First Math lesson.

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Eccomi qui, primo giorno di scuola alla Birwan School in California.

Dopo essere entrata, come prima cosa vado in bagno e mi sistemo un po'.
Mi pettino e ripasso il rossetto rosso sulle labbra.

Vado al mio armadietto e prendo il libro di matematica che è alla prima ora.

Suona la campanella di inizio lezione ma all'improvviso qualcuno mi spinge e mi fa cadere a terra.

"Benvenuta novellina ." Mi dice un ragazzo mentre ridacchia con i suoi amici.
Non ci credo...

Quando mi rialzo sento un piccolo bruciore al ginocchio, avrò un livido.
Raccolgo i libri che mi sono caduti ed entro in classe di matematica.

"Salve prof mi scusi per il ritardo." Guardo la cattedra e non c'è nessuno, quando di nuovo qualcuno mi scontra da dietro, perdo l'equilibrio, ma per fortuna, questa volta, quel qualcuno mi prende dai fianchi ed evita di farmi cadere.

"Mi scusi.. Signorina?"
Io mi giro e la mia faccia é a due centimetri dal suo petto.
Alzo lo sguardo e quello che vedo mi paralizza.

"Kelsey Calemine." riesco a dire.
Lui mi osserva dalla testa ai piedi, mi mette così in soggezione.

"Bene ora si vada a sedere la lezione é cominciata." Sbotta un po' scazzato.

Io mi siedo nell'unico posto libero, in primo banco, a destra della cattedra.
Mentre mi sistemo, sento qualcuno chiamarmi.
Mi giro e vedo una ragazza molto carina che mi sorride.

"Non ti innamorare, abbiamo avuto tutte una cotta per quel figo, ma a quanto pare non le interessano le studentesse... Non ha neanche una fidanzata o una moglie..."
Io la guardo perplessa.

"Magari é gay." deduco.
Lei inizia a ridere e il prof ci tira un occhiataccia, poi si sofferma su di me e mi guarda le gambe.
Che ansia...

"Signorina Calemine lei sta sanguinando ."
Io lo guardo preoccupata, poi do un'occhiata al mio ginocchio e vedo una piccola ferita con molto sangue attorno. Oddio... Odio la visione del sangue...

"Vada in infermiera e si faccia dare un cerotto." Mi consiglia il prof.

"Non so dove si trovi." Dico con un tono basso sentendomi in imbarazzo. 

"Allora la accompagno, arrivo subito ragazzi intanto tirate fuori i compiti." Annuncia alla classe. 

Si alza e io faccio lo stesso, apre la porta e mi lascia passare per poi richiudersela alle spalle.

Mentre camminiamo alzo lo sguardo verso di lui, che confronto a me é un gigante; lui sembra rigido, guarda dritto, mi intimidisce molto e non so neanche perché.

"Arrivati." mi dice aprendomi la porta.

"Grazie."
Entro nella stanza e lui mi segue. Va verso una mensola, prende un cerotto e me lo porge.

Io mi siedo, abbasso la parigina e vedo ancora più sangue. Tiro un respiro lungo, lo so sembra strano ma potrei anche svenire...

"Emofobica?"

"C-cosa?"
Lui si inginocchia, prende un cotone e mi pulisce la ferita delicatamente, poi prende il cerotto e me lo mette.
Prende la parigina e me la rimette apposto.

Si alza e io mi mordo il labbro di istinto.
Mi guarda intensamente poi si schiarisce la voce e mi porge la mano.
Mi alzo e  usciamo dall'infermieria.

"Da dove viene Kelsey?"

"Se mi da del lei non può chiamarmi per nome però..."

Lui si ferma, mi guarda accennando un sorriso e alzando il sopracciglio.

"Kelsey da dove vieni?"

"Toronto."

"Una canadese." Esclama.

"Di solito agli americani non piacciono i canadesi..."

"A me piacciono da morire." Dice con un tono grave.

Arriviamo in classe e la lezione procede bene, tranne per il fatto che il prof mi lancia sempre delle occhiate (magari é solo la mia immaginazione).

Finisce la giornata, prendo la borsa ed esco da scuola.

Ovviamente impreco perché mia sorella mi ha preso la macchina quindi dovrò farmela tutta a piedi fino a casa.

Mentre cammino per il cortile della scuola, un gruppetto di ragazzi mi si piazza davanti, riconosco subito che sono gli idioti che oggi mi hanno spinta.

"Che volete?" Chiedo scazzata, intanto tiro fuori il cellulare per rispondere ad un messaggio.

"Ti volevamo solo salutare novellina." Risponde il ragazzo biondo in centro.

"Ciao." Sbotto rispondendo al messaggio. In un attimo il mio cellulare è nelle loro mani.

"Ridatemelo!" Esclamo.
Se lo continuano a lanciare tra di loro.
"Scemi se cade..."

Neanche il tempo di finire la frase che mi trovo con le spalle al muro.
Il biondino mi tiene ferma stringendomi le braccia.

"Se non stai zitta ti renderò la vita impossibile qui a scuola." Mi minaccia. Mi vengono i brividi...

"Smith che cazzo fai?!" Qualcuno prende il biondo da dietro e lo spinge via da me.

Ommioddio, quel qualcuno é il Signor Mendes, il prof di matematica.

Gli ridanno il mio cellulare, poi lui mi prende dal polso e mi trascina più avanti.

"Stai bene?" Mi chiede mentre continuiamo a camminare.

"Si credo." Rispondo un po' sconvolta.
Lui si ferma, si passa una mano tra i capelli e poi posa i suoi occhi su di me.

Si morde il labbro. Cazzo...

"Grazie, ma potevo cavarmela da sola comunque." Perché sono così scema?
Gli scappa un sorriso.

"Non sembrava." Dice avvicinandosi pericolosamente a me.

Io mi guardo intorno imbarazzata, notando che vicino a noi non c'è nessuno.

Prende il mio mento, in modo delicato e mi alza la testa, costringendomi a guardarlo.

Mi accarezza la guancia.
Dio quanto vorrei che mi baciasse.

"A domani Kelsey." Dice staccandosi di scatto.

Se ne va via e io rimango lì a chiedermi che cosa sia successo...

My sexy prof of mathWhere stories live. Discover now