Capitolo 24

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Lila rideva guardando i corpi di Ladybug e Chat Noir senza vita ai suoi piedi.
Gli eroi corsero verso i due compagni, mentre Butterfly cominciava a piangere.
Ecco cosa volevano dire i suoi sogni.
Le credettero le ginocchia, non dando ascolto alle voci dei suoi compagni.
"Marinette! Svegliati per favore!"
Lila aveva smesso di ridere. Continuava ad arretrare respirando forte, come se le mancasse il respiro, mentre Nicole le correva incontro per sorreggerla.
"Nicole.. aiutami.."
"Eccomi Lila, sono qui stai tranquilla."
"M-mi dispiace.."
Nicole fece stendere sua sorella, mentre gli eroi continuavano a chiamare invani Ladybug e Chat Noir.
Lila respirava in modo quasi impercettibile, ma Nicole ad accarezzarle i capelli sussurrandole parole dolci, come se la mora dovesse solo addormentarsi.
Poi gli occhi di Lila diventarono vitrei, Nicole non sentiva più il cuore battere.
"Lila! Lila apri gli occhi! Svegliati accidenti!"
La ragazza continuò a scuotere il corpo senza vita della sorella, quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.
Chloè e Sebastien erano appena arrivati.
Bee li aveva chiamati appena si era ripresa dallo shock, ma quando erano arrivati anche loro avevano avvertito il dolore che girava nell'aria.
"Nicole, se n'è andata. Lasciala."
"È mia sorella! Tu non capisci!"
"Ti capisco, ma non puoi fare niente. Non si torna indietro a questo punto."
"I-io.."
Chloè avvolse un braccio attorno alle spalle di Nicole, separandola lentamente -con l'aiuto di Sebastien- dalla sorella.
Si voltarono verso il gruppo, dove videro Volpina e Butterfly ancora intente a chiamare Ladybug.
D'un tratto smisero entrambe e si allontanarono lentamente dai due supereroi, mentre un fumo rosso e nero usciva rispettivamente dai Miraculous della coccinella e del fatto nero, formando a poco a poco due figure.
"Plagg?"
"Tikki?"
"Tu sei.."
"Siamo in forma umana."
Tikki aveva i capelli rossi e lunghi fino a metà schiena, occhi azzurri e corpo snello. Non era troppo alta ma neanche troppo bassa e il sorriso smagliante. Sembrava un concentrato di felicità.
Plagg invece aveva capelli neri ed occhi verdi, più alto di una testa di Tikki e sorriso sfrontato.
Tortoise, il primo a riprendersi, si rivolse ai due kwami più confuso che mai.
"Com'è possibile?"
Ma Tikki era troppo entusiasta della sua attuale forma per prenderlo in considerazione.
"Lo sapevo! Lo sapevo che c'era qualcosa di diverso!"
"Tikki.."
"Cosa?"
Era così felice, e Plagg cosi sorpreso, da non essersi accorta dei corpi dei loro portatori ai propri piedi.
Il sorriso della kwami svanì, e gli occhi le si riempirono di lacrime.
"Marinette.. Adrien."
"Tikki."
Plagg attirò l'attenzione della compagna, che non lo aveva mai visto così serio in tutti quei millenni.
"Sai cosa dobbiamo fare, no?"
La kwami si sforzò di non sorridere tristemente, mentre prendeva la mano di Plagg e lanciava uno sguardo alla sua portatrice.
"Pronto?"
Tutti gli altri, che fino a quel momento erano stati in silenzio a guardare, intervenirono e chiesero spiegazioni.
"Cosa volete fare?"
"Promettete solo che farete di tutto per salvarli. Dovete portarli dal Maestro Fu il prima possibile, per favore."
"Ma-"
"Promettete."
"Ok, va bene."
I due kwami si presero per mano, Tikki piangeva, mentre si dissolvevano di nuovo in fumo e rientravano nei rispettivi Miraculous.
Aspettarono in silenzio per cinque secondi, poi Ladybug e Chat Noir presero, anche se in modo quasi impercettibile, a respirare.

"Forza! Sbrigatevi! Dobbiamo andare dal Maestro!"
"Se tu ci dessi una mano Paon, non avremmo così tanti problemi a trasportare due zombie."
"Chloè! Un po' di rispetto!"
"Come se avessi torto.."
Menomale che era notte, perché sarebbe stato un po' difficile alle cinque del pomeriggio spiegare perché un gruppo di ragazzi stesse trasportando Ladybug e Chat Noir in fin di vita.
"Ecco il negozio! Maestro! Maestro venga fuori o le butto addosso tutto il thè che ha!"
"Chloè!"
"Si può sapere chi urla in questo modo all'una del mat- un secondo. Quelli sono chi penso che siano?"
La figura trasparente dell'ex Grande Guardiano uscì dal negozio infuriato, per poi farsi serio notando i corpi dei due eroi stesi a terra.
"Non parlate, ho già capito. Andate alla biblioteca qui vicino e chiedete alla signora della biblioteca dei Miraculous. Saprà cosa fare."
"Quindi abbiamo fatto tutta questa fatica per trasportarli fino a qui, per doverli portare fino alla biblioteca?"
"E poi sono io quella con poco tatto.."
"Io sono Sebastien Delacoure. Io ho tatto, Chloè."
Trasportarono i corpi di Ladybug e Chat Noir fino alla biblioteca, entrando dal portone e scoprendo che l'edificio era aperto ventiquattro ore su ventiquattro.
"Manon, vai a cercare la signora."
"Certo."
La ragazzina corse via, mentre gli altri finalmente appoggiavano a terra i due eroi.
"Bene, avete trasportato qui i due piccioncini, ora posso avere il mio cioccolato?"
"Fooxi!"
"Ma io ho fame!"
"Io lo ammazzo questo kwami.."
Alex e gli altri guardavano i due litigare un po' scioccati. Insomma, Marinette e Adrien erano in punto di morte, e loro si mettevano a discutere sul cibo?
"Ehi! Ho trovato la signora!"
Manon spuntò da uni dei tanti corridoi con gli occhi pieni di speranza, subito seguita da una signora anziana con gli occhiali.
"Di cosa avete bisogno?"
I ragazzi si mossero a disagio, in silenzio, quando la bibliotecaria notò i Miraculous.
"Oh cielo! Seguitemi, credo di sapere cosa state cercando."
Iniziò a camminare verso il bancone ore sente nella sala, fermandosi d'un tratto e rivolgendosi nuovamente ai ragazzi.
"Ladybug e Chat Noir, portateli con voi."
Li condusse in uno stanzino sul retro dell'edificio, attivando un qualche meccanismo che spostò i mattoni dal loro posto.
"Benvenuti nella biblioteca dei Miraculous."
Gli eroi entrarono nella stanza con gli occhi e la bocca spalancata, mentre guardavano l'enorme quantità di libri presenti negli scaffali ai lati della stanza,mentre un tavolo circolare al centro era la prima cosa che saltava agli occhi di chi entrava.
"Forte! Tipo la tavola rotonda!"
"Non c'è da scherzare. Portateli sul tavolo, gli altri mi seguano."
Alex e Alya appoggiarono Ladybug e Chat Noir sul tavolo, per poi raggiungere il resto dei ragazzi, già con almeno cinque libri a testa.
"Noi dobbiamo leggere tutti questi cosi?"
"Esatto. Troveremo sicuramente una soluzione qui dentro."
Due ore dopo, alle tre di mattina? Niente soluzione, ma solo un grandissimo sonno.
Chloè decise di staccare per cinque minuti, facendo scorrere lo sguardo sui suoi amici.
Erano tutti mezzi addormentati, ad eccezione di Nicole, che stava in un angolo da sola su un libro.
La bionda si avvicinò a lei, attirando l'attenzione della ragazza.
"Perché ci aiuti così tanto?"
Nicole alzò gli occhi dal libro, guardando prima Chloè, poi gli altri, poi di nuovo Chloè.
"So cosa state provando in questo momento. Non voglio che succeda anche a voi."
"Pensi davvero che ci riusciremo?"
"Francamente? Non ne ho idea. Sai, spesso si pensa di desiderare qualcosa che non si può avere, poi ci si rende conto delle cose preziose che si hanno solo quando le si perde. Sai a cosa mi riferisco vero?"
Chloè sospirò, guardando il ciondolo che portava al collo.
Rivolse un sorriso a Nicole, avviandosi poi verso Ladybug e Chat Noir.
"Vorrei che si svegliassero."

Marinette lisciò il vestito guardandosi allo specchio, mentre intorno a lei Chloè, Alya e Carly la aiutavano con il trucco, i capelli e il resto.
Ricordò quello che era successo sei mesi prima, da quando Chloè aveva esaudito il desiderio e il ciondolo di Kai era sparito.
Lei e Chat avevano aperto gli occhi, subito circondati dagli amici, ma avevano occhi solo per loro due. Blu contro verde.
"Ciao insettina."
"Ehi."
Solo quelle poche parole, poi si erano buttati uno tra le braccia dell'altra.
Dopo qualche settimana si erano tutti ripresi.
Nicole stava ancora per conto suo, ma Chloè la stava facendo pian piano integrare nel gruppo, e ora erano lì.
Al matrimonio di Adrien e Marinette.
"Marinette sei pronta?"
"No."
"Avanti non fare la fifona! È il tuo matrimonio!"
"Appunto Alya. Il mio matrimonio. Sicuramente con i trampoli che mi avete fatto mettere cadrò addosso al prete, facendolo picchiare contro l'altare. Andrà in coma e quando arriverà la polizia farò rovesciare qualcosa di velenoso addosso ad un poliziotto, sarò arrestata per omic-"
"Basta con i tuoi film mentali. Ora vai, che Adrien ti aspetta."
"Già, senza di te quel gatto sarebbe perso al cento per cento."
"Sbrighiamoci."
Marinette alzò leggermente il vestito per non sporcarlo, Alya e Chloè facevano spazio tra il casino nella stanza e Carly la aiutava a  rimanere insieme.
La corvina guardò le tre amiche che le erano state accanto da quando avevano potuto, sentendosi orgogliosa anche di se stessa per gli abiti che aveva creato per quell'occasione alle ragazze.
Alya aveva un vestito al ginocchio a mezze maniche arancio, tacchi neri e capelli sciolti.
Carly indossava un vestito nero di lino, senza spalline e delle converse; si era rifiutata di mettere quei trampoli infernali. 
Chloè un tubino giallo a metà coscia, capelli legati in una coda alta e tacchi neri.
Marinette era riuscita a confezionare un vestito anche per la piccola Manon, morbido e non troppo attillato di colore violetto e con delle semplici ballerine.
E si, aveva scelto apposta i colori.
Marinette sorrise alla vista del padre, tutto in tiro nel suo smoking mentre le porgeva il braccio.
"Vieni, andiamo."
"Non mi lascerai cadere vero?"
"Neanche per sogno."
Mentre andavano in Chiesa, Marinette smise quasi di respirare, e quando la macchina si fermò, perse definitivamente un polmone.
"Ok, calma, ora cammino, succede quel che deve succedere e poi.. Poi che succede? Alya cosa devo fare poi? Cosa?"
"Chloè glielo spieghi tu?"
"Al massimo Carly, non voglio immaginarlo mentre lo dico. Tra l'altro, voglio vedere quanto tempo ci impiega a capire."
"Cosa? Di cosa parlate? Insomma posso sapere cosa succede dopo il mio matrimonio? Aspettate. Mi sto sposando? O cielo! Aiuto! Sto per sposarmi! E-"
"Ecco la crisi isterica."
"Stop! Non posso sopportarne un'altra. Ne hai già avute otto questa mattina! In quattro ore! Quindi calma."
E cosa fecero le migliori amiche nonché damigelle di Marinette? La lasciarono a disperarsi da sola mentre loro entravano nell'edificio.
"Che belle amiche.."
Si girò verso il padre che la guardava divertito, poi finalmente sentirono l'organo suonare ed entrarono in Chiesa.
Tom si avvicinò alla figlia, e iniziò a scortarla dentro.
Appena Adrien la vide, sorrise spontaneamente.
Un abito bianco di seta le fascia va il corpo mettendo in mostra le curve, gli occhi azzurri risplendevano di luce nuova, incorniciati dai capelli della corvina lasciati sciolti.
Raggiunge l'altare senza interrompere il contatto visivo con Adrien, e la cerimonia iniziò tanto velocemente da concludersi in un secondo.
"Ti amo insettina."
"Ti amo gattino."

N. A
DOPO UN FOTTUTISSIMO MESE ECCOMI CON L'ULTIMO CAPITOLO! MANCA L'EPILOGO! Poi voglio vedere le vostre facce muahahhaha

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