PROLOGO

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Un esplosione, il suono di un allarme, corridoi stracolmi.
Grida, spintoni, un'unica via d'uscita.
«Soldat!» le urlò dietro qualcuno, bloccandola al centro dello stretto corridoio: intorno a lei, le persone la scansavano ed urlavano alla sua vista, correndo via terrorizzati. I suoi occhi scuri furono subito sul corpo massiccio dell'uomo, anch'esso fermo, che aspettava soltanto una sua mossa. Era più alto di lei, muscoloso, ma non per questo difficile da buttar giù.
«Я больше не твой солдат.*» scattò in avanti e scivolò sulle ginocchia, una volta abbastanza vicino sfilò il pugnale dalla cintura e lo colpì al ginocchio: l'uomo si chinò dolorante, la ferita che sgorgava sangue, lei ne approfittò e gli afferrò una mano, tirò con forza e lo spedì a terra. Sfilò il pugnale dal ginocchio, rotolò e lo colpì dritto alla gola: l'uomo gorgogliò, portò le mani alla ferita nel tentativo di fermare la fuoriuscita di sangue. Lei lo fissò finché la vita non abbandonò il suo corpo, poi riprese la sua avanzata verso l'uscita: nessun altro ostacolò il suo cammino e, prima che se ne rendesse conto, il sole gli sfiorava la pelle e il vento freddo gli spettinava i capelli corti.
Cominciò a correre, alle sue spalle alcune auto presero ad inseguirla e a sparare a vista: i proiettili la mancavano sempre per un colpo, riuscì a pararne qualcuno con l'avambraccio, facendoli rimbalzare. Poi, dal nulla, un SUV nero sbucò dagli alberi che la circondavano e si scontrò con una delle due auto che la seguiva: si girò a guardarla mentre le spingeva fuori strada con vari scontri. Una finì contro un albero, l'altra si sbilanciò e rotolò varie volte prima di fermarsi, capovolta.
L'auto le fu vicina prima che se ne rendesse conto: sterzò con forza e le tagliò la strada, per lei fu impossibile rallentare la sua corsa e così, portando le braccia incrociate a proteggerle il viso, vi si schiantò contro. Ci fu un attimo di silenzio, poi il rumore di una portiera e di stivali che calpestavano la ghiaia: provò a mettere a fuoco l'immagine dell'uomo che si stagliava su di lei, ma era difficile per la botta appena presa.
«Ora basta, soldato. Ho bisogno del tuo lato docile.» le disse, era una voce profonda e dall'accento americano. La sovrastò e le poggiò qualcosa su entrambe le tempie: riuscì a mettere a fuoco la sua pelle scura, il giaccone pesante e nero e la benda.
«Chi sei?» domandò, parlando la sua stessa lingua, al limite dello stremo: non era preparata a subire un colpo così forte, specialmente con un auto, e la fuga l'aveva stremata.
«Mi dispiace, ma non sei pronta per questa informazione.» sentì un debole click, poi una scarica elettrica le spezzò il fiato, le offuscò la vista e il corpo fu scosso da brevi convulsioni.
Perse i sensi.



Wirter:Hola, gente

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Wirter:
Hola, gente. Come va?
Avevo pubblicato un'altra storia su Bucky ma ho deciso che non era esattamente quello che volevo, e quindi dopo una riflessione, ho deciso di scrivere "Soldier". 
E' una storia che non segue le vicende dei film, ma ci saranno comunque alcuni riferimenti. Spero vi piaccia e che me lo facciate sapere, con commenti o stelline, o come preferite, perché mi farebbe davvero piacere. Questo è un prologo, ovviamente, che fa intendere già la direzione della storia, ma più avanti sarà sempre più chiara, senza omettere colpi di scena. [spero]
La storia è in fase di scrittura, quindi gli aggiornamenti saranno inizialmente "sporadici", ma spero di riparare presto a questo inconveniente. 
Detto questo, a presto con il primo capitolo. 
Xoxo, Lili. [molto gossip girl]
Ps: il trailer è un po' confuso ma l'effetto è voluto, perché sono solo piccole anticipazioni di quello che accadrà più avanti. 

*Non sono più il vostro Soldato.
E' russo, ma se la traduzione è sbagliata che qualcuno me lo faccia sapere.

Soldier. |Bucky Barnes/Avengers FanFiction|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora