Another one. (Beth) pt.1

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Beth

Al mio risveglio, la Flebo era sparita. All'interno del gomito, proprio sulla vena, qualcuno aveva applicato un piccolo cerotto, che strappai senza troppe domande. Mi tirai su, lentamente, coi muscoli atrofizzati e un mal di testa in sordina, abbassai lo sguardo sul mio corpo coperto da un leggero lenzuolo e mi accorsi d'indossare una tuta simile a quella che avevo quando ero arrivata al Complesso. Non l'avevo infilata io, quindi qualcuno l'aveva fatto al mio posto: feci scorrere lo sguardo sulle pareti vuote e bianche della stanza, più grande rispetto a quella in cui mi ero addormentata, e poi accarezzai il morbido materasso, in cui entravo tutta senza dover tirar su le gambe. Anche in questa non c'erano finestre, ma in un angolo c'era un piccolo armadio e, proprio vicino, una scrivania con tanto di sedia dall'apparenza morbida. Sulla superficie liscia e anch'essa bianca, spiccava un dossier dalla copertina gialla che risaltava subito all'occhio.
«La ricordi?» domandò la solita voce maschile, facendomi sobbalzare. Di tanto in tanto, dimenticavo d'essere osservata perennemente, senza sosta. Mi chiesi quanto fosse passato da quando ero stata catturata, visto che lì dentro non avevo più il senso del tempo.
Era esasperante il non sapere. Continuavo a chiedermi che fine avrei fatto, se mi stavano cercando.
«Cosa?» domandai, passando una mano tra i capelli, che ormai erano cresciuti così tanto da sfiorarmi le spalle. Mi sentivo confusa, e sospettavo fosse tutta colpa di quella dannata flebo, che avevo deciso di tenere contro ogni buonsenso.
Per quanto avevo dormito? Mi sentivo reduce da una dormita durata più di sei ore.
«La stanza.» rispose con tono ovvio l'uomo, facendomi alzare gli occhi al cielo. Feci scivolare lo sguardo per l'intera stanza, ma niente risultava familiare ai miei occhi. Scossi il capo, poi abbandonai il letto e poggiai i piedi nudi sul pavimento freddo, emettendo un piccolo lamento di dolore per le dita intorpidite. Supponevo fossero gli effetti collaterali di quello che mi stavano facendo, e che ormai mi faceva sentire priva di forza ventiquattr'ore su ventiquattro. Raggiunsi a fatica la scrivania, costringendo i piedi a muoversi e spronando le mie gambe affinché sostenessero il mio peso. Poi, una volta arrivata, mi lasciai cadere di peso sulla sedia.
«Cosa mi sta succedendo?» chiesi, reclinando la testa all'indietro. L'uomo sospirò.
«Credo sia l'elettro, non ha mai avuto un grande effetto su di te.» spiegò con calma, mentre io assorbivo anche quell'affermazione e aggiungevo un altro tassello al puzzle: avevo già subito, prima di quel momento, quell'elettroshock con cui mi torturavano da quelle che a me erano sembrate settimane, ma che in realtà erano solo pochissimi giorni.
«E questo cos'è?» chiesi, afferrando con entrambe le mani il dossier. L'uomo sospirò di nuovo, rendendomi nervosa.
«Una storia.» disse, con voce seria e io gli credetti, o almeno una parte di me lo fece. Qualcosa mi diceva che era davvero importante, quel dossier.
«Sei sicura di volerla conoscere, Betty?» domandò l'uomo la cui voce mi ero ormai abituata. Annuii, la bocca improvvisamente pastosa, le mani tremanti: intrinsecamente, sapevo che leggere avrebbe cambiato tutto, ma ero così vicina alla verità che non potevo rinunciare per niente al mondo. Presi un profondo respiro e, spronata dal silenzio improvviso, mi appellai alla parte interiore di me che si era silenziosamente preparata a quel momento e, solo quando mi sentii abbastanza pronta, aprii il dossier. C'erano un'infinità di fogli, ognuno contrassegnati con colori diversi e con spillata sopra una foto che ritraeva la crescita di una bambina. Erano tutti ordinati in modo quasi maniacale, e così partii dal primo, seguendo l'ordine consigliato:

Soggetto n°1: Idoneo

Nome: Arina
Cognome: Petrovskij
Età: 11
Sesso: Femmina
Nazionalità: Russa.
Predisposizione: Combattimento corpo a corpo

Appunti:
23 Marzo 2004.

Il soggetto dimostra un'evidente predisposizione per il combattimento corpo a corpo, e sembra essere in completa affinità con l'allenamento di livello uno. Inoltre, nonostante il fisico asciutto e minuto, presenta un'evidente forza fisica fuori dal normale che la rende un candidato perfetto per il progetto S.E.R.U.M.

Soldier. |Bucky Barnes/Avengers FanFiction|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora