Not so bad.

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Alle nove e mezza, sento bussare alla mia porta.

Mi metto dei tacchi ed esco di casa.

Smith mi aspetta sulla sua moto super pericolosa.

"Mi stupisci, Kelsey, sembri proprio una bambolina. Ma ti manca qualcosa." Commenta controllando ogni dettaglio del mio corpo.

"Cosa?" Gli chiedo con il minimo interesse.

"I capelli biondi." Risponde in modo secco.

In effetti ci avevo pensato a tingermi i capelli, sinceramente sono stanca di questo castano scuro, ma bionda non saprei...

Smith si alza dalla moto, mi mette il casco e me lo allaccia. "Ricorda che quello che dico è un ordine."

Sussurra dandomi due colpetti sul casco.
Ma perché a me?

Mette in moto, salgo poi prende le mie mani in modo da cingersele in vita.

Parte a tutta velocità, accelerando sempre di più.

Da una parte è meraviglioso, dall'altra ho una paura matta di morire.

Arriviamo non so dove, sembra un semplicissimo palazzo.

Scendo dal mezzo della morte e lui fa lo stesso.

Lancia il suo casco per terra, per poi fondarsi sulle mie labbra e esplorarmi il corpo con le sue mani.

"Non farmi far figuracce." Dice infine con tono serissimo per poi afferrarmi il fianco ed entrare dentro l'edificio.

Entriamo dentro una stanza e quello che vedo è nebbia che odora di erba.

Smith mi spinge e mi fa sedere su una poltroncina.

Intorno a me ci sono dei ragazzi che fumano e bevono.

"Vuoi?" Un tipo mi porge una canna e io rispondo di no.

"Kelsey vieni qua che ti presento il boss." Smith mi chiama e io corro da lui come un cagnolino, mi faccio pena da sola.

"Lui è Nate e vorrebbe un po' di quella polverina bianca. Prendigliela." Mi ordina Smith.

Annuisco, prendo una bustina dal tavolo contenente quella che presumo sia cocaina.

"Grazie piccola." Risponde Nate con un accento sudamericano.

"Ehi Lucky chi è 'sta bella puttanella?" Chiede un ragazzo appoggiando il braccio intorno alle spalle di Smith.

Lui lo guarda e gli toglie il braccio.

"La mia ragazza." Risponde, poi gli tira una testata, un pugno e un altro.

Tutti provano a separarli ma non ci riescono. Anche Smith sta prendendo botte, ma molte meno di quelle che sta dando.

"Chiamala un'altra volta puttana e ti ammazzo." Lo minaccia faccia a faccia. Il mio corpo viene percorso da brividi.

"Scusa Lucky, non volevo." Risponde quell'idiota come se fosse a fin di vita.

Smith si gira verso di me, gli scende del sangue dal labbro, dal naso e dalla fronte.

Mi guarda, poi mi sorpassa ed entra dentro una stanza che presumo sia il bagno.

Lo seguo e vedo che cerca di fermare il sangue.

"Siediti faccio io." Gli dico indicandogli uno sgabello. Lui fa come dico.

Prendo un cotone disinfettato e lo tampono sulle ferite del viso.

"Grazie." Dico a bassa voce.

"Sei mia, nessuno ti può insultare." Sbotta con tono freddo.

Sto per ridire qualcosa, ma alla fine non lo faccio.

"Che c'è?" Mi chiede.

"Niente è solo che mi è sembrato che ci tenessi a me." Rispondo.

"Vorrei riuscirci." Sussurra, mettendomi una ciocca dei capelli dietro l'orecchio e sfiorandomi con il pollice la guancia.

Ci guardiamo entrambe e per un attimo mi è venuto da pensare che non sia una brutta persona...

Ma che dico! Ha cercato di strangolarmi, di picchiarmi, mi ha minacciata!

Distolgo il mio sguardo dal suo.

"Ho finito." Dico togliendo la sua mano dalla mia guancia.

Lui si alza, mi mette la mani suoi fianchi e mi spinge contro la porta.

"Ce ne andiamo in un posto più bello?" Mi chiede.

Annuisco.

Dopo un lungo viaggio sulla sua moto della morte, ci ritroviamo in un parco, non c'è nessuno, tranne delle anatre che sguazzano dentro un piccolo laghetto.

"Vieni." Mi prende per mano e mi porta al bordo del laghetto, poi si sdraia. "Siediti, fregatene del vestito." Dice quasi sorridendo.

"Ma... lo rovino." Di certo non mi siederò su quell'erbaccia con un vestito bianco.

Alza gli occhi al cielo, poi si mette seduto e si accende una sigaretta.

"Vuoi?" Mi chiede offrendomene una.

"Non fumo." Rispondo.

"Che noia che sei." Dice lamentandosi, poi mi appoggia una mano sulla gamba e mi spinge dentro il laghetto.

Ritorno a galla.

"Ma sei impazzito!?" Gli urlo di tutto.

Lui ride, almeno quello.
Gli schizzo l'acqua addosso.

"Kelsey pensi davvero che così mi darai fastidio?" Mi chiede alzando il sopracciglio destro.

Sbuffo, poi esco dal laghetto.

"Sei uno spettacolo." Commenta.

"Divertente." Sbotto. Poi ci penso meglio e guardo il mio vestito.

"Merda!" Esclamo, mi si vedono le tette per colpa di 'sto stupido vestito bianco.

Smith ride.

"Smettila di ridere, é tutta colpa tua!" Lo accuso e uso quest'occasione per buttarlo in acqua.

"Me la paghi!" Urla.

"Che paura." Sbotto con un tono indifferente.

Esce dal lago e con passo veloce mi viene incontro.

"Aspetta cosa fai?" Il tempo di chiederlo che neanche due secondi dopo mi ritrovo tra le sue braccia.

"Fermo!" Grido mentre lui mi sta già buttando in acqua.

"Contento?" Gli chiedo.

"Non ancora." Si avvicina a me e mi bacia. Questa volta il bacio è più morbido e dolce. Quasi quasi mi piace.

"Dai usciamo che non ci sali sulla mia moto in questo stato." Dice staccandosi dalle mie labbra.

Ci stendiamo sull'erba, Smith ha una mano dietro la nuca e con l'altra tiene una sigaretta.

Io sono semplicemente seduta, consapevole del fatto che ritornerò a casa in una situazione pietosa.

Passano alcuni minuti, nessuno ha ancora detto una parola. Mi giro verso Smith, ma ha gli occhi chiusi.

"Smith? Smith?" Lo chiamo e quando apre gli occhi, mi afferra la mano e mi fa sdraiare per terra.

Lui è davanti a me che si regge con il braccio al suolo.

"Dimmi bambolina." Risponde. Mi piace questo dolce Smith.

"Mi sa che dovrei andare a casa." Lo informo, facendogli notare che si è fatto tardi.

"Sei bellissima." Dice. Ma mi ha ascoltata?

"Grazie." Rispondo arrossendo.

"Guardiamo le stelle poi andiamo." Mi dice con una nota infantile.

"Okay." Acconsento pensando che quello non è lo Smith che mi ha messo le mani al collo fino a farmi perdere i sensi.

Guardiamo le stelle, poi appoggio la testa sul suo petto mentre lui mi accarezza i capelli.

Mi si chiudono gli occhi e piano piano mi addormento.

My sexy prof of mathWhere stories live. Discover now