2: Rabbia e Tormento

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Aveva la testa ovattata e lentamente aprì gli occhi, giusto in tempo per vedere Thor mentre la sbatteva di nuovo in cella. Era furibonda, per tutto quello che Odino le aveva detto.

«non farlo!» gridò, voltandosi e correndo incontro a Thor. Ma prima di afferrarlo sbattè in una parete elettrica, avevano riattivato le celle. Ringhiò di dolore e si allontanò velocemente da lì.

«hai cercato di attaccare Odino.» palesò Il fratellastro guardandola in malo modo, come fosse un mostro. Ma lei un mostro lo era, giusto? Solo perché i suoi occhi si tingevano completamente di nero e dalle sue mani usciva fuoco. Era un mostro solo perché non la comprendevano. Quante volte aveva sentito quelle parole e come si ripetevano nella sua testa allo sguardo di Thor.

«cosa faresti tu, se tuo padre, ti dicesse che sei uno sbaglio?» Domandò visibilmente alterata «io ho perso ogni cosa a Muspel perché ero figlia di Odino, mia madre è stata uccisa a causa sua e anche in punto di morte si è fidata di lui. E lui l'ha tradita. Tu cosa faresti, Thor, dimmi

Voltò la testa a novanta gradi il corpo ancora pronto ad andarsene. La osservò e abbassò lo sguardo, così che lei capì che avrebbe fatto le stesse identiche cose ma che non lo avrebbe mai ammesso, mentre lo guardava andare via pensó di aver percepito un mi dispiace uscire dalle labbra di Thor ma non ne fu sicura.

«bello non è vero? Di come il padre degli dei si freghi dei casi disperati come noi?» chiese una voce che aveva già sentito, uno voce cattiva e sicura come quella di...

«Loki

«molto perspicace, pensavo che un anno rinchiusa qui ti avesse fatto scordare ogni cosa» ammise la voce del Dio, che ancora non riusciva a vedere.

«io non dimentico mai. Nessuno.» intervenne subito troppo sicura di se. Era forse contenta di avere la voce fastidiosa del Dio delle malefatte, ad accompagnarla nelle lunghe giornate che avrebbe passato in quella cella?

Si avvicinò alla griglia elettrica che la separava dalla libertà  e posò le mani in quella stupida barriera gialla, a quel contatto sentì la sua pelle iniziare a sfrigolare ma non ci fece caso. Tanto sarebbe guarita

«in che cella sei?»
«quella accanto la tua.»

Era frustrante non poterlo vedere, nonostante si ricordasse perfettamente ogni particolare del viso del Dio, come la cicatrice appena visibile nella fronte, gli zigomi prominenti, le sue labbra sottili, i suoi occhi verdi e azzurri.

Ma perché se lo ricordava così dettagliatamente? Thor l'aveva visto due secondi prima e già se lo era dimenticato. Probabilmente se avesse visto un qualsiasi Asgardiano, con occhi azzurri e capelli biondi lo avrebbe scambiato per il fratellastro.

Ma Loki invece, senza vederlo per un anno lo avrebbe comunque potuto far apparire nella sua memoria come si conoscessero da secoli.

«perché il principe delle malefatte è rinchiuso in una cella nelle viscere di Asgard?» chiede curiosa

«dio delle malefatte, ricordi?» il tono della sua voce aveva una piccola nota buffoniera «io non sono il grande Dio del tuono che salva l'umanità»

«ma il piccolo e gracile Dio degli inganni.» rispose lei al posto suo. «benvenuto nel club Loki Laufeyson»

«il club dei figli indesiderati e troppo deboli per poter vivere nel loro regno?» La sentiva l'amarezza che aveva nella gola il Dio nel pronunciare quelle parole

«esatto proprio cosi» confermó con un sorriso beffardo. Sapeva che non poteva vederla ma quel sorriso le era spuntato perché provava la stessa amarezza che stava provando loki in quel momento.

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Место, где живут истории. Откройте их для себя