12: L'altra faccia della moneta

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Odia se stesso, si ripetè mentre lo osservava gli occhi colmi di distruzione, di rabbia, di dolore e tormento. Odia se stesso così tanto da aver iniziato ad odiare anche gli altri, pensò poi.

Scosse la testa, per poco aveva smesso di sperare in un suo miglioramento ma non poteva smettere di sperare, non lei.

Odino aveva smesso di sperare, Thor aveva smesso di sperare ,anche sua madre lo stava per fare. Ma non lei, mai.

Non doveva essere curato, Loki, doveva essere compreso.

Perché aveva potuto vedere sotto quella coltre di sentimenti negativi che erano così visibili nei suoi occhi, anche sentimenti buoni, nascosti da strati e strati di ghiaccio accumulati per auto proteggersi e per non soffrire ulteriormente.

«ribadisci in continuazione che avrò paura di chi sei davvero, ma non potrò averne mai

«ma quale saggezza, principessa! Devi assolutamente illuminarmi: perché non potrai mai averne!? Perché pensi di assomigliarmi!?»

si avvicinò ancora di più al campo di forza giallastro si piegò in modo da essere all'altezza del suo viso e battè il pugno così tanto forte che spruzzarono scintille di elettricità da ogni parte. Il suo viso era ripiegato in un smorfia di cattiveria, i denti digrignavano tra di loro.

«pensi di aver passato ciò che ho passato io? Cosa pensi di sapere sull'oscurità? Cosa pensi di sapere sul vuoto immenso, incolmabile e straziante che l'oscurità porta? Cosa pensi di sapere sull'isolamento? Niente, tu non sai niente. Tu sei solo una lamentosa, oltre che una patetica speranzosa che crede...nell'amore? Ma diamine! Ti ascolti quando parli? "Ho trovato qualcuno che mi fa provare qualcosa che non ho mai provato per nessuno"...»

Si alzò in piedi gli occhi intrisi da una rabbia feroce, la stessa che aveva nello sguardo quel giorno in cui lei si era presa gioco di lui.

«smettila!» gridò furiosa, interrompendo la sua catena di insulti incentrati per destabilizzarla.«mi sono stufata di starti ad ascoltare, hai paura di assomigliare ad un mostro ai miei occhi!?» chiese ferocemente gridando. Così strinse i denti e i pugni e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, la sua calma aveva lasciato il posto alla rabbia al dolore e alla distruzione che aveva provato lei.

La pelle lentamente si iniziò a tingere di uno strato nero come il carbone decorato da solchi simili a scritture antiche sconosciute di un rosso accesso come il fuoco e le sue pupille si dilatarono mangiandosi il colore delle iridi e il bianco dell'occhio, lasciando spazio ad altro terribile nero.

«come puoi aver paura di assomigliare ad un mostro se anche io lo sono!?» gridò. E proprio in quel momento con la mano completamente circondata da fuoco puro, colpì una, due e poi tre volte, la parete elettrica che la separava da Loki. Per liberarlo e fare in modo che neanche un semplice strato di elettricità potesse dividerli.

Voleva vedere bene la sua faccia quando avrebbe assunto un espressione schifata.

Ma la faccia di Loki rimase invariata mentre la guardava con gli occhi che brillavano.

«finalmente» sussurrò il Dio, non lasciandogli intendere se quello fosse rivolto al suo aspetto o al fatto che l'avesse appena liberato «pensavo non avresti mai avuto il coraggio di farmi vedere chi sei davvero» spiegò dopo

«io possiedo il coraggio a differenza tua.» commentò secca. Chiuse gli occhi e inspirò cercando di calmarsi, ritornando alla sua forma normale.

Proprio in quel momento anche il Dio tramuto la sua forma diventando un gigante del ghiaccio.

«ora che mi hai visto qual'è il tuo verdetto finale?» chiese alzando la testa lentamente.

La pelle di un blu elettrico faceva risaltare ancora di più occhi rossi sangue. E lei non potè non guardarlo stupefatta. In quel momento tutta la rabbia che aveva provato poco prima si affievolì a dismisura, neppure lei poteva crederci che gli stesse facendo vedere chi era davvero.

«sei bellissimo.» annunciò veritiera.

Però al posto della felicità, il viso di Loki divenne piatto e spaventoso, saltò giù dalla sua cella e le corse in contro placcandola per poi farla sbattere con poca grazia contro la parete del muro.

Il colpo fu talmente forte da farla rimanere scombussolata per circa un minuto. Era sicura che se fosse stata mortale quel colpo le sarebbe stato fatale.

La mano del Dio si posizionò saldamente sopra la sua bocca in modo da tapparla per non fare uscire neppure un suono.

Che cosa sta facendo? Gridò la sua voce interiore difenditi! Ti vuole uccidere! Comunicò nel panico il suo lato difensivo.

«grazie per il complimento.» sussurrò la voce, stranamente gentile, di Loki, al suo orecchio.
E come un fiamma al ghiaccio la sua ansia e il suo panico si dissolsero.

I suoi occhi castani chiari si posarono su quelli del Dio che lentamente tornarono da Rossi a verdi. Anche la pelle si stinse in fretta, ma lei prima di vederla sparire del tutto posò la sua mano nel viso del Dio dell'inganno come per carezzarlo. E sentì tra le sue dita la ruvidezza della incisione antiche che aveva anche lui sul suo corpo da Jotun.

Proprio in quel momento due guardie armate fino ai denti fecero il loro ingresso nel corridoio della prigione.
«Loki è scappato!» gridò uno di quelli, guardando spaurito la cella del Dio priva del suo muro giallo e di Loki stesso «dobbiamo comunicarlo al re.» fece l'altro, ed entrambi uscirono frettolosamente dalla prigione.

Dopo averli seguiti con lo sguardo guardò di nuovo il Dio e iniziò a parlare a Loki, nonostante la mano che gli copriva la bocca.

Così il principe dopo un occhiataccia di fastidio tolse la mano.

«che c'è!?» sussurrò prepotente.

«tu mi hai detto, la prima volta che ci siamo visti che si sarebbe scatenata una guerra, parlavi di questo non è vero? Degli elfi oscuri? Come facevi a saperlo?»

«non c'è tempo per le spiegazioni ora dobbiamo scappare.» comunicò prendendola per un braccio e iniziandola a trascinare tra i corridoi del palazzo.

Naturale che non avesse tempo per lei. In fin dei conti loki aveva tempo solo per se stesso. Era a tutti gli effetti una primadonna.

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora