CAPITOLO 28

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Finalmente oggi uscirò da questo edificio del cavolo, non ne potevo più di queste minestrine.

Mia madre e Luce si sono alternate i turni per non lasciarmi mai sola.

- Non sei felice di uscire?

- Non si vede? Non vedo l'ora di tornare a dormire sul mio letto, questo era pessimo!

- Inizio a scendere il borsone...

- Devo uscire per forza su quella cosa?

- Si!

- Ma mamma!

- Niente ma!

- Forza! Andiamo il Dottore ha detto riposo assoluto per quattordici giorni.

Capisco che finalmente mi dimettono oggi... ma entrambe sono fin troppo felici, perfino più felici di me che ci passavo 24 ore su 24 quì dentro.

Usciamo dall'ospedale e dirigendoci ai parcheggi mi ritrovo davanti quel Suv, lo riconosco e mentre avanziamo, lo vedo uscire dall'auto e andare dritto a prendere il borsone dalle mani di Luce, sembra felice di vederci e anche di molta confidenza con mia madre.

- Mi sono persa qualcosa?

- Un paio direi...

Mia madre si allontana per raggiungerlo e salutarlo  per poi avvicinarsi a me con lui al suo fianco, mentre io osservo questa scena ancora seduta su questa cosa orribile. Ma che...

- Posso?

- Prego...

Mia madre si scansa e Ale mi prende in braccio per sistemarmi in auto, assicurandosi di aver sistemato bene la cintura di sicurezza.

- Cosa ci fai qui?

- Per oggi sarò il tuo autista!

- Si a questo c'ero arrivata...

- Non fare troppe domande, potrebbe venirti il mal di testa!

Ride mentre chiude lo sportello, per poi salire dal lato opposto.

Faccio di tutto per ignorare la sensazione di calore che mi provoca la sua presenza. Luce e mia madre, intanto si accomodano dietro di noi, e non fanno altro che canticchiare. Bene! A quanto pare in questi giorni chiusa in quelle quattro mura mi evo essere persa molto visto che vedo di nuovo Luce parlare con Ale e soprattutto mia madre... totalmente conquistata da Ale! Deve esserci per forza un complotto contro di me.

A casa si può dire che c'erano i festoni di Bentornata ad aspettarci. Non mi è stato possibile fare un passo, arrivati sotto casa Ale mi ha presa di nuovo tra le sue braccia portandomi fin su, ero molto imbarazzata mentre sentivo lui così sicuro nella sua presa, erano passati ormai diversi mesi dall'ultima volta che ho sentito l'odore della sua pelle.

Ale e Gabriel sono dovuti andare via prima, ma tutti gli altri sono rimasti anche dopo cena per tenermi compagnia, in realtà più che compagnia si sono messi a guardare la partita tutti quanti insieme.

- Si è saputo quanto dovrà pagare per la multa?

- Di che multa parlate?

- Di Alejandro... qualche giorno fa, durante una partita, l'allenatore lo ha fatto uscire prima e lui non era... diciamo molto d'accordo con questa decisione, per questo motivo lo ha insultato. La società ha preso provvedimenti e per punirlo lo hanno multato...

- Oh... non è da lui comportarsi così... è una punizione esemplare.

- Non poteva restare in campo! Aveva dormito poco e niente, si vedeva che era esausto in campo.

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