Rosewain sounds better

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-Nove ore belle toste, eh?- commentò una delle ostetriche spostando qualche capello dalla fronte imperlata di sudore della donna.

Adriel non aveva nemmeno la forza di risponderle, le faceva male la gola, respirava a fatica e sentiva la testa scoppiare.
Fece un sorriso flebile mentre guardava le altre ostetriche lavare il piccolo che non aveva smesso di piangere per un attimo.

La sua voce era l'unica cosa che sentiva: stava strillando forte, sicuramente quella caratteristica l'aveva ereditata da lei. Erano dei segni positivi, no?
Adriel stava cercando di vederlo ma era impossibile.

-E' bello, 973 grammi, lungo 36 centimetri. È leggermente sottopeso ma crescerà forte, vedrai. Ha anche tanti bei capelli neri.- le disse l'ostetrica.
-E' un maschio?- sussurrò Adriel e quella annuì.
-Un bel maschietto.- le assicurò questa continuando a carezzarle la fronte.

Adriel si rilassò: suo figlio era nato, era vivo e sarebbe cresciuto bene.

-Ma dovrà comunque stare in incubatrice per un po'.-
-Tutto il tempo necessario.- rispose Adriel che ormai aveva iniziato a riprendere un po' di forze.

Le faceva male praticamente tutto e si sentiva vuota senza quel piccolo essere nel suo ventre ma era felice, felice sul serio. Chiuse gli occhi rilassando il corpo, il pianto di suo figlio continuava ad rimbombare fra le pareti della sala eppure, pensò Adriel, era uno dei suoni più piacevoli.




Adriel era stata sistemata nella sua camera d'ospedale, non aveva ancora visto il figlio e questo non le permetteva di dormire. Voleva vederlo ma non era in grado di alzarsi né tanto meno di camminare. Era curiosa di vederlo, toccarlo, sentire il suo profumo...

Dante era appoggiato con una spalla al muro e stava in silenzio con le braccia incrociate al petto a guardare fuori dalla finestra il giardino pieno di fiori al centro del quale vi era una fontana immensa.

Era troppo stanca anche per essere irritata dalla sua presenza. Almeno le stava facendo il favore di non approfittarne per parlarle e tirare fuori chissà quale scusa per quello che era successo in ufficio. Evidentemente gli era rimasto un briciolo di buon senso, pareva averlo perso completamente in quell'ultimo periodo.

Girò la testa verso di lui, stava ancora guardando fuori dalla finestra.

Imbecille. Fu la prima cosa che le venne in mente mentre lo guardava. Si morse una guancia osservandolo con più attenzione.

Era veramente un bell'uomo: non biasimava le donne che non riuscivano a resistergli. Affascinante, carismatico ed intenso... Gli occhi azzurri e profondi, i capelli biondi e la mascella perfettamente squadrata, il naso dritto e quell'accenno di barba che ormai le piaceva tanto erano solo un bonus.

Dante voltò finalmente la testa nella direzione della donna ed appoggiò una tempia contro il muro. Le sorrise appena, socchiudendo gli occhi come faceva sempre.

Adriel pensò che se avesse avuto abbastanza forza in corpo gli avrebbe tirato addosso un cuscino giusto per togliergli quel sorrisetto da sbruffone dalla faccia.

Quanto sei irritante?! Pensò, scocciata.

La mora alzò gli occhi al cielo e voltò la testa da un'altra parte: era proprio insopportabile, come aveva fatto a non rendersene conto fino ad allora?

Adesso era il turno di Dante di osservare la donna distesa sotto leggere lenzuola bianche. Non sembrava neanche Adriel quella stesa nel letto, completamente drenata di forze e -soprattutto- silenziosa.
Dante avrebbe voluto dirle qualcosa ma tutto ciò che gli veniva in mente lo scartava perchè gli sembrava stupido.

-Tu l'hai visto?- chiese ad un tratto Adriel continuando a non guardarlo.
-Sì.- Dante si inumidì le labbra con la punta della lingua staccandosi dal muro per poter andare verso di lei ma vide subito Adriel alzare l'indice per fermarlo.
-Non...- sospirò: -Non ti avvicinare, solo perchè ti sto parlando non vuol dire che ti voglia qui. Anzi, sei l'ultima persona che voglio vedere.- la voce era ancora rauca ma il tono era fermo.

Dante lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e scosse la testa. Si sedette sul lettino accanto a lei e la vide sospirare di nuovo alzando ancora una volta gli occhi al cielo.

-Sei incredibile.- sbuffò la ragazza continuando a rifiutarsi di girare la testa verso di lui.
-Grazie.- Dante sorrise.
-Incredibilmente irrispettoso.-
-Vuoi lasciarmi spiegare?- le chiese sbuffando anche lui.
-No.-
-Peccato...- Dante lasciò la frase in sospeso aspettando che Adriel lo fulminasse con gli occhi: -... Che tu sia bloccata qui con me ad ascoltarmi.-
-Ti denuncerò per molestia.- lo minacciò di nuovo Adriel e Dante annuì.
-Sono sicuro che lo farai.- le rispose lui senza alcuna ironia. Quella donna era capace di ogni cosa. Ma, in quel caso, il gioco valeva la candela.


Può darsi che Adriel fosse saltata subito a conclusioni affrettate ma nulla toglieva che quella sottospecie di segretaria si fosse spogliata davanti a lui ed era sicuramente pronta a fargli un servizio completo.
La mora comunque non voleva dare a Dante la soddisfazione di porgergli scuse, si teneva la lingua ben stretta fra i denti mentre lasciava che il silenzio tornasse ad avvolgerli.

-Il bambino com'è?- domandò dopo un po'. Le sembrava ancora incredibile che non le portassero suo figlio. Aveva dato di matto per molto meno ed era prontissima a mettere sotto torchio tutte le infermiere e personale vario in servizio.

Dante scrollò le spalle: -Piccolo.- le rispose semplicemente mentre aggrottava la fronte.

Adriel aprì bocca e lo fissò sbalordita.
Con che razza di fesso era stata sposata? Mentalmente si prese a sberle per aver solo osato pensare che Dante Rosewain fosse un uomo perfetto ed intelligente.

-Mi prendi in giro, Rosewain? Lo so anche io che è piccolo!- sbottò irritata cercando di mettersi a sedere.

La sua pancia era un palloncino basso, sgonfio e pieno d'acqua.

-Beh...- Dante ci pensò un attimo: -Ha tanti capelli, neri, la pelle è viola e ha le rughe.- disse a fatica: -Non so, Adriel, è un bambino... Come vuoi che sia?- domandò passandosi una mano dietro al collo chiaramente in difficoltà

Adriel sbuffò incrociando le braccia al petto e scosse la testa un paio di volte.
Ma era legale tenerla lontana da suo figlio per tutto quel tempo?

Dante cercò di impegnarsi: -Comunque... Non penso sia ancora viola...- la vide inarcare un sopracciglio e ciò bastava per mettergli più agitazione: -L'hanno attaccato a tanti tubi, ma lui è bello. Ha le mani piccole e le tiene chiuse in pugni stretti. E' tutto piccolo: piedi, naso, labbra... Non ha ancora aperto gli occhi, dorme tanto.-

Finalmente la vide sorridere.

-Vai a fargli una foto.- gli disse e lui, un po' controvoglia, si alzò per andare ad esaudire il suo desiderio.


-Non hai ancora detto a nessuno che è nato, vero?- chiese Adriel mentre fissava l'immagine.

Credeva che se avesse chiuso gli occhi, sotto le palpebre avrebbe rivisto la foto che gli aveva scattato Dante. Sarebbe rimasto un ricordo indelebile.

Stava provando un mucchio di sentimenti contrastanti. Il cuore le batteva fortissimo dalla felicità ma allo stesso tempo soffriva a vederlo in quello stato, attaccato a un macchinario che lo nutriva.

-No, per il momento no.-
-Meglio così.- gli disse porgendogli di nuovo il telefono.
-Hai già scelto un nome?- Dante lanciò un'ultima occhiata alla foto poi si rimise il cellulare in tasca, inclinò la testa da un lato appoggiandola meglio sul cuscino.

Il signore si era preso la libertà di distendersi con lei sul lettino e le stava prendendo praticamente tutto lo spazio anche se era steso su un fianco. Le sarebbe piaciuto spingerlo giù ed era certa che presto l'avrebbe fatto.

-No... Sto aspettando di averlo fra le braccia, spero mi arrivi un'illuminazione allora.-

L'uomo annuì.

-Tu hai pensato a qualcosa?- gli chiese Adriel dopo un po'.
-Non proprio.- mentì Dante ricevendo poi una gomitata, stava rischiando: -Okay, forse ci ho pensato ma non ne sono sicuro.- ammise infine facendola sorridere di nuovo.

Adriel tornò a distendersi dandogli le spalle, non l'aveva ancora del tutto perdonato e questo doveva essergli ben chiaro.

Dante le circondò la vita con un bracciò portando l'altro sotto al suo collo.

-E per il cognome?- chiese.
-McLeon, ovviamente.- ripose prontamente la donna.
Il biondo fece una smorfia: -Rosewain suona meglio.- ribattè mentre affondava il viso fra i suoi capelli.
-Oh, ma stai zitto.-

The gold diggerHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin