3: Educazione Asgardiana

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Distesa nel letto attaccato alla parete bianca, un fiammella solitaria volteggia sopra il suo dito. Mentre con gli occhi completamente neri la stava guardando.

Quanto odio provava nella sua forma da demone.
Perché era obbligata ad essere un mostro, che temono tutti, quando usava il fuoco del suo popolo, che come il suo trono, era un suo diritto di nascita?
Perché non si può avere il potere senza avere in cambio qualcosa che non te lo fa volere?

«le vuoi bene?» domandò a Loki che aveva appena avuto un discorso con la madre. Aveva capito che teneva a lei, a differenza di odino, quando aveva esitato per risponderle che non era sua madre. L'esitazione significa inevitabilmente difficoltà, e lui l'aveva avuta.

«non è da persona educata origliare i discorsi altrui.» commentò il Dio che ancora non poteva vedere. Si morse il labbro era così frustrante non poter dare un'occhiata al suo sguardo, alla sua espressione.

«non ho niente altro da fare qui, oltre che guardare le guardie di Odino portare nei sotterranei altri prigionieri.» confidò pensando di poterlo zittire.

«ti darei alcuni dei libri che mia madre mi ha lasciato in stanza  per confortarmi, ma non posso.» si percepiva dalla sua voce l'ironia che usava per sottolineare il fatto che fosse rinchiuso in quelle quattro pareti da cui non poteva uscire neanche come ologramma.

«la domanda che ti porrei nel caso mi portassi dei libri è la stessa che tu hai fatto a tua madre.» infatti durante il loro discorso Loki aveva chiesto a Frigga "è così che dovrei passare l'eternità? Leggendo?" E per lei non era ben diverso. Un libro poteva tenerti impegnato per due ore forse tre ma l'eternità era un po' lunga.

«beh, passare l'eternità leggendo non è una delle peggiori cose, peggiore di questo è sicuramente passarla guardando i prigionieri venire scortati nelle loro celle.» era così frustrante ogni tanto, era così snervante parlare con il Dio dell'inganno che con le sue parole riusciva ad averla sempre vinta.

«non usare quello che ti ho confidato contro di me!» dichiarò con un tono di voce più alto.
«Odino non pensa ai miei confort come tua madre lo fa con te, pensa solo al modo per tenermi segreta a tutti.»

Odino, pensò, suo padre Asgradiano. Possibile che fosse stato il Re degli idei, da giovane, ad aver avuto una storia con la madre? Insomma, era ovvio che fosse vero, ma doveva essere stato parecchio stolto per essersi innamorato di un demone della landa del fuoco e di averci fatto anche una figlia, per poi abbandonare entrambe ed adempiere al suo incarico, lasciando tutto l'amore, che forse aveva provato, per risposarsi e avere altri figli.

«strano che non ti abbia ancora ucciso.» scosse la testa anche se Loki non poteva vederla.
Durante il loro ultimo incontro aveva potuto percepire il suo dissenso nell'accettarla come il suo dissenso nel lasciarla morire. Era sicura che non fosse ciò che voleva e sicura che nonostante fosse da centinaia di anni che non si vedevano lui sapesse bene fosse sua figlia e che non gli avrebbe riservato niente di peggiore alla reclusione.

«in teoria sono tre volte più resistente di voi Asgardiani, e in ogni caso non penso voglia uccidermi

«mi sembri molto convinta, devi credere molto alle parole di quel vecchio stolto.» non credeva alle sue parole, d'altronde l'aveva disprezzato molto Odino, lo disprezzava probabilmente anche in quel momento, ma un conto era credere alle sue parole, un'altro credere al suo comportamento con lei. E si, beh, alla fine, se l'avesse voluta morta, l'avrebbe già uccisa.

«affatto, credo solo che i piani che ha in serbo per me non includano la mia morte.» infatti era sicura che i suoi piani fossero quelli di lasciarla in cella fino a che non avrebbe deciso se accettarla, e tenerla con lui, oppure liberarla, e mandarla il più lontano possibile dal suo regno. Ovviamente non erano piani che le piacevano ma dalla sua pozione avrebbe potuto fare poco e niente per cambiare il suo destino.

«vorrei ripetermi, ma...odio farlo.» ovviamente con quello che gli aveva detto, era passata per la testa una cosa e basta al Dio delle malefatte: "quindi credi alle sue parole".

L'unica cosa a cui credeva era alla sfida che gli aveva lanciato al loro ultimo incontro quando gli aveva chiesto "allora vuoi uccidermi" al quale odino aveva abbassato lo sguardo e scosso la testa sfinito. Lui non voleva ucciderla, e il suo comportamento glielo aveva fatto intendere. O forse magari, come pensava Loki in quel momento, era solo una stolta e un illusa.

«allora se la pensi così...credo molto alle parole di Odino. Se è questo che vuoi sentirti dire.»
«lo hai ammesso tu, non io.» gli fece notare il Dio. Era odioso e frustrante.E lei sicuramente sempre più una stolta, così tanto che era riuscita a non capire che Loki la stava punzecchiando e così tanto che stava ancora cadendo nel suo tranello.

«sei riuscito a mandarmi fuori strada per non rispondere alla domanda che ti ho fatto...molto astuto.» disse così lei ricomponendosi e riportandolo alla domanda iniziale che gli aveva posto. Forse nonostante la sua imbecillaggine poteva recuperare terreno e stuzzicare Loki a sua volta.

«sono il Dio dell'inganno pensavo che ormai l'avessi capito.» gli rispose fiero. Amava esser furbo e astuto, amava giocare con la mente, e questo non riusciva a nasconderlo.

«ho capito solo che parli molto...» dichiarò, così che dalle labbra di Loki uscì una risata fragorosa «allora, le vuoi bene?»

«non penso di essere obbligato a rispondere alla tua domanda.»
«sai, tua madre mi piace.»
«assurdo pensare al contrario, chi pensa sempre al prossimo è impossibile da odiare.» affermò Loki facendola sorridere a labbra chiuse.

«grazie per aver risposto alla mia domanda, pensavo fosse più difficile confonderti e invece eccoti ad ammettere tra le righe che le vuoi bene» Loki rimase in silenzio, e in quel momento fremeva dalla voglia di vedere la sua espressione, probabilmente si stava mordendo la lingua, quasi sicuramente si stava insultando in modo silenzioso. Frigga lo rendeva debole, ma non era una debolezza negativa, era una debolezza tenera. Questo le diede la prova che il dio delle malefatte in fondo al suo cuore, forse un po' era in grado di amare.

«sei infantile.» dichiarò la nuova voce piatta e atona di Loki.

Prima che potesse rispondergli la figura di Thor le comparve davanti agli occhi facendole quasi perdere l'equilibrio.
«ma sei impazzito? Potrei avere un infarto se appari all'improvviso davanti ai miei occhi!»

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora