Capitolo 2.

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Rientro a casa per pranzare, il cibo della mensa l'ho sempre odiato, fa schifo.
"Mamma che hai preparato?" Chiedo curiosa,
"Pasta al salmone" risponde lei portando i piatti in tavola.
"Non mi piace la storia che torni solo per pranzo" inizia mio padre "non è un hotel dove mangi e dormi e poi te ne vai, anzi non dormi neanche più"
"Ma che volete? Tanto la mia presenza vi infastidisce"
"Ma cosa diavolo dici?" Urla piano mia madre "ancora questa storia che noi ti odiamo"
"Perché? Non è vero?" Dico retorica,
"Noi non ti odiamo, sei nostra figlia, ci arrabbiamo in continuazione con te perché sei cambiata, sai che paura ho ogni volta che suonano il campanello? E ogni volta devo sborsare per pagare le tue multe per i tuoi stupidi furti? Poi non è bello essere sparlati dietro da tutta Los Angeles, dovresti saperlo"
"A voi interessa solo  l'opinione della gente, non sapete divertirvi"
"Ah perché rubare o scrivere sui muri e picchiare la gente è divertirsi" alza il tono della voce "è divertentissimo usare l'auto della polizia come taxi"
"Chanel continua così e tu andrai in collegio" mi avverte mio padre con tono fermo continuando a mangiare. 
Esco di casa correndo verso quella di Jess, non me ne frega niente di non aver mangiato e di star morendo di fame ma un altro minuto con loro non sarei riuscita a passarlo.

Mi fermo appena ricordo che Jess è rimasta a scuola e quindi a casa non avrei trovato nessuno.  Presa dalla fame entro in un supermercato per comprare qualcosa, o meglio dire rubare qualcosa dato che non ho soldi.
Giro tra i scaffali e prendo un pacco di patatine,  delle brioche, dei panini e dell'affettato confezionato, metto tutto nello zainetto e per non sembrare sospetta chiedo a un commesso se hanno una cosa che sicuramente non avranno mai.
"Mi scusi, per caso avete i preservativi senza lattice?"
"Ehm mi dispiace, no" dice guardando stranito,
"Ok la ringrazio" esco dal supermercato in fretta con passo veloce.
Cammino guardandomi ogni tanto dietro, prendo lo zaino e lo apro per prendere qualcosa.
"Ehi tu!" Mi urla il commesso di prima uscendo dal supermercato, mi giro a guardarlo e poi inzio a correre, non guardando avanti mi scontro con una persona, una persona che purtroppo conosco benissimo.
"Agente Cole" dico con un falso sorrisetto "tutto bene? La vedo in gran forma",
Nota per terra tutta la roba caduta dallo zainetto e io in questo momento vorrei solo sotterrarmi.
Guarda il commesso dietro che ci raggiunge e poi guarda me scuotendo la testa.
"Un'altra volta Fenton, ti ho detto di stare alla larga dai guai e ora dovrò portarti in caserma perché sicuramente denuncerà"

"Agente, agente l'arresti" arriva lui indicandomi e prendendo tutta la roba che mi era caduta.
"Faccio io" mi prende per un braccio e mi trascina in macchina, non metto resistenza tanto in un modo o nell'altro ci sarei andata comunque, è lui che mi riaccompagna sempre a casa e che parla con i miei, ormai mi conosce troppo bene.
Guardo fuori dal finestrino e non voglio neanche pensare a cosa mi faranno i miei quando sapranno della denuncia.

Scendo dall'auto e proseguo, tanto so la strada a memoria.
"Siediti qua e non ti muovere, capito?" Accenno un si e sbuffo.
Il tempo sembra non passare mai, e avere un ragazzo affianco che si muove sempre agitato non è d'aiuto.
"La vuoi piantare? Riesci a mettere agitazione anche ad una mandria di tartarughe"
"Sto qui da due ore e ancora non mi dicono niente"
"Che hai combinato?"
"Io niente, mi hanno rubato il portafoglio"
"Avevi tanto dentro?" Chiedo
"20 dollari e un buono per il centro commerciale"
"Sei serio? Fai una denuncia per 20 dollari?"
"Perché non dovrei?"
"Se tutti denunciassimo per così poco ora staremo tutti in carcere" dico alzando gli occhi al cielo.
"Dai allora vediamo alla ragazzina vissuta cosa gli hanno fatto?" Mi guarda aspettando una risposta,
"Ho rapinato un supermercato" lo guardo con un sorrisetto soddisfatto. Lui rimane di stucco e non spiccica più parola.
"Comunque io sono Evan" mi porge la mano,
"Ok" rimango girata dall'altro lato.
"Beh uno dovrebbe rispondere con 'piacere, io sono..." dice lui ritirando la mano,
"Io non sono 'uno'",
"Ok tanto lo scoprirò il tuo nome"

L'agente Cole si avvicina finalmente a noi per darci informazioni.
"Chanel stavolta hai esagerato, ti hanno dato una punizione diversa".

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