CAPITOLO 98

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Marco arrivò a Castelfranco Veneto in tarda mattinata.

Era sempre una gioia tornare dalle proprie fan... ora più che mai sentiva il bisogno di stare sopra un palco, cantare e sentire le loro emozioni. E finalmente, dopo un lungo periodo di studio, quella sera sarebbe tornato nel posto in cui stava meglio, con le persone di cui aveva più bisogno in quel momento.

Non aveva più tempo per pensare a tutto ciò che non riguardava il suo lavoro. Si era forzato di restare concentrato sull'obiettivo, evitando di fermarsi a pensare a ciò che avesse dentro. Si era promesso che non si sarebbe fatto distrarre per nessuna ragione al mondo da nient'altro che implicasse dei sentimenti. Niente era più importante del suo grande sogno.

Marco non era più un principiante, era diventato molto bravo nella sua professione ed era all'apice della sua carriera, almeno così gli diceva Marta, niente sarebbe potuto andare storto.

Appena arrivato, fu subito accolto dalle sue fan venete, che lo aspettavano fuori dall'aeroporto. Le salutò con grande entusiasmo, contento di vedere che fossero ancora lì, nonostante quello che si fosse scritto sul suo conto. Rimase con loro per qualche minuto, facendo foto e autografi e fece lo stesso con le fan che lo aspettavano all'uscita dell'albergo e nel backstage. Prima di pranzo provò le canzoni che avrebbe dovuto cantare quella sera. Quando ebbe finito, e Marta gli fece cenno che andava tutto bene, si ritirò nel suo camerino, salutando la sua band.

Si lasciò andare su una sedia davanti allo specchio illuminato. Osservò il suo riflesso, in quel momento si chiese se fosse ancora in grado di esibirsi e di mostrarsi felice. Provò ad abbozzare un sorriso, ma non gli riuscì molto bene. Subito scrollò il capo, rimproverandosi di averlo anche solo pensato, era colpa della canzone che aveva provato prima, con la quale avrebbe chiuso la sua esibizione: L'Equilibrista era troppo triste e malinconica.

Appoggiò le braccia e il capo sul tavolino davanti a sé, chiuse gli occhi e decise di riposarsi, senza pensare, almeno finché non fosse arrivata la costumista.

Quando sentì bussare, si svegliò di soprassalto, ma non ebbe le forze per alzarsi, così le disse di entrare, senza scomodarsi.

La porta si aprì,<<...Disturbo?>> chiese una voce, entrando nel camerino. Marco non si curò più di molto, era ancora stanco e non in vena di convenevoli, <<No, si figuri, può pure lasciare i vestiti su quel tavolo>> rispose stropicciandosi gli occhi e indicando il tavolo accanto alla porta, senza voltarsi.

<<Ah, molto bene, quindi ormai nessuno è più degno della tua attenzione>>, rispose la voce infastidita, dopo aver richiuso la porta rumorosamente.

Marco, stranito, si voltò per chiedere scusa, ma quando riconobbe Nelly nel camerino, fece un salto dallo spavento. <<Nelly? Cosa ci fai qui? Come sei riuscita ad entrare?>> esclamò e la guardò come se avesse visto un fantasma. <<Perché quella faccia? Ormai le tue guardie del corpo mi conoscono e mi hanno fatta passare, Davide mi ha detto dov'eri, per fortuna non ho ancora incontrato la tua manager adorabile...>> Nelly fece una faccia sprezzante. Marco fece un grosso respiro, il volto dell'amica di Alice era infuocato dalla rabbia e dal disprezzo nei suoi confronti, nonostante fosse lui la parte offesa.

Marco si alzò dalla sedia, non aveva voglia di parlare con lei, di discutere ancora di Alice e di stare ancora male per lei. Non voleva che il suo umore gli rovinasse la bellissima serata che gli aspettava e che le sue fan si meritavano.

<<Che cosa vuoi Nelly? Se sei qui per parlare di Alice, io non cambierò idea, ormai è finita>> Marco rispose in modo risoluto. Nelly fece una smorfia, sconcertata. <<Se qualche mese fa mi avessero detto quanto sei miserabile, non ci avrei creduto, sai?>>, rispose, osservandolo e squadrandolo con disgusto. Marco non fece in tempo a rispondere, che lei continuò: <<Credimi, avrei fatto volentieri a meno di rivedere la tua faccia, ma sono qui per dirti quanto io ti disprezzi Marco. Voglio guardarti in faccia, dopo che hai avuto il coraggio di ignorare quel messaggio, e dirti che non c'è persona al mondo che mi faccia più schifo>>.

Marco non capiva, ma non sopportava più quelle parole: <<Ora basta Nelly. Alice ed io ci siamo lasciati, non mi farai tornare con lei e non mi sentirò in colpa dopo che la tua amica ha cercato di rovinarmi la carriera!>> esclamò. Nelly rise, sarcastica, <<La carriera? Tu le hai rovinato la vita, caro Marco! Che cosa conta di più per te?>>.

Tutto ciò che Nelly stava dicendo era assurdo per Marco, ma la preoccupazione cominciò ad assalirlo: che cosa intendeva? Che cosa le era successo? No, di sicuro si trattava di un altro tentativo di Alice, si convinse Marco.

<<Non stai esagerando Nelly?>>. Lei era sempre più sconvolta e arrabbiata, Marco notò che aveva gli occhi lucidi. <<No Marco, non so chi tu sia diventato, ma non sto affatto esagerando: dimmi, con che coraggio hai cestinato quel messaggio? Quello in cui Alice ti diceva che saresti diventato padre, che aspettava un bambino da te?>>.

Marco sbiancò. Quale messaggio? Era vero? Perché avrebbe dovuto inventarselo? Ma lui non aveva ricevuto nessun messaggio del genere... aveva solo rifiutato tutte le sue chiamate insistenti. <<Cosa?>> chiese con un filo di voce.

<<Non far finta di non sapere nulla, per favore, è ancora più umiliante>>, rispose lei. Marco le andò vicino, afferrando le sue braccia e guardandola negli occhi, con il cuore che batteva a mille: <<Nelly è vero? Alice è incinta? Come sta? Davvero diventerò padre?>>, i suoi occhi si gonfiarono di lacrime dall'emozione. Nelly si staccò: <<È troppo tardi, Marco>>, lui la interruppe, cercando ancora di trattenerla, <<No, no, no, non è troppo tardi! Ascolta, io non ho ricevuto il messaggio di cui parli, ma ora che lo so, Alice potrà sempre contare su di me, noi cresceremo nostro figlio insieme, non importa quello che è successo tra noi... Lo prometto>>. Ormai le lacrime gli rigavano il viso e sorrideva, finalmente. Nelly l'aveva ascoltato in silenzio, con un'espressione indecifrabile: gli credeva? Si chiese Marco.

Non era più infuriata come quando era entrata, ma lo guardava in un modo che gli fece gelare il sangue.

<<Lascia stare Marco, ho sbagliato a venire qui>>, Nelly fece per andarsene, lui la bloccò, <<No, aspetta! Perché?>>, lei fece un grosso respiro, e si spiegò: <<Ero venuta a chiederti aiuto. Alice si sta lasciando andare, è depressa, non mangia, non parla, si sente in colpa per quello che le è successo. Non è più incinta Marco, la sua era una gravidanza molto delicata ed è stata aggredita, violentata. Ha avuto un aborto e non si dà pace, crede che sia tutta colpa sua. Ma sai che c'è? In realtà la colpa è tua. Volevo dirtelo, volevo che sapessi che cosa hai causato alla mia migliore amica. Ecco perché le hai rovinato la vita, Marco. Non è stata lei a fare quella stupidissima intervista. Sei talmente terrorizzato dal perdere tutto, che hai distrutto Alice, quello che potevate avere insieme e quello che lei potrà essere un domani. Non credo più che sia una buona idea la tua presenza. Anzi, facciamo un patto: non farti più vedere, né sentire e io cercherò di non rovinare la tua preziosissima carriera. Addio>>. Nelly uscì dalla stanza, senza voltarsi e lasciando Marco pietrificato.

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