Implications.

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Mugolai quando, con un tonfo sordo, atterrai sui tappetini; mi contorsi per qualche secondo e poi mi tirai leggermente su, piantando i gomiti sulla superficie morbida.
«Maledizione, Wanda!» esclamai, massaggiandomi il punto del cranio con cui avevo sbattuto. Lei azzerò la distanza che ci separava e mi allungò una mano, che accettai, per aiutarmi a rialzarmi: avevo perso il conto di quante volte avevo attraversato la palestra in volo, spinta via dai suoi poteri.
«Dovresti almeno provare a fermarmi.» esclamò lei, soffocando una risata. Alzai gli occhi al cielo e mi preparai di nuovo: piantai i piedi nudi nei materassini, feci scrocchiare il collo, poi presi un lungo respiro e chiusi gli occhi per qualche secondo, per concentrarmi. Peccato che tutto ciò non era servito a niente fino a quel momento.
«Pronta?» Wanda mi guardò con una preoccupazione velata negli occhi ed io annuii. Allungò una mano verso di me e prima che me ne accorgessi fui di nuovo messa al tappeto dall'onda rossastra che m'investì in pieno. Imprecai tra i denti e mi tirai immediatamente su.
«Maledizione!» urlai, avvicinandomi di nuovo a Wanda. Lei sospirò e scosse il capo.
«Ci stiamo allenando da pochi giorni, Beth, non essere così dura con te stessa.» mi ammonì, inarcando un sopracciglio. Alzai gli occhi al cielo e rilassai le spalle.
«Si, e non ci sono stati miglioramenti. Nemmeno uno, Wanda. Sono finita al tappeto così tante volte che non ho più la sensibilità al sedere. E dico sul serio.» massaggiai appena la parte menzionata e poi sbuffai, rumorosamente. Negli allenamenti che avevo affrontato fino a quel momento ero sempre migliorata velocemente, forse troppo, invece ero in difficoltà con il controllo dei...poteri, a cui ancora non riuscivo ad accedere liberamente. Per me era ancora una cosa decisamente nuova che creava in me sentimenti contrastanti: da una parte ero affascinata da quelle abilità nascoste mentre, dall'altra, ero completamente terrorizzata. Inoltre, aspettavo ancora una spiegazione completa sul pezzo di conversazione che avevo origliato prima della mia scenata di qualche giorno prima, che Steve continuava a rimandare.
«Perché non provi a pensare cosa ti ha spinto ad usarli, la prima volta?» la voce di Wanda mi riportò alla realtà e le sue parole mi fecero arricciare il naso. Feci spallucce.
«Quel masso in caduta libera avrebbe potuto uccidere Steve in un battito di ciglia e non volevo che succedesse. Ricordo di aver urlato e di essermi sporta nella sua direzione, quasi volessi strapparlo via. Sappiamo tutti cos'è successo dopo.» dissi, ripensando all'accaduto. Ricordavo ancora la scarica elettrica che mi aveva attraversato, una sensazione che non avevo più provato da quel momento. Puntai lo sguardo su Wanda, che mi guardava con curiosità.
«Quindi è stato Steve a scatenare tutto.» esclamò, ammiccando. Strabuzzai gli occhi e scossi velocemente il capo, paonazza in volto; ma cosa diavolo andava a pensare?
«E' stata la sua possibile morte, vorrai dire.» dissi, peggiorando soltanto la situazione. Alle mie parole, lei strabuzzò gli occhi e sorrise divertita, poi mi fece di nuovo l'occhiolino ed incrociò le braccia al petto.
«Vedo che hai dei bei gusti.» scherzò ed io mi schiaffeggiai la fronte, esasperata. La porta della palestra si aprì, mettendo fine al nostro strambo discorso, e la figura di Bucky attirò i nostri sguardi. Si fermò a fissarci, visibilmente sorpreso di trovarci lì, ed io lanciai un'occhiata veloce all'orologio appeso alla parete: l'ora di pranzo era appena passata e noi l'avevamo saltato senza nemmeno rendercene conto.
«Bucky, ci daresti una mano?» domandò Wanda, facendomi inarcare un sopracciglio. Il diretto interessato si avvicinò, titubante, e si schiarì la gola.
«A far cosa?» chiese, confuso. Mi guardò ed io ricambiai il suo sguardo con tanto di spallucce, perché nemmeno a me era chiara la situazione.
«I poteri di Beth si sono attivati la prima volta quando Steve si è trovato sul punto di morire, credo che metterla sotto pressione possa aiutarla.» spiegò, facendomi strabuzzare gli occhi.
«Non credo sia una buona idea, stiamo esagerando.» dissi, scuotendo la testa. Non mi piaceva la piega che stava prendendo quel dannato allenamento.
«E io cosa dovrei fare?» domandò Bucky, ancora confuso.
«Non appoggiarla!» urlai, strabuzzando gli occhi.
«Se questo è l'unico modo per aiutarti, allora va bene. Non rischierà la vita, devi stare tranquilla.» esclamò, sicuro. Balbettai per qualche secondo, poi Wanda incatenò il suo sguardo al mio.
«Soltanto una prova e, se non funzionerà, torneremo all'allenamento base. Va bene?» domandò, ma io restai in silenzio a fissare entrambi. Alla fine, Wanda si schiarì la gola e afferrò la mano sinistra di Bucky, che portò intorno al collo.
«Stringi.» disse e lui mi lanciò un veloce sguardo, calmo, che però non mi aiutò affatto. Continuai a scuotere il capo per qualche secondo, poi Bucky attirò la mia attenzione.
«Hai meno di un minuto prima che perda i sensi.» esclamò e, contemporaneamente, saldò la presa sull'esile collo di Wanda. Il battito del mio cuore aumentò per l'agitazione mentre le mani di Wanda stringevano convulsamente il braccio di Bucky che, saldo, non si muoveva di un centimetro. Feci saettare il mio sguardo dall'uno all'altro e poi, invasa dalla paura, allungai una mano per afferrare il braccio di Bucky e convincerlo a lasciare la presa, ma ciò che successe quasi mi fece gridare di gioia e terrore allo stesso tempo: una scarica elettrica mi attraversò il braccio e Bucky fu colpito da qualcosa d'invisibile, che gli fece perdere l'equilibrio per qualche secondo e lo spinse via di qualche passo. Non un grande risultato, ma almeno era qualcosa. Wanda si girò a guardarmi, calma come non mai, e sorrise; io, di rimando, spalancai la bocca, sconvolta.
«Stavate fingendo?!» strabuzzai gli occhi e alzai le braccia verso il cielo, sconvolta. Mi ero fatta fregare ed avevo quasi rischiato l'infarto.

Soldier. |Bucky Barnes/Avengers FanFiction|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora