13: Gioco d'illusioni

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Le scarpe basse ticchettavano ad ogni passo mentre la mano di Loki stretta saldamente attorno al suo braccio continuava a strattonarla, tra le mura labirintiche del palazzo di Odino.

«potresti non sbattere così rumorosamente i piedi, perdio!?»

Il volto di Loki era ripiegato in una smorfia di concentrazione quasi innaturale. E mentre pronunciava quelle parole le aveva lanciato uno sguardo infastidito.

«se la smettessi di strattonarmi non dovrei impiegare le mie forze fisiche che comprendono anche lo sbattere i piedi a terra per rimanere in piedi.» esclamò lei infastidita a sua volta.

«e comunque non serve che mi trascini, so' bene dove andare» ringhiò strappandogli il braccio dalla sua presa salda e bloccandosi di colpo guardandolo dritto negli occhi con il broncio.

«oh si, infatti la prima volta che ci siamo incontrati sapevi così tanto bene dove andare che stavi andando completamente dalla parte sbagliata.»

Lo guardò incavolata dal fatto che avesse sempre la frase pronta. Con lui non si poteva mai abbassare la guardia. Mai.

«si beh, ero impreparata quel giorno, ora non lo sono più...» mentre diceva quella frase fece finta di niente. La verità era che subito dopo aver parlato si era pentita di ciò che aveva detto.

«oh si infatti immagino che quest'anno rinchiusa in una cella di un metro quadrato nei sotterranei di Asgard ti abbiano preparato molto»

«ma come è possibile che tu sappia sempre cosa dire!?» quasi gridò seccata

«cielo! Non gridare!» sibilò contrariato il Dio «ma voi figli di Odino non avete altro modo di comunicare se non gridando?»

«quando imparerò a parlarti con la mente ti farò un fischio, fino ad allora la voce è l'unico mezzo di cui dispongo purtroppo.»

«ti svelo un segreto: si può usare la voce anche ad un volume sostenuto.» informò Loki «stiamo cercando di fuggire da un palazzo pieno di guardie armate e la prima cosa che ti viene in mente è quella di metterti a gridare?»

«ma tu non puoi fare una delle tue magie per coprire la nostra voce?»

«con le mie "magie"...» disse facendo le virgolette con le dita «...sto cercando di camuffarci dall'occhio vigile di Haimdall. O vuoi farci scoprire anche da lui? Sai forse non hai gridato abbastanza forte.»

Al posto di rispondere al Dio spostò lo sguardo velocemente verso la fine del corridoio che aveva una biforcazione e da lì sentì il rumore leggero dei passi di una guardia.

Senza pensarci si gettò di peso velocemente addosso al Dio spingendolo dietro ad una colonna con lei al suo seguito appoggiata al suo petto. Proprio come aveva fatto lui-facendola rintontire per mezz'ora- ancora nelle prigioni.

«guardie» sussurrò attaccata a Loki mentre aspettava che il suono dei loro passi si allontanasse

«le ho sentite anche io» esclamò seccato il Dio.
Mentre ancora i loro corpi erano uniti come puzzle perfetti, lei alzò di nuovo lo sguardo incontrando gli occhi di Loki che dall'alto in un certo senso le sorridevano osservandola.

«che c'è? Ho qualcosa tra i capelli?» domandò scherzosamente guardandolo dritto negli occhi, che avevano preso un'espressione nuova, Loki annuì sincero.

«si, stavo guardando quella foglia impigliata tra i tuoi boccoli.» confidò poi alzando il braccio e facendogli vedere nel palmo della mano, un oggetto che aveva tutte le sembianze di assomigliare ad una foglia.

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Where stories live. Discover now