1: Le cose belle richiedono tempo

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"Sai cos'è che lega le persone?
Il 'nonostante tutto' "

Non ricordo esattamente quando iniziò quella storia, ma ricordo precisamente dove mi trovavo quando tutto ebbe inizio.

"La fisica mi fa schifo." Sospirò la mia migliore amica, Mary, che non era conosciuta per essere un genio nello studio. D'altronde, godeva di grande popolarità che comunque non faceva di
lei una ragazza stupida. Era intelligente quanto bastava, forse poco matura, ma giusta per avere solo diciassette anni.
Figlia unica di due persone umili e gentili: la madre era sempre in viaggio per lavoro, il padre era un famoso architetto. La mia amica vantava di lunghi capelli neri e due occhi scuri con cui riusciva a manipolare chiunque. Spigliata, impulsiva e testarda, a capo del corso di teatro della scuola e nota per avere una certa fama tra i ragazzi. Il suo essere troppo fiduciosa verso gli altri la faceva spesso cadere in brutte trappole che la portavano a frequenti periodi di tristezza. Nonostante tutto, era l'unica persona al mondo di cui io, Lily Jones, mi fidavo ciecamente.

"A me tutto fa schifo."
Risposi al suo commento, buttandomi sul letto della sua camera.
Lei mi guardò con aria severa e io risi.

Lei era il tipo di persona che amava la vita e che era sempre entusiasta per tutto. Io invece ero il tipo di persona che odiava tutti e che inventava scuse per restare sempre a casa.

"Ehi ti ha più scritto Steve?" Mary Mi guardò e io alzai gli occhi al cielo a quella domanda.

"Mary, ti ricordo che Steve mi ha scritto soltanto per sapere dove si tenevano le riunioni del club di scrittura creativa." Sbuffai.

"Beh ma poteva chiederlo a qualcun altro, e invece..." disse muovendo le sopracciglia. Io la guardai annoiata.

"Non parlare in quel modo."
Dissi dandole una spinta.

"In quale modo?" Chiese lei facendo una faccia offesa.

"Come se io potessi piacergli." Sospirai.

"Ma se sei uno schianto!"
Disse Mary alzando la voce.

"Si, certo."
Alzai gli occhi al cielo,

"Tempo al tempo amica, le cose belle richiedono tempo."
Era quello che diceva sempre.

Ma in cuor mio, sapevo di non avere speranze. Ero completamente diversa dalla mia migliore amica.
Avevo dei capelli castani non molto lunghi, degli occhi nocciola e una perenne voglia di morire.
Non vantavo di popolarità o di avere tanti amici, le uniche cose che amavo della mia vita erano la mia famiglia, la mia migliore amica, la scrittura, i libri e le serie tv. Mia madre era un'artista e lavorava perlopiù in casa, ma i suoi quadri erano assai richiesti. Mio padre invece faceva il dentista, cosa che mi garantiva controlli settimanali e il perenne divieto di mangiare dolci. Infine c'era mia sorella, una bambina di otto anni anni che passava la sua vita a darmi fastidio o ad aiutarmi in situazioni improbabili. Ero una ragazza molto riservata, raramente mi aprivo e mi fidavo degli altri, tendevo ad isolarmi continuamente, preferendo la lettura di un buon libro ad una festa rumorosa. Quindi, avrete capito che io e Mary eravamo come il bianco e il nero, ma ciò che ci univa era proprio il fatto che insieme riuscivamo a migliorarci e a completarci.

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Io odio la lettera CWhere stories live. Discover now