CAPITOLO 71

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<<Ti sei comportata in un modo imperdonabile!>> tuonò il capo del pub per l'ennesima volta. <<Okay, ho capito, per quanto ancora vuole farmi la predica?>> incrociai le braccia soffocando uno sbadiglio, quella notte Lisa aveva avuto gli incubi ed io non avevo dormito nulla. <<Io sono il tuo capo! Non puoi rispondermi in questo modo! Sei scomparsa per giorni senza avvisare e adesso torni qui come se niente fosse!>> continuò ancora. <<Mi scusi... ho avuto un'emergenza>> risposi abbastanza arrogantemente, <<Mi sembra che non te ne importi molto>> osservò poco soddisfatto. Sapevo di essere maleducata, ma odiavo quel tipo ed ero decisa ad accogliere subito l'occasione per farmi licenziare. <<Scommetto che vorreste sentirsi dire il contrario, ma purtroppo è così: non rimarrò a pregarla in ginocchio, troverò di meglio da fare che sculettare e servire alcolici nel suo pub>> risposi, <<Non ti azzardare a parlare in questo modo nel mio locale, sono il tuo capo!>>. Insisteva ancora con questa storia, come se credesse ancora che essendo il mio capo potesse decidere cosa potevo e non potevo dire. <<Non più, mi dispiace>>.

Bob era sempre stato prepotente ed arrogante, ci guardava in un modo spaventoso e ci cambiava orari e stipendio come e  quando piaceva a lui. Volevo trovare un lavoro serio, che avrei potuto fare per tutta la mia vita e non lo avrei mai trovato in quel porcile. Appoggiai il mio grembiule sul bancone e feci per andarmene. <<Sei pazza! Come ti pagherai la casa e gli studi?>> sbraitò ancora, <<Lavorando!>> risposi <<In un posto che non sia questo>>. <<Vorrei proprio conoscerlo quel pazzo che ti assumerà! Per fortuna la tua amica non è stupida quanto te!>> mi provò. Me ne stavo andando, ma avrei voluto tornare indietro e strozzarlo. <<Lo spero, addio Bob!>> risposi sprezzante e me ne andai.

Licenziarmi era stata una vera liberazione. Era una delle cose che avrei voluto fare da tempo e tornare da un sogno come quello che avevo appena vissuto con la persona che amavo, mi aveva dato la giusta carica per liberarmi da quel verme di Bob. Sperai solo che prima o poi anche Nelly ci sarebbe riuscita... O molto più probabilmente mi avrebbe fatto la solita predica!

Proprio in quel momento suonò il mio cellulare. <<Ti prego, fa che non sia Nelly>> mormorai alzando gli occhi al cielo, non avevo voglia di affrontarla proprio in quell'istante. Quando però lessi il display, sorrisi senza nemmeno accorgermene e accettai subito la chiamata.

<<Marco!!>> esclamai felice, <<Ehi Amore, come stai?>>. Quel "Ehi Amore" mi provocò un piccolo brivido lungo la schiena. <<Beh, diciamo che per essermi appena licenziata, sto benone!>> risposi felice, <<Cosa? E perché lo hai fatto?>> chiese lui preoccupato, <<Diciamo che essermi presa una "pausa" mi ha dato l'opportunità di vedere le cose sotto un'altra luce>>, <<Sicura che non sia per colpa mia?>>, <<Perché dovrebbe essere colpa tua? Sono io che sono scappata da Milano per giorni e nessuno sa ancora che ho una relazione con Marco Mengoni per fortuna!>> osservai. Mi guardai intorno: la gente camminava velocemente accanto a me per le strade di Milano. Lo sentii ridere <<Spero almeno che tu abbia già un altro lavoro>>, <<Più o meno...>> risposi vaga. In realtà no, non avevo la più pallida idea di ciò che avrei fatto, ma confidavo nel fatto che sarebbe stato facile trovare un altro lavoro a Milano. In ogni caso, non volevo farlo preoccupare ancora di più, già la sua voce era abbastanza cupa. <<Lo sai che mi manchi?>> disse all'improvviso. Mi venne voglia di rispondergli "Sei tu che mi hai cacciato, cavoli tuoi se ti manco!", ma decisi di reprimere la rabbia e di mantenere la calma... la verità era che mancava anche a me, tantissimo, più di quanto avrei potuto immaginare. <<Già... anche a me manchi>>. Ci fu un minuto di silenzio, sia da parte sua che mia, così dissi <<E come sta andando il "travaglio"?>>, <<Cosa?>> fece lui, <<Ma sì, la nascita del nuovo cd! Com'è?>>, <<Ah! Veramente siamo ancora in alto mare. Come al solito ho un minestrone di idee in testa e non riesco a capirci più nulla!>>, mi faceva davvero piacere che mi raccontasse le sue preoccupazioni riguardo al suo lavoro. <<Io non so nulla di musica, ma l'unica cosa che posso dirti è di rimanere te stesso Marco. Questo è il tuo cd e scommetto che sarà ancora più bello di tutti gli altri!>> esclamai. <<Ma se non piacerà alle radio?>>, <<Non ti è mai importato di essere commerciale. Secondo me dovresti puntare sul primo singolo e pubblicizzarlo molto... però ti ripeto, io posso solo dirti cosa piacerebbe a me, per il resto non ne so nulla...>>, <<E scommetto che ti piacerebbe un singolo sdolcinato come "In Un Giorno Qualunque"!>> esclamò, <<Hai ragione, amo quella canzone! E le canzoni sdolcinate piacciono tanto anche alle radio!>> osservai. <<Già... forse dovrei concentrarmi su quello stile...>> il suo tono di voce si incupì, <<Non dirlo neanche per scherzo! Tu sei Marco Mengoni!! Rimani te stesso e vedrai che questo cd sarà un successone. Ora che hai un team tutto tuo non avrai più problemi!>>. <<Grazie Ali, sai sempre come tranquillizzarmi>> rispose pieno di gratitudine. Avrei voluto essere lì vicino a lui, abbracciarlo, guardare i suoi occhioni neri e baciarlo. <<Figurati... è questo che fanno le tue fan: sostenerti, no?>> risposi cercando di fingermi serena. <<Ma tu non sei solo una fan ed io non mi merito tutto questo, tu sei speciale>>. Deglutii a fatica, anche se non ero solo una fan, ero più lontana dai lui rispetto a tutte le altre e questa ingiustizia mi faceva impazzire. <<Anche tu sei speciale...>> risposi piena di malinconia. <<Ehi, tutto a posto?>> mi chiese preoccupato, <<Si, scusami ma ora devo andare, ci sentiamo più tardi, okay?>> risposi, <<Sì... magari ti chiamo questa sera?>>, <<Tranquillo, ci penso io>>, <<Okay, allora ciao Amore>>, <<Ciao Marco>> riattaccai in fretta.

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