Capitolo 23

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Sebastien e Chloè erano rimasti insieme alla signora Agreste per controllare lo scrigno dei Miraculous, mentre i sette eroi e Nicole correvano verso il rifugio di Lila.
Nicole faceva da navigatore, mentre il gruppo proseguiva guardando davanti a se con sguardo deciso.
Lila era scappata loro troppe volte, ma quella battaglia avrebbe segnato la fine della guerra, ne erano sicuri.
Ladybug spostò un attimo lo sguardo su Chat Noir e fissò i suoi occhi verdi. Erano pieni di preoccupazione, speranza e stanchezza.
Si avvicinò a lui continuando a correre, fino ad affiancarlo.
"Tutto ok?"
Chat la guardò negli occhi senza rispondere alla domanda, ma ponendone una a lei.
"Mi prometti una cosa?"
"Tutto quello che vuoi."
"Resterai al mio fianco?"
"Ovviamente. E tu starai al mio?"
"Ti proteggerò a costo della mia vita."
L'eroina non riuscì a non preoccuparsi per quell'affermazione, ma ormai erano arrivati al rifugio, una casa in ottime condizioni ma buia all'interno, come se fosse disabitata ma tenuta in ordine.
"Nicole, sicura che sia qui?"
"Certo! Per chi mi hai presa?"
"Entriamo."
Entrarono facendo scricchiolare la porta, mentre il buio regnava sul lungo corridoio d' ingresso.
Il pavimento era tappezzato da tappeti di tutti i tipi, che si intonavano con il colore delle pareti ai lati.
Una lampada in mezzo al corridoio era l'unica fonte di luce, ma a causa della poca luce non si vedeva neanche la fine del corridoio stesso.
"Ok, ora attenti a qualsiasi suono e movimento. Per chi non conosce le posizioni delle trappole, può essere molto pericoloso."
"Menomale che io posso volare."
"Non infierire Bee."
"Scusate."
Erano ancora fermi all'ingresso, Nicole sembrava immersa in chissà quali pensieri, e Bee fece scattare le ali, pronta a volare.
"Bee.. Non so se ti conviene. Sarebbe più sicuro se tu stessi a terra come noi."
La bionda sbuffò di frustrazione, ma, dopo un attimo di esitazione, ritirò comunque le ali e aspettò indicazioni da Nicole, le quali non tardato ad arrivare.
Avanzarono piano in silenzio, quando Chat intervenne sussurrando. 
"Ehi insettina, non hai anche una torcia nel tuo yoyo?"
"Ti sembra il momento?"
"Beh, un po' di luce non farebbe male."
"No. Non ho una torcia incorporata nello yoyo."
"Peccato."
"Perché questa situazione mi ricorda un film horror?"
"Perché, caro il mio fratellino rimbecillito, ieri prima di uscire con Adrien hai visto di fila 'Annabelle' e 'La Bambola Assassina'."
"Ma dobbiamo parlare di film proprio ora?"
"Attento Tortoise!"
Il moro mise il piede su una piastrella, col risultato di farla spostare e azionare un meccanismo, il quale -per gioia degli otto ragazzi- iniziò a riempire tutto lo spazio di un fumo giallo, che dilatandosi poco dopo, non lasciò tracce di nessuno dei membri presenti fino ad un secondo prima nella stanza. 
"Ehi! Chat! Volpina! Dove siete?"
Ladybug sembrava all'interno di una stanza vuota, comparsa subito dopo che era stata circondata dal fumo giallo.
Aveva appena smesso di tossire, non sentiva e non vedeva nessuno. Aveva paura.
Paura che qualcosa andasse storto.
Paura che Lila avrebbe vinto.
Paura di sbagliare tutto.
Paura che sarebbe successo qualcosa a Chat.
E si sentiva una codarda a pensare a queste cose.
Si guardò ancora intonro spaesata, non riuscendo a vedere molto a causa del buio. E le pareti nere non aiutavano.
"Ehi! Qualcuno mi risponda!"
"E io che speravo che con il fumo riuscissi a sbarazzarmi di te."
Non poteva credere alle sue orecchie.
Non poteva anche solo pensare che lui avesse appena detto quelle parole.
Chat Noir si fece spazio nel campo visivo della corvina, fino ad arrivarle ad un palmo di distanza dal viso.
Le prese il mento con forza e la costrinse a guardarlo negli occhi. Gli occhi verdi che l'avevano fatta innamorare.
Era proprio lui, e lei lo stava disgustando.
Sentì gli occhi pizzicare, e le lacrime cominciarono a rigarle il viso.
"Cosa fai ora? Ti metti a piangere? Sei debole! Non fai mai niente di buono! E pensi anche di essere una supereroina?!"
Ladybug cadde in ginocchio, singhiozzava e piangeva senza riuscire a smettere, e incassava gli insulti di Chat Noir senza fare niente, mentre una tristezza enorme si impossesava di lei e perdeva le forze.

Bee si guardava intorno confusa, sempre in allerta, mentre sentiva il rumore di passi da una parte indistinta della stanza.
Quando sentiva anche altri rumori lanciava pungiglioni verso la direzione da cui provenivano, ma i colpi non andavano mai a segno.
Poi le persone nell'ombra parlarono.
"Che dici è spaventata abbastanza?"
"Dico che dovevi stare zitto e coglierla di sorpresa."
Quelle voci.. perché dicevano quelle cose? Si stavano riferendo a lei?
Lo sguardo confuso era stato sostituito da uno terrorizzato, mentre le voci riprendevano a parlare.
"Ora si che è spaventata."
"Allora che facciamo, le diamo il colpo di grazia?"
Uscirono dall'ombra due figure. Harry e Sebastien.
"Perché siete qui? Harry.. Sebastien dovevi essere con la signora Agreste!"
"Sai quanto mi interessa. Il mio obiettivo è un altro."
Il biondo si avvicinò all'eroina sorridendo malignamente, mentre Harry lo seguiva senza esitazioni, e con una strana luce negli occhi.
"Credi di essere importante? Di contare qualcosa per qualcuno?"
"I-io non capisco.. perché vi state comportando in questo modo?"
"Sei tu! È tutta colpa tua!"
"Vediamo quanto resisti a questi."
Cominciarono a tirarle calci e pugni, senza che lei riuscisse a difendersi.
Non erano tanto i danni fisici a farle male, ma le persone che le stavano facendo quello.
Piangeva come se fosse stata l'ultima volta, non voleva, non poteva sopportare ancora quella tortura.
Harry era il suo fratellino, e Sebastien.. beh, Sebastien era il ragazzo di cui si era innamorata.
Non poteva attaccarli, non poteva e basta.
Quindi rimase li a subire i colpi dei due ragazzi, come prima Ladybug subiva gli insulti di Chat Noir.

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