Farfallino alphabet

862 42 8
                                    

Adriel si risvegliò in un letto vuoto disturbata dal ronzio del cellulare.

Fece una smorfia e sbuffò sonoramente per poi alzarsi a sedere: Dante non c'era, di nuovo.

Afferrò il telefono e con un po' di fatica lesse il nome che lampeggiava sullo schermo: Derek.

-Pronto?- era sorpresa di sentirlo, credeva che non l'avrebbe mai richiamata da come l'aveva trattato l'ultima volta.
-Adriel, sei tu?- Derek dall'altro capo del telefono sembrava affannato.
-Si, che succede?- gli chiese.
-Grazie a Dio.- sospirò lui parlando con un filo di voce appena percettibile.

Dante guardò di sottecchi la sostituta della sua segretaria che stava scrivendo sull'agenda gli ultimi dettagli della riunione amministrativa che avevano appena concluso.
L'uomo si passò la punta della lingua fra le labbra tornando poi a guardare lo schermo del tablet che aveva fra le mani.

-E' tutto signor Rosewain?- gli domandò lei scuotendo la biro fra le dita.
-E' tutto.- confermò l'uomo domandandosi se quel tono di voce caldo e avvolgente fosse suo di natura o lo stesse usando di proposito con lui.

Leda guardò il suo nuovo datore di lavoro, aveva le gambe accavallate e muoveva di tanto in tanto il piede sospeso a mezz'aria aspettando che lui ricambiasse i suoi sguardi ma non lui non sembrava decidersi ad alzare gli occhi da quel maledetto schermo, le sembrava quasi che la sua presenza in quella stanza fosse surpeflua e che lui la notasse appena. Umiliante.

-Quindi posso andare?- insistette lei e finalmente Dante levò gli occhi nella sua direzione, si fissarono per qualche istante lui annuì.
-Puoi andare.-

Nessuna emozione, né nel tono di voce e nemmeno sul suo viso. Leda sorrise spostandosi i capelli lisci e neri tutti su una spalla.

-D'accordo, allora mi chiami quando avrà bisogno di me.- gli disse alzandosi e sistemandosi la gonna dell'abito giallo che le fasciava praticamente alla perfezione il corpo.
-Senz'altro.- tagliò corto Dante tornando a concentrarsi sul tablet.

Non appena fu solo, tirò un sospiro di sollievo portandosi una mano verso il collo per poter allentare il nodo della cravatta, dopodiché si massaggiò gli occhi pensando che quella con la sua nuova segretaria non sarebbe stata una collaborazione semplice. Soprattutto perchè era evidente che la donna voleva attirare la sua attenzione in sotto un profilo ben diverso da quello professionale.

Emily aveva appena finito di rimettere ordine nell'appartamento di Lucien; l'unica stanza che non aveva dovuto pulire era il suo studio che l'uomo teneva pulito e lucido come uno specchio.

Il bel moro tenebroso era al lavoro mentre, quel giorno, lei era libera. Pulire era da sempre stato il suo passatempo preferito, la solitudine e un lavoro che non richiedeva alcuno sforzo mentale la rilassavano.
Si era ormai trasferita definitivamente nella casa del fotografo, lui non le aveva chiesto esplicitamente di starci ma a quanto pare aveva inteso che la ragazza non aveva un altro posto dove stare, i due convivevano pacificamente; la loro non era quella che si poteva definire una relazione vera e propria: Emily non se la sentiva ancora di iniziare una nuova storia e voleva prendersi il suo tempo per poter dimenticare del tutto Derek prima di lanciarsi in una nuova avventura. Inoltre stava ancora imparando a fidarsi di Lucien, perciò i due si erano accordati di essere semplici amici.

Amici che di tanto in tanto, spesso, ... beh diciamo praticamente ogni notte... si scambiavano i benefici della propria compagnia.

Afferrò il portatile che aveva lasciato sul tavolino e con grande disappunto notò che la batteria era scarica. Lucien l'aveva di nuovo usato senza poi metterlo in carica.

Alzò gli occhi al cielo decidendo che avrebbe usato quello che lui aveva nel suo studio.
Si tirò in piedi e passeggiò fino alla stanza con la porta bianca mentre canticchiava a bassa voce una canzone che lui le aveva fatto sentire alcune sere prima. A Emily non era piaciuta ma il ritornello le era rimasto in testa e non sapeva proprio come farselo passare.

The gold diggerWhere stories live. Discover now