CAPITOLO 90

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Dopo qualche giorno, convinsi Christian a farmi lavorare. Non potevo vivere per sempre a spese sue, volevo essere indipendente, soprattutto verso la fine della gravidanza. E visto che dopo sarebbe stato praticamente impossibile guadagnarmi da vivere, in questi primi mesi dovevo fare il tempo pieno.

Riguardo a Nelly, non avevo intenzione di perdonarla. Quello che aveva detto, anche se era molto arrabbiata, mi aveva fatto capire che per lei la mia gravidanza fosse solo un fastidioso peso. Inoltre, non volevo dipendere da lei: quando non avrei più potuto lavorare, il suo stipendio non sarebbe bastato a mantenere l'appartamento, gli studi di entrambe e un neonato... non volevo  rovinare anche i suoi sogni e i suoi progetti. D'altra parte non potevo nemmeno rimanere da Christian per l'eternità. Sapevo che la cosa migliore sarebbe stata rinunciare a tutto e tornare a casa, ma ero troppo orgogliosa per farlo, non volevo che i miei nonni sapessero che fossi incinta e non volevo tornare sotto il controllo di Ruby... ne avevo abbastanza!

<<Sei sicura che te la senti di lavorare?>> Christian mi fermò dietro al bancone del bar, <<Christian, è la ventesima volta che ti rispondo di sì, non posso vivere a spese tue per sempre!>> gli risposi esausta di ripeterglielo. <<Lo sai che a casa mia un posto per te ci sarà sempre Alice, specialmente in questo periodo, finché non sarai tornata a casa con la tua amica, non ci penso nemmeno a lasciarti da sola!>> esclamò. Persi la pazienza, <<Non tornerò più a vivere con lei, lo vuoi capire? Troverò una sistemazione da qualche parte, vedrai>>, <<E come? Con quale denaro? Hai intenzione di rubarlo per caso? Alice, tu sei una ragazza incinta!>>, <<Smettila di ripetermelo!! Lo so!! Ma quello che decido di fare della mia vita non ti riguarda!!>> alzai la voce, certe volte Christian era davvero troppo pesante! Lui s'incupì, ormai era abituato ai miei sbalzi d'umore e sapeva che avrebbe solo dovuto assecondarmi, per evitare che facessi una scenata davanti a tutti. <<D'accordo>> disse, <<Scusa, ma sappi che potrai sempre contare su di me>>. Lo guardai con aria stanca e finii di servire gli ultimi tavoli.

Quel pomeriggio, senza dire niente a nessuno, ebbi la prima visita ginecologica.

Fu una sensazione stranissima, come era strano essere lì da sola, ma sentivo che avrei dovuto abituarmi a quella condizione. La dottoressa era una signora abbastanza avanti con l'età, simpatica, sincera e diretta. Mi mise subito a mio agio, nonostante le prime domande che mi fece riguardassero l'anamnesi mia e di Marco e non potei rispondere per entrambi. <<Lui... non c'è>>, risposi a fatica, sperando che lei capisse al volo. Così fu, per fortuna, mi sorrise teneramente e poi disse: <<Non ti preoccupare, gioia. Sai per caso se il padre ha qualche intolleranza o allergia? Oppure qualche patologia?>>. Le fui grata per non aver fatto commenti, pensai velocemente alla sua domanda e risposi abbastanza convinta: <<No.. credo di no>>. Lei mi sorrise di nuovo e passò ad alcune domande riguardo al mio ciclo mestruale. Dopodiché mi misurò il peso e la pressione, poi mi fece sdraiare sul lettino per l'ecografia. <<Allora gioia, da quanto mi hai detto questa è la sesta settimana, quindi vedremo sullo schermo la camera gestazionale. L'embrione sarà ancora piccolissimo, ma potremo capire se è vivo dal suo battito cardiaco>>. Io annuii, piena d'ansia. Quando mi spalmò un gel freddissimo sul ventre e vi appoggiò sopra il manipolo, apparve l'immagine sullo schermo. Subito vidi un cerchio più chiaro, si accertò ad alta voce: <<Bene, la camera gestazionale è in utero>>. Poi controllò le ovaie e, infine, apparve l'embrione, della dimensione di una nocciolina. Si riuscivano a vedere la testa e il corpo. La ginecologa alzò il volume e sentimmo il battito cardiaco. Si voltò verso di me e sorrise. Il mio cuore sobbalzò e gli occhi divennero lucidi... il mio bambino... ora riuscivo a vederlo ed era vivo. Non vedevo l'ora di poterlo tenere fra le mie braccia.

Terminata l'ecografia, mi fece sedere e disse: <<Brava Alice, stai portando avanti un'ottima gravidanza!>>, dai suoi occhi capii che quel complimento stava preannunciando una brutta notizia, infatti aggiunse: <<Come già sai, la tua è una gravidanza complicata, a causa dell'attaccatura della placenta. Devi assolutamente avere un'alimentazione sana ed equilibrata, evitare l'alcool, il fumo e soprattutto sforzi troppo bruschi. In caso contrario, potrebbero verificarsi delle emorragie, dei dolori e bisognerebbe intervenire subito. Non voglio spaventarti, ma è bene che tu sia informata su tutto e che capisca quanto sia delicata la situazione>>. Non ero spaventata, ero terrorizzata, ma già ne ero al corrente e sapevo che avrei dovuto continuare a fare attenzione come nelle ultime settimane.  Ancora con gli occhi lucidi, annuii, <<Non si preoccupi, starò molto attenta>>.

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