33: Verità dolorose

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«non è possibile» sbraito arrabbiata contro le sbarre di quella cella mentre la seconda in comando al fianco del gran maestro se ne andava via sogghignando e borbottando cose su quanto quest'ultimo l'avrebbe pagata per avergli riportando la sua prediletta. Lei naturalmente.

Erano stati catturati poco dopo il loro ultimo discorso. Era arrivata una navicella gigante che aveva calato una cella in ferro elettrificata sopra le loro teste. Ovviamente l'avevano fatto perché sapevano che lei aveva trovato il modo di sbarazzarsi o raggirare molti dei loro trucchetti per rinchiuderla.

Come quella sorta di spilla elettrificata che si attaccava sotto pelle, quella era riuscita a toglierla aumentando esponenzialmente di temperatura, fino a squagliarla.

«appena uscirò di qui, giuro che esalerai l'ultimo respiro guardando il mio viso!»gridò appoggiando le mani alle sbarre. Quest'ultima fu una pessima mossa perché la donna rise divertita borbottandogli qualcosa che non capì e poi azionando l'elettricità nella cella.

Lei rimase per un attimo incollata con le mani alle sbarre mentre tutta l'energia elettrica le attraversò il corpo indisturbata. Alla fine dopo essersi folgorata per bene venne catapultata a terra in prenda a spasmi.

Il viso di Loki gli si parò davanti proprio in quel momento. Aveva un ghigno divertito stampato in viso, come se ciò che gli era capitato fosse quantomeno divertente.

Erano stati catturati, rinchiusi e per giunta avrebbero dovuto aspettare il ritorno del gran maestro da una delle sue feste strampalate che li avrebbe: o giustiziati, o peggio. L'avrebbe obbligata a combattere di nuovo, ad uccidere ancora.

E come per rimanere in linea con la gravità di quegli eventi, era stata rinchiusa con Loki! A quanto pareva Sakaar era troppo evoluta per usare le celle separate.

«noto che il tuo sguardo è un po' elettrico.» commentò Loki pensando di fare lo spiritoso. A quelle parole l'unica cosa che ricevette fu uno sguardo intrinseco di rabbia e forse contenente anche un pizzico di odio. Non era in vena di battute, o di frecciatine di qualunque genere.

«forse perché vorrei folgorarti all'istante.» borbottò a denti stretti la gigantessa di fuoco cercando di nascondere un po' quella fiamma di rabbia che gli si era accesa all'improvviso senza riuscirci naturalmente. «ti sembra il caso di fare battute pessime?» gli domandò subito dopo, mentre alcuni spasmi dovuti alle scariche elettriche la tenevano ancora incollata a terra con i palmi delle mani dritti contro il pavimento freddo come cercasse sollievo.

Loki le rispose con un ghigno divertito. Un'altro della sua lunga serie di sorrisetti che gli lanciava.

«non mi capacito del motivo per cui, con tutte le celle che ci sono, hanno deciso di mettere te, nella stessa cella mia

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«non mi capacito del motivo per cui, con tutte le celle che ci sono, hanno deciso di mettere te, nella stessa cella mia.» borbottò irritata. Il dio ancora nel suo campo visivo alzò le spalle.

«stai forse cercando di dirmi che non dovrei stare qui?» gli domandò cauto

«no, ti dico che non ti voglio qui, e non ti voglio così vicino.» proclamò irritata dalla sua vicinanza allontanandolo con la mano

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Where stories live. Discover now