Ben

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BEN

Trovare Louis da solo, seduto ad uno dei tavoli del bar dell'università, era stato decisamente un colpo di fortuna. Sembrava non esserci nemmeno il suo amico Zayn nelle vicinanze, quindi la fortuna sembrava essere stata doppia.
Mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano sulla spalla, per poi "Ciao" dire, vedendolo sussultare appena.
Louis si girò di scatto, totalmente sorpreso nel trovarmi di fronte a lui, accennò un sorriso e "Buongiorno" rispose, alzandosi dalla sedia su cui era seduto.
Quella mattina sembrava ancora più bello del solito. La tuta che portava gli donava quell'aria sbarazzina che veniva accentuata ancora di più dai suoi capelli scompigliati, tirati in avanti. Aveva la faccia stanca, ma sembrava terribilmente rilassato nonostante le occhiaie evidenti.
"Stai andando via?" chiesi, vedendo Louis prendere la sua borsa e mettersela in spalla.
"Sì, per oggi ho finito... stavo uscendo" confermò lui, con tono piatto.
Non mi lasciai sfuggire quell'occasione, così "Ti accompagno fuori, tanto devo andarmene anch'io" proposi.
Allontanarci dall'interno dell'università mi sembrava una buona idea. Non volevo sentire chiacchiere sul rapporto non proprio convenzionale tra studente e professore, quindi uscire all'aria aperta mi era sembrata una buona alternativa.
"Come mai non sei col tuo amico?" domandai, cercando di intavolare una conversazione.
Louis nonostante camminasse a pochi passi di distanza da me, sembrava essere comunque lontano anni luce. Teneva il suo cellulare in una mano e ci posava sopra lo sguardo ogni tre secondi. Percepivo la stessa sensazione che avevo avuto quella sera, quando mi ero autoinvitato a passare la serata con i suoi amici. Nonostante fosse presente fisicamente, riuscivo a percepire che il suo cervello era invece lontano chilometri. Non mi stava lasciando alcuno spazio, nessun varco libero dove poter entrare per conoscerlo un po' meglio, un po' più intimamente. Aveva costantemente addosso quella corazza che lo portava a tenermi a distanza.
"Zayn sta male, ha la febbre. Tornerà tra un paio di giorni" rispose lui, ad una domanda che non mi ricordavo nemmeno più di aver fatto.
Lo vidi fermarsi non appena arrivammo fuori al cancello principale dell'università, così "Resti qui? Se vuoi posso darti un passaggio" mi offrii, proponendogli qualcosa che probabilmente andava oltre il limite.
Sapevo che Louis avrebbe rifiutato la mia proposta. Pur conoscendolo da così poco tempo, avevo capito che non era una persona che si fidava facilmente. Non sarebbe mai venuto in macchina con me, lo sapevo, ma ci provai comunque.
"Grazie... aspetto Harry, però" disse lui, confermando ogni mio pensiero, aggiungendo anche nuovi dettagli.
Come avevo fatto a non pensarci prima? Avrei dovuto capirlo non appena avevo visto Louis fermarsi davanti all'entrata dell'università. Era normale, per un rapporto come il loro, comportarsi in quella maniera. Era normale che Harry lo passasse a prendere per poi tornare a casa insieme, era fottutamente normale.
Volevo sapere di più, volevo capire la reale natura del loro rapporto, non potevo limitarmi a giudicare per quello che i miei occhi avevano visto. Dovevo capire se Louis ci fosse dentro fino al collo in quel rapporto, oppure se c'era qualcosa che potessi fare per allontanarlo da Harry e portarlo verso di me.
"Harry è il ragazzo con cui stai? Quello che ho visto anche quando siamo usciti insieme?" chiesi infatti, cercando di mantenere il mio tono disinteressato.
"Sì, è lui" si limitò a rispondere Louis, giocherellando con un sassolino ai suoi piedi.
Era in evidente imbarazzo, le sue guance si erano appena colorate di un rosso tenue e la sua testa si era abbassata, non permettendomi di guardarlo direttamente in faccia. Quell'argomento, parlare di Harry in particolare, lo metteva completamente a disagio. Ma ancora non riuscivo a capirne il motivo reale, per questo dovevo stare attento alle parole da usare, per questo dovevo cercare di non risultare invadente ma solo piacevolmente interessato. Sarebbe bastato poco per superare la linea di confine che Louis aveva creato tra di noi, un solo passo falso e Louis si sarebbe chiuso a riccio ancora di più, non permettendomi di portare a termine quello che era il mio obiettivo.
"Sembra un ragazzo apposto" decisi di dire, mentre mi accendevo una sigaretta.
"Sì... è così" rispose semplicemente, evitando di guardarmi negli occhi, concentrando invece tutta la sua attenzione sulla punta delle sue scarpe.
Louis era forse la sfida più difficile che mi si era presentata davanti agli occhi, in tutta la mia vita. Quel ragazzo sembrava essere circondato da un muro altissimo, che permetteva di scavalcare solamente a pochissime persone. Ed Harry evidentemente, quel muro l'aveva oltrepassato da un pezzo. Louis con lui, era totalmente una persona diversa. Tutte le sue barriere cadevano non appena aveva Harry nelle vicinanze. Me ne ero accorto subito quella sera, mi ero reso conto di quanto fossero in confidenza l'uno con l'altro.
"Da quanto stai con lui? Se posso chiedere..." tentai di domandare, osservandolo ancora.
"Poco... in realtà è pochissimo tempo che stiamo insieme" spiegò lui, girandosi finalmente a guardarmi in faccia.
Quella non era di certo la risposta che mi ero immaginato. Come facevano a stare insieme da poco tempo se avevano una chimica pazzesca? Ero sicuro che la loro storia andasse avanti da parecchio, almeno da qualche anno. Invece Louis aveva parlato di pochissimo tempo. Quello andava decisamente a mio favore.
"Oh... credevo... pensavo che foste fidanzati da un bel po', in realtà" gli confidai, aspirando l'ennesima boccata di fumo dalla mia sigaretta.
Louis scosse la testa, per poi "Lo conosco da molto, però..." dire, interrompendosi come a volermi privare di informazioni troppo riservate.
"Harry è più piccolo di te, vero? Sembra quasi un bambino con quei lineamenti..." continuai imperterrito, cercando di captare ogni informazione possibile.
Vidi Louis irrigidire le spalle, abbassare la testa ed estrarre il telefono per controllarlo per l'ennesima volta.
"E' più piccolo di me, ma non di tanto e fidati... Harry assomiglia a tutto tranne che a un bambino" disse Louis, improvvisamente sulla difensiva.
Con quell'affermazione avevo probabilmente perso quei pochi punti che piano piano stavo guadagnando.
Così "Non volevo farlo risultare come qualcosa di brutto... ci sono persone a cui piacciono dei ragazzi che tendono a rimanere un po' bambini... tu probabilmente sei uno di questi... tutto qui" cercai di recuperare, sorridendo.
Louis puntò per la prima volta gli occhi nei miei, prese un respiro un po' più lungo, e poi parlò "Non lo conosci... e non sto con Harry per questo, non lo considero un bambino nemmeno un po', quindi sei decisamente fuori strada."
La sua risposta era stata tagliente. Avevo visto in quelle parole, tutta la possessività che provava nei confronti di Harry. Aveva preso la mia considerazione come un attacco personale, come un attacco ad Harry principalmente. E forse ero stato un po' provocatorio, ma mai mi sarei immaginato una reazione del genere da parte di Louis. Aveva difeso Harry risultando anche piuttosto sgarbato, non si era preoccupato minimamente di dosare e controllare il suo tono di voce chiaramente infastidito. Era difficile parlare con lui, era difficile cercare di mantenere una conversazione senza farlo andare su tutte le furie. Forse avevo anche scelto l'argomento sbagliato. Harry sembrava una specie di segreto che Louis non era disposto a condividere con nessuno.
"Louis... non volevo.. sul serio, mi dispiace, non volevo farti sentire attaccato, non ne avevo nessuna intenzione" dissi quindi, cercando di salvare la situazione.
Louis abbozzò un sorriso, prima di "Non mi sono sentito attaccato per niente... sei libero di avere il tuo pensiero, così come io sono libero di avere il mio. Non preoccuparti..." dire, chiudendo il discorso, ancora con quel tono infastidito.
Nonostante avesse detto quelle parole col sorriso sulla faccia, era stato comunque capace di gelarmi ancora una volta. Louis riusciva a rimettere ogni persona al loro posto facendola sembrare una cosa del tutto naturale.
"Comunque siete carini... tu ed Harry, intendo" aggiunsi, sperando di risultare almeno un po' credibile.
Non erano carini per niente a dire la verità. Guardarli mi faceva capire solamente quanto Louis potesse aspirare a qualcosa di meglio. Ma non era ancora il momento di dirgli cosa pensavo in realtà, non eravamo ancora così in confidenza per cercare di fargli aprire gli occhi su quanto stesse sprecando tempo con un tipo come Harry.
"Grazie" si limitò a rispondere, poco prima di vedere una macchina fermarsi davanti a noi.
Impiegai un secondo a capire che quello che si era appena fermato era Harry. Subito dopo, il finestrino dell'auto si abbassò e proprio lui fece la sua comparsa. Louis si precipitò vicino alla macchina, girandosi appena e rivolgendomi un "Ciao... ci vediamo" appena accennato, prima di aprire lo sportello e salire sull'auto.
Harry non mi degnò di uno sguardo, troppo concentrato a sorridere a Louis.
Lo vidi sporgersi verso il posto del guidatore e baciare Harry, mentre gli accarezzava una guancia. La macchina ripartì dopo qualche secondo, il tempo necessario per guardare Harry stringere una mano sul ginocchio di Louis con fare possessivo. Notai solo in quel momento, l'occhiata che mi lanciò il più piccolo, quasi a voler realmente mettere a fuoco la mia figura. E fu proprio in quel preciso istante che capii che Harry mi temeva. Lo sguardo inquisitorio che mi aveva lanciato prima di allontanarsi, era stato piuttosto inequivocabile. Temeva che gli portassi via Louis, era terribilmente geloso. Non aveva sopportato di avermi trovato all'uscita dell'università al fianco del suo ragazzo. E la gelosia non era mai qualcosa di buono. Potevo e dovevo puntare su quella per prendermi Louis. Se avessi portato Harry a diventare un tipo ossessivamente geloso, Louis si sarebbe presto stufato di lui. Solo allora avrei potuto avere la mia possibilità.


LOUIS

Vedere arrivare Harry, era stato un po' come scoprire la luce in fondo al tunnel. Tutta quella conversazione con Ben, mi era sembrata talmente surreale da farmi desiderare solamente di volermene andare. Si era permesso di prendere delle confidenze che non gli spettavano, aveva voluto intavolare un discorso che invece io non avevo alcuna voglia di ascoltare. Parlare di Harry mi metteva a disagio. Mi metteva a disagio soprattutto parlare di lui con quello che consideravo ancora un perfetto sconosciuto. Probabilmente Ben pensava di aver instaurato una specie di amicizia con me, vista l'uscita che avevamo fatto qualche tempo prima. Ma si sbagliava. Continuavo comunque a vederlo come il mio professore e di certo non mi sentivo di confidare a lui i dettagli della mia storia con Harry. Non ne avevo parlato nemmeno con la mia famiglia, figurarsi con lui. Harry era un qualcosa che volevo tenere solo per me, che sentivo il bisogno di tenermi stretto il più possibile. La nostra storia non meritava di essere sulla bocca del primo arrivato, che si era permesso anche di sparare sentenze. Harry era mio e basta, e come sempre era arrivato nel posto giusto al momento giusto, salvandomi da un situazione piuttosto imbarazzante.
"Non vedevo l'ora che arrivassi" gli dissi, non appena mise in moto la macchina.
"Sì?" domandò lui, accarezzandomi la coscia, prima di ingranare la marcia.
Quel piccolo gesto mi fece capire quanto io ed Harry fossimo irrimediabilmente trasportati l'uno dall'altro.
Era bastato quel semplice tocco per farmi scivolare addosso tutta la tensione accumulata fino a quel momento. E inoltre, riuscivo a percepire distintamente tutta la voglia che aveva di toccarmi, di accarezzarmi o anche solo di sfiorarmi per assicurarsi che fossi lì con lui. Sembrava come se il suo corpo fosse magneticamente attratto dal mio e viceversa. E non era questione di attrazione fisica, non era questione di sesso. Era molto di più. Si trattava di bisogno, quel bisogno che sentiva dell'avermi vicino, così come lo sentivo io. Era qualcosa di molto più intimo, di molto più viscerale. Era quella sensazione di costante stretta allo stomaco nell'averlo accanto, nel senso di possesso che sentivo ogni volta che lo avevo di fianco. E quelle sensazioni, quelle convinzioni, portavano solamente ad una cosa: l'amore.
Sapevo di essermi innamorati di Harry, sapevo di provare qualcosa che andava al di là dell'affetto sincero. C'era molto di più dietro alle mie carezze, dietro ai miei sguardi, dietro a quelle emozioni che mi portavo addosso. E per la prima volta, sentii il bisogno disperato di dirglielo. Per la prima volta, sentii la necessità di fargli capire sul serio, quello che provavo per lui. E lo avevo capito solo in quel momento, solo dopo quelle carezze che ad occhi estranei potevano sembrare qualcosa di profondamente innocente. Invece era stato quel piccolo gesto a farmi crollare definitivamente. Perché Harry aveva capito senza bisogno che parlassi, che c'era qualcosa che non andava, aveva capito e voleva starmi vicino. E me lo aveva dimostrato in quel modo.
Mi resi conto di essere arrivato a casa solamente quando vidi Harry scendere dalla macchina. Tutti quei pensieri, mi avevano distratto a tal punto da non farmi rendere nemmeno conto di aver percorso quei pochi chilometri in completo silenzio.
Scesi dall'auto e vidi Harry avvicinarsi, prendendomi la mano e intrecciando le nostre dita. Una volta entrati a casa, lo vidi togliersi il cappotto e appenderlo mentre io facevo lo stesso.
Quando si girò verso di me, guardandomi con quegli occhi così luminosi, sentii che era davvero arrivato il momento.
"Haz..." lo chiamai, attirando maggiormente tutta la sua attenzione.
Lo vidi avvicinarsi e colmare la distanza che ci separava, quei pochi metri che però sembravano chilometri.
"Lou... che hai? Mi sembri..." tentò di dire lui, accarezzandomi la guancia con la punta delle dita e stringendomi un fianco, pressando il mio corpo col suo.
"Mi sono innamorato di te" confessai, stordito da quelle parole.
Vidi Harry sbarrare gli occhi sorpreso mentre un sorriso gli nasceva sulle labbra. Era sobbalzato giusto un po', non appena mi aveva sentito parlare. La mia confessione non era stata né romantica né tanto meno memorabile. Però era stata spontanea, dettata solo dall'esigenza di fargli sapere che ero andato oltre, decisamente troppo oltre. Harry restò immobile per i primi secondi, metabolizzando probabilmente ciò che gli avevo appena detto.
Eppure sentivo che non era abbastanza, sentivo che c'era qualcos'altro che doveva sapere, qualcos'altro che doveva capire, per questo "E non mi sono innamorato di te per la tua bella faccia o perché sei sexy da morire. Mi sono innamorato di te perché ti voglio vicino in ogni momento della giornata, mi sono innamorato del tuo modo di guardarmi, mi sono innamorato di come tieni l'attenzione su di me anche quando siamo in mezzo alla gente, mi sono innamorato di te perché sei l'unico che riesce a starmi affianco anche quando ho delle giornate di merda" spiegai.
La mia voce era stata un sussurro appena udibile, eppure sapevo che Harry aveva compreso ogni parola, ogni sillaba. Non aveva fatto altro che ascoltare in silenzio, quasi ipnotizzato. Notai i suoi occhi brillare ancora di più, se possibile, e la stretta della sua mano sul mio fianco che era andata ad intensificarsi a mano a mano che il mio discorso prendeva vita, era stata la conferma di quanto fosse attento alle mie parole.
"Non mi devi rispondere... non voglio che tu dica niente, Haz...volevo solamente che tu lo sapessi e basta... adesso mi sento meglio" dissi, cercando di tirarmi fuori da quella situazione imbarazzante.
Quando gli avevo detto di essermi innamorato di lui, l'avevo fatto perché lo sentivo sul serio, non per avere alcuna dichiarazione da parte sua. Non pretendevo niente, quello era stato il mio momento, la mia esigenza. Ognuno aveva i suoi tempi, i suoi modi, e se Harry era rimasto in silenzio, senza dire una parola, andava comunque bene così. D'altronde l'avevo messo in conto. La vita non era una fiaba col lieto fine assicurato, molte volte ci metteva davanti a situazioni difficile e ci faceva soffrire. Per questo avevo preso in considerazione che Harry non provasse le stesse cose che sentivo io. Ed era giusto così, andava bene. O almeno era quello che continuavo a ripetermi, mentre lui non faceva altro che guardarmi dritto negli occhi. Probabilmente non era ancora arrivato al punto di non ritorno, probabilmente non se la sentiva di sbilanciarsi in quella maniera.
"Lou... sono innamorato di te anch'io. Da parecchio tempo, credo..." disse invece lui, sgretolando tutte le teorie che mi avevano distrutto il cervello fino a quel momento.
Harry ricambiava i miei sentimenti, era innamorato di me nello stesso modo in cui lo ero io. Sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, mi aveva portato a credere che quello fosse il momento più bello della mia vita. Perché non c'era niente di più bello di sapere di essere ricambiato, non c'era niente di più bello nel vedere il sorriso dipinto sul volto di Harry mentre si avvicinava per baciarmi. Poggiò le labbra sulla mia bocca, depositandomi tanti piccoli baci, prima di posare le mani sul mio collo spingendo la lingua nella mia bocca. Non aspettai un minuto di più a fornirgli libero accesso, non aspettai un minuto di più a gustarmi il suo sapore. Il ritmo di quel bacio si fece subito più serrato. Probabilmente quello era stato l'unico modo per suggellare quello che era stato il nostro momento. Con quel bacio stavamo entrambi dimostrando quanto credessimo in quello che avevamo detto, quanto fossimo convinti delle nostre parole.
Solamente quando Harry si staccò, riprese a parlare "Sono così felice, Lou... volevo dirtelo da tempo, ma non trovavo mai il coraggio. E tu come al solito riesci sempre a sorprendermi."
Quel discorso mi aveva solamente confermato che Harry non aveva detto di essere innamorato di me perché si era sentito obbligato, l'aveva fatto perché era quello che sentiva già da tempo.
"Non è stato di certo un momento romantico... mi dispiace" confessai, accarezzandogli una guancia e prendendolo per mano.
Lo guidai verso il divano e lo invitai con un cenno del capo a sedersi. Lui non obiettò ed io non persi un solo istante a sedermi sulle sue gambe. Con quella nuova consapevolezza, mi sembrava ancora più difficile staccarmi da Harry, sembrava quasi impossibile non vivere col suo corpo premuto contro il mio. Ed ogni momento mi sembrava opportuno per sentirlo vicino, infondo era il mio ragazzo, quindi potevo permettermi benissimo di stargli appiccicato ad oltranza.
"Non m'importa... è stato comunque... non lo so, Lou... è stato perfetto. E non mi interessa se non è stato il massimo del romanticismo, so solo che quando ripenserò a questo momento, saprò con certezza che non avrei desiderato niente di diverso" rispose lui, accarezzandomi la schiena, passando la punta delle dita su ogni mia vertebra.
Harry era semplicemente fantastico. Riusciva sempre a trovare il lato positivo in ogni cosa. Non me ne stava facendo una colpa quindi, non stava pensando a quel momento come un qualcosa di terribilmente sbagliato nei modi, anzi, a lui era andato bene così, a lui era piaciuto il mio essere così diretto ed impulsivo.
"Grazie Haz... mi farò perdonare comunque. Potremmo avere un vero e proprio appuntamento una sera di queste... una cena romantica, cinema e poi notte di sesso sfrenato, che ne dici?" proposi, scoppiandogli a ridere in faccia.
Quelle cose non erano assolutamente da noi e lo sapeva benissimo anche lui, per questo si era messo a ridere asciugandosi le lacrime ai lati degli occhi.
"Invece di fare l'idiota, mi dici cosa avevi prima? Ti ho visto strano" domandò lui, cambiando totalmente discorso, depositandomi un bacio nell'incavo del collo.
Purtroppo Harry non se ne era dimenticato, non aveva rimosso la mia faccia arrabbiata dalla sua mente. Ma come potevo dirgli la verità? Come potevo spiegargli che a farmi innervosire era stato Ben?
Il problema era che non sapevo mentire, non ad Harry. Dovevo stare attento alle parole da usare, dovevo cercare di sminuire la cosa davanti a lui.
"Niente di importante" dissi infatti, posizionandomi meglio sulle sue gambe.
Districai una mano dai suoi capelli e la portai vicino all'orlo della sua maglia, scostandola quel poco che bastava per avere un contatto diretto con la sua pelle. Presi a tracciare il contorno dei suoi addominale, salendo poi fino a raggiungere un capezzolo, stringendolo tra le dita e stuzzicando quel punto che per Harry era così sensibile. Lo vidi buttare la testa all'indietro, mentre la sua mano era finita a stringere una mia natica, in modo poco equivoco.
"Non cercare di distrarmi... non faremo sesso fino a quando non mi dirai cosa avevi prima" sussurrò lui, rompendo quella bolla d'elettricità che si era creata.
Come al solito, Harry aveva capito tutto. Il mio era stato uno stupido tentativo di eludere il discorso. Ma non aveva funzionato.
Così mi arresi e spiegai, cercando di moderare il mio tono di voce "Ho parlato con Ben prima che arrivassi."
Harry aggrottò le sopracciglia, per poi "Quindi?" domandare, impaziente.
"Continuava a chiedermi di te" dissi, accarezzandogli un braccio.
La faccia di Harry dopo quella mia spiegazione, cambiò totalmente. Gli occhi gli si assottigliarono e le labbra formarono uno strano broncio.
"E perché? Cosa voleva?" chiese ancora, cercando di capire di più.
Sapevo che Harry non considerasse Ben la persona più simpatica del mondo, lo avevo capito quella sera quando glielo avevo presentato. Non aveva fatto altro che marcare il territorio e la cosa non mi era dispiaciuta affatto. Probabilmente le occhiate che Ben mi aveva lanciato per tutta la serata non gli erano passate inosservate. Per questo aveva voluto mettere le cose in chiaro, nonostante non fossimo ancora fidanzati. Aveva voluto fargli capire che ero suo ugualmente, che certi diritti su di me poteva averli solo lui.
"Voleva sapere da quanto tempo stiamo insieme... poi mi ha detto una cosa che non mi è piaciuta molto... ma non è niente di importante, sul serio Haz" continuai a dire, cercando di rimanere tranquillo e di non farmi accecare nuovamente dalla rabbia che avevo provato.
"Lou, spiegami... voglio capire" mi esortò lui, stringendomi un fianco.
Speravo sul serio che quella conversazione non portasse a qualche litigio.
Harry si era palesemente innervosito, il suo tono di voce era diventato impaziente, così decisi di rivelargli tutto "Ha fatto un discorso strano... ha detto che probabilmente mi piacciono i ragazzi più piccoli, che sono attratto da questo genere di persone ed è per questo che sto con te."
Vidi la mascella di Harry indurirsi e i suoi occhi sfuggire al mio sguardo. Era fottutamente arrabbiato.
"Haz..." cercai di calmarlo, incastrando una mano tra i suoi capelli, accarezzandolo leggermente dietro al collo.
"Tu che gli hai risposto?" domandò lui, volendo sapere ogni dettaglio.
Mi avvicinai e gli baciai la bocca, lambendo con la punta della lingua le sue labbra. Nonostante Harry non si stesse sottraendo al mio tocco, sentivo che comunque era distante, per questo mi staccai e risposi "Gli ho detto che si sbaglia... e che non c'assomigli nemmeno un po' ad un bambino."
Dopo quella frase, riportò nuovamente l'attenzione su di me, per poi "Mi hai difeso, quindi?" chiedere, accennando un sorriso che però risultava parecchio forzato.
"Io... gli ho detto che non ti conosce e che non ti può giudicare... e poi non mi piace parlare di te con gli altri, è una cosa che non sopporto" spiegai, sorridendo del suo sguardo soddisfatto.
Solo a quel punto Harry mi baciò veramente. Evidentemente tutte le risposte che gli avevo dato lo avevano soddisfatto. Ma d'altronde, come poteva aspettarsi il contrario? Come poteva anche solo immaginare di sentire qualcosa di diverso?
Quando si allontanò dalle mie labbra, lasciò comunque le mani sulle mie guance, sussurrando "Quel tipo non mi piace nemmeno un po'. Non ... non voglio che ti stia intorno, non voglio nemmeno che ti parli, in realtà" prima di lasciarmi andare, passandosi una mano tra i capelli.
"Non ti devi preoccupare di niente" cercai di rassicurarlo, alzandomi dalle sue gambe e prendendolo per mano, per invitarlo a fare lo stesso.
"Mi fido di te... ma... non lo so, Lou... non mi piace questa cosa che vuole sempre starti attaccato al culo" continuò Harry, lasciandosi condurre in camera nostra.
"Se ti fidi di me, qual è il problema?" chiesi, sdraiandomi sul letto, portandomi Harry vicino.
"Il problema è che ci sta provando con te... non ha nessun rispetto né per te né per me... sa che sono il tuo ragazzo, però continua comunque a farsi vedere in giro con te anche quando ci sono io... non lo sopporto" spiegò lui, sbuffando sonoramente.
Harry geloso era assolutamente qualcosa di nuovo. Solamente verso Zayn aveva avuto quel comportamento, che comunque era stato molto più controllato. Ben sembrava proprio non andargli giù. Percepivo benissimo la sua preoccupazione, la sua ansia. Era sul serio terrorizzato dall'idea di vedermi con lui. Per questo decisi di tranquillizzarlo ulteriormente "Se anche fosse interessato a me, non m'importa comunque."
Harry si lasciò cadere sul letto, affondando la testa nel cuscino, per poi "Lo so... è solo che..." dire, interrompendosi quando "Harry, ti ho detto che sono innamorato di te poco fa... e non scherzavo per niente" mi sentì sussurrargli direttamente nell'orecchio.
Lo vidi sospirare, annuire poi con la testa e infine sorridere facendo formare le sue fossette ai lati delle guance.
Era stato quello il primo sorriso sincero da quando avevamo iniziato quel discorso.
"Adesso possiamo fare l'amore? Era quella la mia idea iniziale dopo averti confessato i miei sentimenti" domandai, sorridendo a mia volta.
Harry rotolò sopra al mio corpo, baciandomi in modo piuttosto irruento.
Forse aveva avuto bisogno di sentirsi ripetere di nuovo che mi fossi innamorato di lui, per quello poi si era improvvisamente rilassato. Ed io avevo intenzione di ripeterglielo all'infinto. E poi, per dirgli ti amo, ci sarebbe stato tempo. Per me era stato già un enorme passo avanti aprirmi in quel modo, e pensare di arrivare ad amarlo sul serio, sembrava così facile. C'era una netta distinzione nel dichiararsi innamorati e nell'amare qualcuno. E per ora, mi trovavo in quella fase in cui mi sentivo totalmente e follemente desideroso di portare i miei sentimenti al livello successivo, a quello definitivo.
Perché sapevo perfettamente, che alla fine, Harry lo avrei amato sul serio. Era lui la persona che volevo a fianco, era lui che desideravo trovare quando tornavo a casa, era lui l'unico con cui volevo fare l'amore per tutto il resto del tempo. Quelle erano decisamente delle buone basi di partenza per amarlo. E col tempo, sarebbe semplicemente successo, in modo del tutto naturale.


HARRY

Le sensazioni di assoluta felicità, di tremenda beatitudine, me le ero portate addosso dal momento esatto in cui Louis aveva detto di essere innamorato di me. Con quelle parole, aveva annullato tutti i periodi di merda che avevamo passato, tutte le incomprensioni e le insicurezze con cui eravamo andati avanti. Sembrava come se tutto fosse magicamente ritornato al suo posto. Mai mi sarei aspettato di innamorarmi perdutamente del mio migliore amico, eppure sembrava essere la cosa più giusta del mondo. Quando aveva confessato i suoi sentimenti, avevo impiegato qualche secondo per assorbire ed immagazzinare le sue parole. Lo stupore iniziale era stato tanto, ma poi mi ero reso conto che Louis quelle parole le aveva dette sul serio. Ma soprattutto, le pensava e le sentiva realmente. L'intensità del suo sguardo si era stampata a fuoco nella mia testa, il modo imbarazzato con cui aveva continuato a mordersi il labbro inferiore per scaricare un po' di tensione l'avrei ricordato per sempre. Ed ero convinto anche dei miei di sentimenti. Nonostante non avessi mai provato nulla del genere per nessuno, sapevo perfettamente di essere innamorato di lui anch'io, perché le emozioni che mi aveva fatto provare Louis, portavano solamente a quello. Il mio cuore sembrava battere impazzito ogni volta che mi sfiorava e il mio pensiero era sempre e solo rivolto a lui. Avevo smesso di guardare le ragazze da tempo, avevo smesso di desiderare di portarmi a letto qualcuno parecchio tempo prima. L'unico che volevo era lui, l'unico che poteva considerarmi suo era lui, l'unico che mi toglieva l'aria era lui. E quel senso di soffocamento che provavo era aumentato ogni volta, ogni istante, sembrava come se solo Louis riuscisse a togliermi il respiro e a ridarmelo. Solo lui aveva il pieno controllo di me e dei miei sentimenti, e mai mi sarei aspettato di diventare così dipendente da lui. Alla fine avevo ceduto, avevamo fatto l'amore con una nuova consapevolezza. Tutto si era amplificato perché consapevoli dei nostri sentimenti. Quando si era spinto dentro di me, sovrastandomi col suo corpo, l'avevo sentito per davvero. E non era stata una cosa prettamente fisica, non si era trattato del suo membro dentro le pareti del mio sedere, era stato molto di più. Avevo percepito l'ondata di piacere scuotermi tutto il corpo mentre dei brividi improvvisi mi percorrevano la schiena. Ed avevo capito. Era quella la differenza tra il sesso senza sentimenti e l'amore. Quando avevo fatto sesso con decine di ragazze, quei brividi non mi avevano sfiorato il corpo nemmeno per sbaglio, con Louis invece, sentivo un continuo tremore, un incendio divamparsi piano piano. Quando avevamo fatto l'amore i nostri corpi si erano incastrati alla perfezione, ma a prendere il sopravvento era stato il bisogno di sentirci, di sapere che quella era la cosa giusta. Louis era un amore fatto di carne, vivo, reale. Ma era anche molto di più. Era anche quell'amore fatto di sogni, desideri, scontri ed incomprensioni. E niente mi era sembrato così reale come quell'amore che provavo per l'uomo che era stato il mio migliore amico, il mio confidente, il mio amante ed infine il mio fidanzato. Louis era l'anima gemella che mai avrei creduto possibile incontrare, eppure ce lo avevo avuto sotto i miei occhi per tutto quel tempo. Era l'altra metà della mela, era solamente lui l'unico che sapeva come prendermi in ogni momento, in ogni situazione.
Eppure quella magia, si era assopita pian piano che ero tornato nel mondo reale. Il pensiero della sua conversazione con Ben mi era tornato in testa non appena Louis si era rivestito e si era messo a studiare per l'esame imminente che doveva dare. Non avevo potuto godermi quella gioia per più di qualche ora, troppo impegnato a ripensare a quello che Louis mi aveva raccontato. Per questo avevo sentito il bisogno di uscire, di cambiare aria per cercare di schiarirmi le idee e per far sbollire quella rabbia che continuavo a provare al solo ricordo di Ben vicino a Louis all'uscita dell'università. Era stato devastante trovarlo lì, vederlo appiccicato al mio ragazzo con quel sorriso soddisfatto sul viso, con quel ghigno che gli avrei volentieri tolto a suon di pugni. Era possibile odiare una persona senza nemmeno conoscerla? Era possibile provare così tanto risentimento verso qualcuno con cui avevo parlato una sola volta? Bhé, la risposta era sì.
Tutto quel suo interesse verso Louis, me lo aveva portato a far odiare. Ben era assolutamente la persona che sopportavo meno al mondo.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarmi senza essere giudicato, per questo chiamai Nick e gli chiesi di vederci. Lui accettò senza obiettare, e dopo venti minuti esatti si fece trovare nel bar che gli avevo indicato per messaggio. Era bello avere qualcuno su cui poter contare all'infuori di Louis, era bello sapere di poter parlare con lui di tutti i problemi che avevo. Nick si era dimostrato una persona estremamente comprensiva nei miei confronti, sempre pronto a consigliarmi e a tirarmi su il morale. Non era Louis, ma era comunque una buona alternativa.
"Ciao" disse Nick, dandomi una pacca sulla spalla e sedendosi nel tavolo che avevo tenuto occupato fino a quel momento.
"Ciao... ti ho disturbato?" chiesi, passando l'indice sopra al bordo della tazza di caffè che avevo davanti.
"Figurati... è successo qualcosa, Haz? Hai una faccia..." notò subito lui, non perdendosi in convenevoli che non ci appartenevano.
Questa era un'altra cosa che mi piaceva di Nick: non aveva peli sulla lingua, andava dritto al sodo senza fare giri di parole inutili e superflui.
"Non... ancora non capisco se sia realmente successo qualcosa" risposi, gesticolando in modo forse troppo frenetico.
Nick fece cenno al cameriere di avvicinarsi, ordinò la sua tazza di tè, e poi rivolse nuovamente la sua attenzione su di me "Onestamente... non ti seguo."
Ed aveva ragione, la mia frase probabilmente era stata priva di senso, tanto che anch'io avevo fatto fatica comprendermi. Ma ero agitato, nervoso ed irritato, per questo non ero riuscito a mettere due parole in croce di fila.
"Ho saputo una cosa e mi sono arrabbiato, molto... solo che non riesco a capire se il problema sia mio perché sono prevenuto oppure se c'è realmente qualcosa di cui devo iniziare a preoccuparmi" spiegai, cercando di risultare un minimo più comprensibile.
Nick aggrottò le sopracciglia, mi guardò confuso e poi "Haz, è vero che ti conosco da una vita, ma ancora non ho imparato a leggere nel tuo pensiero, quindi se non mi dici esplicitamente di cosa si tratta, dubito che io possa esserti d'aiuto e dirti la mia" disse, sorridendo.
Effettivamente aveva ragione, il mio era stato un discorso vago su qualcosa di ipotetico. Non gli avevo spiegato nulla, non gli avevo dato l'opportunità di esprimersi e di dirmi come la pensasse al riguardo, per questo mi decisi a parlare "Ben, te lo ricordi?"
Nick annuì e ringraziò il ragazzo che gli aveva messo davanti il suo tè, per poi farmi cenno di continuare.
"Sta troppo addosso a Louis... credo che gli piaccia" iniziai, per poi essere interrotto da lui "Sì, lo credo anch'io... è talmente evidente."
"Allora non sono io quello visionario, giusto? Lo pensi anche tu, veramente?" domandai, per assicurarmi dell'autenticità delle sue parole.
"Haz, sì, te l'ho detto... ho visto come si comporta Ben, ho visto come pende dalla labbra di Louis, ho visto come cerca di avere un contatto con lui... non ti sei sognato niente" confermò lui, finendo il suo tè.
Sapere di avere ragione, faceva ancora più male. Avevo cercato di prendere in considerazione l'ipotesi di essermi sbagliato, di star esagerando perché troppo geloso di Louis, ma non era così e Nick me lo aveva appena confermato. Quella stupida illusione di essere l'unico a pensare cose simili, era completamente svanita. Ed avevo paura, quella paura che mi faceva stringere la gola fino a farmi quasi mancare l'aria ed offuscarmi la vista. Non potevo permettere a nessuno di portarmi via Louis, non potevo nemmeno prendere in considerazione un'idea del genere.
"Ehi... stai bene?" mi sentii chiedere da Nick, con un'espressione preoccupata sul viso, mentre passava una mano davanti ai miei occhi per cercare di riportarmi di nuovo lì con lui.
"Io... sono terrorizzato. Non riesco... Nick, non me lo può portare via, capisci? Mi sono innamorato per la prima volta in vita mia e lui non me lo può portare via" dissi ansimando, portandomi le mani sul viso.
Nick si alzò, andò alla cassa per pagare e poi mi tirò fuori di peso stringendomi un braccio.
"Harry... cos'è appena successo, esattamente? Eri bianchissimo, sembrava come se stessi per svenire" chiese lui, tirandomi per la manica del mio giacchetto.
Si fermò vicino ad una panchina e mi fece cenno di sedermi, io lo assecondai e poi lo vidi mettersi vicino a me, scrutandomi insistentemente.
"Sto meglio, adesso... credo... credo di aver avuto quasi un attacco di panico" spiegai, rendendomene conto solo in quel momento.
"Ok... ascolta... posso sapere cos'è successo? Perché sei così ansioso?" cercò di capire lui.
Era arrivato il momento di spiegargli per bene come stavano le cose, così "Ho trovato Ben con Louis fuori dall'università, oggi. Stavano parlando... quando siamo tornati a casa Louis era strano, così gli ho chiesto di spiegarmi cosa avesse..." iniziai, per poi "Mi ha detto che era infastidito per un discorso che gli ha fatto Ben. Continuava a chiedergli di me e alla fine gli ha detto che sono troppo piccolo per lui. Capisci?" concludere.
Nick sbarrò gli occhi sorpreso. Evidentemente neanche lui si aspettava una cosa del genere.
"Capisco che è uno stronzo..." disse lui, stupito da quanto gli avevo raccontato poco prima.
"Io... non mi piace, Nick. E' strano..." continuai, guardandomi la punta delle scarpe.
Nick poggiò una mano sul mio ginocchio, lo strinse appena, per poi "Haz, so che probabilmente non è quello che volevi sentirti dire, ma purtroppo anch'io la penso come te. Quel tipo non mi piace nemmeno un po'. Ha uno sguardo cattivo, sembra come... non lo so, guarda Louis come se fosse un pezzo di carne da sbranare" dire, senza giri di parole.
Nick era stato chiaro e la sua era una considerazione totalmente spassionata. Non aveva questo grande rapporto di amicizia con Louis, non era coinvolto come me, quindi quelle erano le sensazioni di una persona totalmente al di fuori della questione. Per questo decisi di credere fermamente in quello che aveva detto. Per questo mi convinsi ancora di più che non ero io quello visionario, che non ero io quello troppo offuscato dalla gelosia per vedere le cose con chiarezza.
"Louis ha detto di essere innamorato di me" confessai all'improvviso, cercando di trovare qualcosa di positivo.
Nick sorrise teneramente, e poi "Wow... finalmente. Si vedeva Haz, e sono contento che abbia trovato il coraggio per dirtelo" disse, sinceramente contento.
Nick voleva la mia felicità, ed aveva capito che quella dipendeva da Louis, per questo non mi stupii di quei commenti, per questo lo reputai ancora una volta un grande amico.
"Mi sono innamorato anch'io, Nick... mi sono innamorato per la prima volta in tutta la mia vita" confessai, avvertendo un leggero calore sulle guance.
"Ed è stupendo, perché hai trovato finalmente la persona giusta per cui spendere i tuoi sentimenti" disse lui, sorridendo ancora una volta.
"Louis è una persona fantastica e mi ritengo molto fortunato ad averlo vicino. Io c'ho messo così poco a capire quanto sia splendido, solare, gentile, e sono terrorizzato dal fatto che anche altre persone possano vedere in lui tutto quello che ho visto io" spiegai, buttando la testa all'indietro, respirando a pieni polmoni.
L'aria aperta mi aveva fatto bene, quel senso di soffocamento era passato e il bruciore che sentivo in gola era sparito.
"Sei diverso, Haz... non ti ho mai visto così felice e sono contento per te, sul serio. Ti meriti tutto l'amore del mondo" sussurrò lui, abbassando la testa.
Vidi Nick imbarazzarsi, forse per la prima volta in vita mia. L'avevo sempre considerato un ragazzo così sicuro di sé, così sfrontato. Probabilmente il suo imbarazzo era nato dalle sue parole e dall'attrazione che aveva sempre provato nei miei confronti.
"Grazie... mi sento da Dio in questo periodo e so che non dovrei farmi condizionare dagli altri, ma non posso farne a meno. Sono seriamente preoccupato" risposi, estraendo il cellulare che aveva vibrato nella mia tasca.
La bustina dei messaggi lampeggiava sullo schermo del mio telefono, così l'aprii trovando un sms da parte di Louis "Che fine hai fatto? Sei andato via più di due ore fa. Lou Xx".
Risposi velocemente "Sono fuori con Nick. Torno tra poco. Xx".
"Preoccupato per Ben? Louis ha detto di essere innamorato di te e poi onestamente Haz, non credo proprio sia il suo tipo" disse Nick, facendomi riportare l'attenzione su di lui.
"Di Louis mi fido, te lo giuro... è Ben il problema, non voglio vederlo nemmeno respirare vicino a lui" risposi, notando un nuovo sms"Ok, ti aspetto. Il tuo ragazzo è talmente innamorato che non riesce nemmeno a passare un paio d'ore senza di te".
Il sorriso che mi si formò, fu spontaneo ed immediato dopo aver letto quel messaggio.
Louis continuava a ribadire di essere innamorato di me ed era sempre bellissimo ascoltarlo, il mio cuore batteva più veloce ogni volta.
"Arrivo, Lou. Mi farebbe piacere trovarti immerso nella nostra vasca, nudo ed insaponato. Ho un'improvvisa voglia di fare un bagno"risposi, alzandomi dalla panchina.
"Mi accompagni a casa nel frattempo che continuiamo a parlare? Si è fatto tardi" domandai a Nick, mentre lo vidi alzarsi.
Lui annuì, per poi "Si è fatto tardi o Louis reclama la tua presenza a casa? So che stavi mandando dei messaggi a lui... la tua faccia da idiota era divertente" dire, spingendomi appena, con un colpo della spalla.
Arrossii fino alla punta dei capelli, mi girai verso di lui e "Sono così scontato? Era così evidente?" chiesi.
Nick scoppiò a ridere rumorosamente, prima di "Sei un libro aperto per me. E quella faccia, quell'espressione completamente assorta ce l'hai solo quando si tratta di Louis" confermare, ridendo ancora.
Poi si fece di nuovo serio e mi domandò "Vuoi sapere cosa penso di tutta questa faccenda?"
Io annuii con la testa, invitandolo a continuare.
"Louis non ti tradirebbe mai, ma ciò non toglie che Ben probabilmente ci proverà comunque. Credo che dovresti vedere solamente come va per adesso, e se la cosa diventerà insopportabile in futuro, parlane con Louis" spiegò lui, svoltando verso la via che conduceva a casa mia.
Rimasi in silenzio fino a quando non arrivammo davanti al portone, solo allora mi decisi a rispondere "Cercherò di controllarmi. Louis dice che non mi devo preoccupare e voglio fidarmi. Spero solo di non dovermene pentire."
Salutai Nick promettendogli di vederci presto e rientrai a casa. Percorsi le scale sentendomi un po' più leggero. Nick mi aveva dato un briciolo di speranza in più, mi aveva confortato e rassicurato sui sentimenti di Louis.
Eppure non riuscivo ad essere completamente sereno, non riuscivo a godermi a pieno quel momento. E la colpa era solo di Ben e della sua ossessione per il mio ragazzo. Solo il tempo avrebbe potuto darmi ragione o smentirmi definitivamente. Non potevo far altro che aspettare ed essere spettatore dell'evolversi delle cose. Nel frattempo mi sarei tenuto stretto Louis il più possibile. 

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