Capitolo 19

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"Hai consegnato il biglietto?"
"Si Lila."
"E lei?"
"È corsa via a chiamare gli altri."
"Perfetto, come avevo previsto. Ora si riuniranno, e sará lì che li attaccheremo."
"Non sarebbe più prudente attaccarne uno alla volta?"
"Ci avevo già pensato, ma dovremmo mandare un mostro per tutti e quattro, non è il caso. Aspettiamo anche che arrivino gli altri portatori, dobbiamo indurli allo scoperto."
"Si."
"Devono pagare tutti."
"Ieri sera avevi accennato anche a un altro ragazzo da dover recuperare."
"Si, ha già fatto del male a Marinette, sarà più facile sconfiggerla in questo modo."
"Avevi detto che volevi solo il Miraculous, che avresti lasciato in pace Marinette!"
"Si, ma questo dipende da lei."
"Non sono sceso a patti con te per niente. Io voglio Marinette, è mia, quindi decido io se le va fatto del male o meno."
"Ma sono io che comando qui, giusto?"
Lila guardò il ragazzo davanti a sé farsi rosso di rabbia, mentre usciva dalla stanza sbattendo la porta.
Una piccola parte di se le diceva di stoppare tutto, di lasciare perdere e preoccuparsi per la propria salute, ma l'akuma non condivideva quell' idea, ed ogni volta che provava a rilassarsi, la farfalla dentro di se prendeva il controllo facendole perdere sempre più energia.
Era inoltre preoccupata per Nicole, la quale non si faceva vedere dalle sette del mattino, quando era andata a correre.
Lila aveva sempre avuto un buon rapporto con sua sorella, e spesso tendeva a preoccuparsi anche troppo quando non la sentiva dopo un certo periodo, ma in quel momento aveva bisogno di lei come supporto.
Quando l'akuma non la controllava, era Nicole che le dava la forza per continuare, Nicole che la accudiva, era lei la ragione per cui tirava avanti.
Ad un certo punto sentì una ormai familiare stretta allo stomaco e gli occhi bruciare, segno che l'akuma stava riprendendo il comando un'altra volta. Era come se avesse vita propria all'interno del corpo di Lila, ed era effettivamente così, ma quello che la ragazza non sapeva, era che nel giro di un mese l'akuma l'avrebbe consumata del tutto.
Gli occhi di Lila divennero nuovamente viola, mentre l'immagine di un ragazzo dai capelli rossi compariva sul computer.
"Sto venendo a prenderti Nathaniël."

Marinette fissò i compagni e Nicole mentre studiavano il biglietto.
Dopo che avevano stabilito un accordo, Nicole aveva iniziato a spiegare loro dei sistemi di sorveglianza di Lila, di come controllava ogni angolo di Parigi e dei suoi attacchi.
Marinette era rimasta colpita dal dolore che Nicole sembrava provare, e per tutto il tempo aveva tenuto stretta la mano di Adrien.
Quando aveva finito di parlare, Nicole aveva detto di dover tornare al loro nascondiglio -che per ora non aveva ancora voluto svelare- per non insospettire troppo l'akuma.
Il resto del gruppo si era diviso, andando ognuno verso casa sua, ma una volta arrivata in camera, Marinette aveva trovato il biglietto che ora, di nuovo riuniti, i ragazzi stavano studiando.
"Allora?"
"Marinette, tu sai di chi può essere questa scrittura?"
"Io.. si."
"E di chi è?"
"Sebastien Delacoure"
"E chi sarebbe?"
Lo sguardo di Marinette era spento, e quando iniziò a raccontare gli occhi le si fecero lucidi.
"Da piccola era il mio migliore amico. Eravamo sempre insieme. Giocavamo al parco, mangiavamo insieme, eravamo inseparabili. Tutti ci invidiavano per il nostro legame, eravamo come fratelli. Lui era di ricca famiglia, aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi. Insomma, la maggior parte delle persone lo definirebbero il Principe Azzurro perfetto. Ma anche lui aveva un suo lato oscuro. Già quando era piccolo dimostrava molto controllo su ciò che possedeva, se succedeva qualcosa che a lui non andava bene impazziva e diventava parecchio suscettibile. Ma nonostante questo veniva considerato da tutti e da me un ragazzo d'oro.
Un giorno, quando avevamo sette anni, eravamo a casa sua, ed era stato così dolce da regalarmi un braccialetto dell'amicizia, cosa che nessun ragazzo che avessi mai conosciuto aveva mai fatto.."
"Aspetta.. il braccialetto che intendi, è quello.."
"Si Adrien, è quello che ti ho dato quando ci allenavamo per il torneo di videogiochi e Max fu akumizzato. Comunque, a dieci anni Sebastien era già molto maturo per la sua età, e presto diventò possessivo anche nei miei confronti. Non mi faceva stare con nessun altro che non fosse lui. P-poi.."
Le si formò un groppo alla gola, non riusciva più a parlare, allora Adrien le si sedette accanto abbracciandola da dietro.
"Va tutto bene."
Marinette si voltò verso di lui, mentre una lacrima le rigava la guancia. Si girò verso gli altri e continuò.
"Un giorno, quando avevamo dodici anni, ero andata a casa sua per sapere come stava, perché non avendolo visto a scuola mi ero preoccupata, non mi aveva neanche avvisato che sarebbe mancato. Ero all'inizio della via dove abitava, e lì ho sentito le sirene dei pompieri. La casa era in fiamme.. lui.. l-lui era morto.."
"Scusate per il poco tatto, ma come fa a non essere defunto?"
"Non ne ho idea..."
"Nicole, tu ne sapevi qualcosa?"
"Sapevo solo quello che vi ho detto.. però, ora che ci penso, una volta ho guardato nei file sul computer, e ne ho visto uno salvato con il nome 'RECUPERO' e la foto di un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli rossi e-"
"Testa di Pomodoro.."
Adrien ringhiò il suo nome, mentre Marinette e Alya sbiancavano.
"N-no.. Non può seriamente volersi alleare con lui vero?"
Marinette si avvicinò alla finestra dopo aver sciolto la presa di Adrien, mentre lui la guardava preoccupato.
Nonostante il tempo passato, non aveva mai superato del tutto quello che Nathaniël le aveva fatto, non riusciva a capacitarsene.
Chloè era l'unica a non aver ancora fiatato, e se ne stava in silenzio a pensare.
Cosa aveva in mente Lila? Sapevano tutti che Nathaniël voleva Marinette, ma se a questo punto la voleva anche Sebastien, come avrebbero fatto?
Ad un tratto il silenzio che si era andato a creare si spezzò.
Da fuori si sentirono delle grida e dei ruggiti, mentre il sistema d'allarme della villa scattava.
Qualcosa li stava attaccando.

Fidati di Me || MLB Where stories live. Discover now