"Signorina, si sente bene?"
".. dove sono?"

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