CAPITOLO 58

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Arrivammo davanti all'albergo, ringraziammo l'autista e ci precipitammo dentro, cercando di evitare la pioggia... ma ormai era troppo tardi! Ci fermammo alla reception bagnati fradici, ci consegnarono incerti la chiave della stanza, che si trovava al primo piano e ci dirigemmo di corsa verso la camera.  Una volta entrati, Marco  chiuse la porta spingendomi davanti ad essa, appoggiandosi a me, come se ogni centimetro del suo corpo non avesse avuto bisogno d'altro che di sfiorare il mio. Portò le mie mani sopra la mia testa e incrociò le sue dita alle mie, mentre le gocce di pioggia cadevano dai nostri visi e dai nostri vestiti sulla moquette della camera.  Posò le labbra sulle mie e, dopo essersi fermato un istante per sorridere,  cominciò a baciarmi, senza più fermarsi. Mi lasciai andare, ricambiando i suoi baci... non ricordavo che fossero così belli. Marco lasciò le mie mani per percorrere il mio viso, le spalle, i fianchi e la schiena. Le sue dita si fermarono sui miei jeans bagnati, senza smettere di baciarmi mi prese in braccio e mi fece stendere sul letto. Sorrisi e lo guardai dal basso. Si sfilò la camicia di jeans e la maglietta che aveva indossato sul palco, in fretta e furia gettò tutto per terra, così come le scarpe piene d'acqua. Si piegò sopra di me, rincontrando le mie labbra e iniziò ad aprire i bottoni della mia camicetta, anche i miei vestiti e i suoi pantaloni finirono a casaccio sul pavimento. Si sedette a cavalcioni sul mio bacino e si piegò per baciarmi, poi la sua mano attraversò tutto il mio braccio e incrociò le dita alle mie, mentre la ragione mi aveva abbandonata da un pezzo.                                                                                                                     

Tutta la stanchezza della giornata era svanita nel nulla. Restammo uno sopra l'altra, senza smettere mai di baciarci, nemmeno per riprendere il fiato. Ero stata stupida a pensare che avrei potuto sopravvivere senza di lui e senza i suoi baci, solo in quel momento mi ero resa conto di quanto fossero indispensabili. Ricordai la volta in cui Marco ed io avevamo fatto l'amore, in quella casetta in mezzo al bosco di Ronciglione... la mia prima volta. Mi chiesi se anche Marco ci pensasse spesso  e se anche lui, come me, desiderasse che riaccadesse. Ormai il mio corpo conosceva bene il suo profumo, le sue carezze... stare così vicina a lui era come sentirsi a casa. 

Eravamo uno accanto all'altra, completamente svestiti, le sue labbra, che non avevano mai abbandonato le mie, si erano staccate per lasciarmi baci sul collo, quando qualcuno bussò alla porta. Marco ed io ci guardammo con aria interrogativa, un po' storditi e scocciati, <<Vado io?>> domandai, <<Forse è meglio di no, resta qua, vado a vedere chi è...>>, si alzò, soffocando uno sbuffo, si infilò velocemente l'accappatoio e andò alla porta, mentre anch'io mi coprii con il lenzuolo.

<<Sig. Mengoni?>> sentii una voce femminile, <<Sì, sono io>> rispose Marco. <<Questo è per lei, da parte della sua manager. Ci ha detto che è arrivato da poco e che probabilmente avrebbe avuto fame. La ragazza è stata molto gentile:  le cucine erano chiuse da un pezzo, ma ha fatto di tutto per fare in modo che potesse cenare. Mi ha chiesto di dirle che è nella stanza qui accanto se avesse bisogno di qualcosa>>, <<Oh... grazie>> dal tono della voce di Marco capii che era alquanto in imbarazzo. <<Buona notte e scusi il disturbo>>, <<Buona notte anche a lei>>. Poco dopo Marco arrivò con un carrello pieno: un piatto di spaghetti al ragù, una bistecca con le patatine, il dolce, e una bottiglia di vino e al centro una rosa rossa.

<<È stata Marta a ordinare questa roba per te?>> gli chiesi, anche se avevo sentito benissimo. <<Così mi hanno detto>>. Non dissi nulla, mi limitai ad abbassare lo sguardo, irritata dal tono noncurante di Marco. <<Ma... anche tu avrai fame, prendi quello che vuoi, tanto per me è troppo...>>, Marco si sedette accanto a me sul letto, porgendomi il piatto di spaghetti. <<No, grazie... forse è meglio che vada ad asciugarmi i capelli e a mettermi qualcosa addosso...>> risposi. Mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, senza degnare più di uno sguardo quel dannato carrello.

In un attimo Marta aveva rovinato tutto. Le era bastato ordinare un carrello con la cena e fargli sapere che era nella stanza accanto! Mentre mi guardavo allo specchio e mi avvolgevo in un asciugamano, capii che non me l'avrebbe mai data vinta... se fossi rimasta con Marco non mi avrebbe dato pace. Mi sentii in colpa per aver congedato Marco in quel modo, infondo lui non ne poteva niente, era semplicemente troppo ingenuo per accorgersi di quanto fosse un'arpia la sua migliore amica. Tornai in camera dopo mezzora e trovai Marco addormentato con la cena, o meglio quello che ne era rimasto, addosso: aveva divorato tutto. Misi i piatti vuoti sul carrello e mi addormentai accanto a lui.

L'indomani mi svegliai e sorrisi involontariamente ricordandomi di avere Marco accanto. Mi stiracchiai per bene, allungando il braccio verso il suo cuscino per abbracciarlo, ma trovai solo un biglietto, a quel punto aprii gli occhi e dopo averlo messo a fuoco lo lessi:

"Torno subito... ti amo"

Non feci in tempo ad alzarmi dal letto che bussarono alla porta. Subito pensai che fosse lui, lasciai il biglietto sul cuscino e mi diressi alla porta, coprendomi con una sua camicia che avevo trovato appoggiata ad una sedia. Quando aprì la porta però, il mio sorriso svanì.

<<Marta... Hai pensato anche alla colazione?>>, <<Alice... ho interrotto qualcosa ieri notte?>> domandò fingendosi dispiaciuta e deviando la mia provocazione. Evitai anch'io di rispondere. <<Se cerchi Marco non c'è>> risposi invece, <<Lo so benissimo, questa mattina aveva un'intervista>> disse con aria superiore, facendomi sentire piccola come una formica. <<Infatti sono qui per te>>, <<Cosa? Per me?>> aggrottai la fronte, <<Beh, se posso entrare...>> osservò impaziente. Mi spostai dalla porta per farla passare. Marta guardò la stanza con molta attenzione e anche un po' di invidia, m'irritò molto quando, notando il biglietto sul cuscino, lo prese per leggerlo, ma mi morsi la lingua per evitare di esplodere. <<Allora... Alice... hai recuperato la tua memoria?>>. Anche questa volta evitai di rispondere alla sua battuta. <<Qualcosa mi dice che finché non guarirai non ti toglierai dai piedi, vero?>>, <<Lasciando Marco ad una vipera come te? Non ti è bastato isolarlo dalle fan e fargli credere che io lo abbia davvero lasciato?>>, non riuscii più a trattenermi. <<Perché, non è così?>> chiese ironicamente, <<Tu lo sai benissimo che non è affatto così!! Lo hai sempre saputo, ma hai approfittato della mia assenza per fargli venire strane idee in testa! Sappi che potrai mentirgli quanto vuoi, potrai raccontargli mille bugie su di me, ma non sarà così che si innamorerà di te!>>. Sapevo che era sbagliato litigare con lei, perché era esattamente ciò che voleva, ma non potevo sopportare la sua espressione prepotente e soddisfatta! <<Ma pensi che lo sia di te? Solo perché ti ha portato a  letto qualche  volta?>>, ciò che disse fu  veramente troppo! Mi avvicinai a lei alzando la voce, <<Tu che ne sai di noi due??>>, <<Io ne so più di quanto tu possa immaginare!! Per tua informazione io ero lì quando Marco ti cercava disperatamente mentre tu fregandotene avevi deciso di cambiare vita! Io ero accanto a lui quando soffriva per te perché tu non  c'eri, eri sparita e nei mesi seguenti non ti sei più fatta viva! Lui era davvero felice con me, noi stavamo insieme, e poi sei ricomparsa magicamente e te lo sei ripreso impietosendolo con la tua storia sfortunata!>> Marta rispose a tono, <<"Davvero felice"? Raccontargli un sacco di bugie lo rendeva felice??>>, <<Sempre meglio che stare con una povera pazza isterica che quando si stufa di lui sparisce!>> replicò per l'ennesima volta.

Era inutile spiegarle che non era mia intenzione sparire ogni volta, probabilmente non mi avrebbe creduta se le avessi raccontato di Ruby e dei suoi piani, quindi la lasciai continuare, senza più replicare,  <<Basta fare la parte della ragazzina sfortunata innamorata persa del suo cantante preferito! Fai pena a tutti, specialmente a Marco! E levati dai piedi una buona volta!!>>. Si diresse verso la porta, fece per andarsene, poi si voltò, <<Pensi davvero di sopportare questa vita?>>, rise e se ne andò.

Il Coraggio Dei Sogni IndelebiliWhere stories live. Discover now